Sciascia alla Gelmini avrebbe risposto: Il popolo cornuto era e cornuto resta



Si potrebbe estrapolare una breve parte  del libro "Il giorno della civetta" per far  rispondere virtualmente Leonardo Sciascia   all’ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che con una semplice direttiva ha cancellato dai programmi scolastici delle scuole secondarie superiori gli autori meridionali del '900, tra cui lo stesso scrittore siciliano



 Sciascia, infatti, scrive: "Il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l'appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna... Siamo al discorso di prima: non ci sono soltanto certi uomini a nascere cornuti, ci sono anche popoli interi; cornuti dall'antichità, una generazione appresso all'altra..."- Io non mi sento cornuto - disse il giovane -e nemmeno io. Ma noi, caro mio, camminiamo sulle corna degli altri: come se ballassimo...”. Ecco, dover digerire giorno dopo giorno direttive, di cui non si capiscono le logiche ed i ritorni culturali, senza esprimere una forte indignazione, ci può far vedere dagli altri come un  popolo intellettualmente cornuto, un popolo a cui proporre leggi vessatorie, a cui calpestare la dignità, a cui dire bugie,  a cui proporre concorsi fantasma, a cui togliere il lavoro, a cui negare anche la speranza nel futuro. Ma bisogna stare attenti a non fidarsi troppo del popolo cornuto, quello che digerisce e si abitua ad ogni cosa, perché anche il popolo cornuto potrebbe ribellarsi.

Aldo Domenico Ficara