La classe qui, la scuola là

I genitori che hanno iscritto i loro figli a scuola hanno avuto la spiacevole sorpresa dell’accorpamento. Perché le cose annunciate, ad un certo punto accadono. Il decreto estivo del fu governo Berlusconi, non smentito dai tecnici, sta avendo piena attuazione: sotto i cinquecento alunni le scuole vanno accorpate. Per cui chi iscrive il figlio alla media vicino casa e non bada a quanti alunni ospita o ospiterà, potrà avere una successiva comunicazione in cui si precisa che la sezione in cui verrà collocato il figlio fa parte, fisicamente, proprio di quella scuola ma giuridicamente di un altro istituto comprensivo che accorpa più scuole finite al di sotto della soglia.






Sembra strano, ma sta accadendo. Una mezza media accorpata a una elementare e a un asilo. L’altra mezza con un altro preside. Non potendosi modificare anche le strutture succederà che la segreteria starà nel luogo dove ci sono più studenti e gli spezzoni vivranno un non si sa quanto splendido isolamento. Succede per le medie, ma anche per moltissime scuole superiori.

Al disagio delle famiglie si accompagna quello del personale di segreteria e dei presidi. L’accorpamento vedrà la drastica riduzione di personale Ata (gli amministrativi), così come quella dei capi d’istituto. Con uno in certi casi prendi tre scuole. Se oggi c’è il poco gradevole fenomeno dei presidi reggenti, domani, nel prossimo anno scolastico, ce ne saranno molti a caccia di una scuola fino all’ultimo minuto. Sono stati messi a concorso circa 2mila e 800 posti da preside, ma, semmai scritti, orale e graduatorie fossero pronte prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, poco più di mille troveranno posto realmente.

Fabio Luppino

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