Giovani matematici dall`Italia a Norimberga

di Dacia Maraini - Corriere della Sera - 22 maggio 2012 

La Germania è il Paese in Europa che più si interessa agli scrittori italiani. Pubblica con altrettanta passione conoscitiva gli anziani scrittori come me, come Camilleri, coi me Tabucchi, come Rosetta Loy, come De Luca, come Bermi, e nello stesso tempo i nuovi talenti come Michela Murgia, come Ammaniti, come Milena Agus, come Emanuele Trevi e tanti altri. Le università sono aperte alle discussioni letterarie. Le sale sono sempre affollate. È commovente la pazienza con cui ascoltano lunghissime letture fatte con voce atona da timidi e impenetrabili traduttori. Non per niente le conferenze qui le chiamano Lesung. E a volte si paga pure per ascoltare un`ora di lettura. Dimostrazione di un amore peri libri che sorprende e intenerisce. Il professor Bernhard Huss mi accompagna da Monaco a Norimberga lungo una bella strada che scorre fra fitte ali di boschi scurissimi, tagliati per traverso da lunghe strisce di un giallo abbagliante. Sembrano margherite e invece è il luppolo che serve a fare la birra.


Parliamo della nuova emigrazione italiana, numerosa e così diversa dallo stereotipo dell`ignorante con la valigia di cartone. Questi nuovi viaggiatori che cercano lavoro e riconoscimento sono studenti preparatissimi che partecipano a concorsi pubblici e li vincono pure. Il professor Huss mi racconta che nell`ultimo concorso per la cattedra di matematica dell`università di Norimberga, hanno vinto, su un centinaio di studenti, tre italiani: Francesco Maggi, Aldo Fratelli e un giovanissimo Malchiodi di cui non ricorda il primo nome. Uno di loro quindi dirigerà la cattedra di matematica in lingua tedesca. Gli esperti hanno dichiarato, prosegue il professore, che questi ragazzi sono stati considerati il punto più avanzato della ricerca in campo matematico. Più tardi, parlando con la professoressa Dandolini e con la professoressa Paola Cesaroni, verrò a sapere che le nuove stagiste che lavorano per l`istituto italiano di cultura sono due giovani napoletane preparatissime, intelligenti, e appassionate. Peccato che una volta finito lo stage non avranno di che pagarle e saranno rimandate a casa. «A meno che non restino qui e trovino lavoro in Germania, visto che hanno imparato bene la lingua. Saranno pure pagate bene. Magari si sposeranno un tedesco e allora sarà difficile che tornino in patria».

La città di Norimberga è piccola e compatta, pulita, verde, ben conservata. Le case del Seicento e del Settecento, distrutte dalle bombe della guerra, sono state ricostruite come erano, con meticolosa cura e amore. Nelle piazze più importanti in questi giorni sono state rizzate delle colonne grigie, in cima alle quali si rizzano delle statue grigie, di un grigio che sembra stoffa sdrucita. Sono statue di uomini qualsiasi, dai pantaloni spiegazzati, la camicia aperta sul collo, la testa poeticamente piegata da una parte, come se riflettessero su un futuro incerto. Ci sono anche delle donne, leggere e smunte e bambini dall`aria patetica. Calchi della vita di tutti i giorni. Ma eletti a paradigma di un`arte che non vuole dimostrare, enunciare, sfidare, abbellire, ma vuole sobriamente constatare: The rose is a rose is a rose is a rose, come recitava con ironica e poetica rassegnazione Gertrude Stein.