Ora di religione, nuova intesa Cei-Miur

Il ministro Profumo e il cardinale Bagnasco hanno siglato un accordo che qualifica maggiormente gli insegnanti di religione

Redazione  Roma


«Un passo molto importante nelle relazioni tra la Repubblica italiana e lo Stato vaticano» e «un elemento di chiarezza per il procedere dei prossimi anni». Così il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha concluso la sua presentazione, nella sede della Cei a Roma, della nuova Intesa sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.



L’Intesa, che aggiorna la normativa dell’85, rivista per l’ultima volta nel ’90, è stata firmata - alla presenza di una delegazione ministeriale e per la Cei anche del segretario generale mons. Mariano Crociata - dal ministro Profumo e dal presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, che ha definito «speciale» l’occasione, sottolineando come i nuovi accordi rispondano a una «duplice esigenza», da una parte «ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione», e dall’altra «definire una nuova versione delle indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo» sulla base dei nuovi testi del Miur, elaborati all’interno della riforma dell’intero sistema educativo.
  

Prima della firma, - con una piccola cerimonia non priva di solennità, svoltasi nella stessa sala dove si riunisce di norma il consiglio permanente dei vescovi italiani - nel suo discorso il ministro italiano ha ripercorso l’evoluzione della normativa sull’insegnamento della religione cattolica, dopo l’aggiornamento dei Patti lateranensi nell’84 e le successive disposizioni collegate a questa materia. L’Intesa firmata oggi, ha spiegato Profumo, aggiorna in particolare il quarto elemento della materia, quello relativo ai «profili di qualificazione degli insegnanti», perchè «i titoli richiesti sono stati portati a livello di laurea». Siccome però c’è stato un «aggiornamento lessicale» dell’intera Intesa, questa è «nuova, e sostituisce interamente la precedente». Gli altri tre elementi del testo riguardano i programmi di insegnamento, le modalità di insegnamento e i criteri di scelta dei libri di testo.
  

Il cardinale Bagnasco ha affermato che la nuova Intesa «non solo conferma lo stile di dialogo e di collaborazione che caratterizza i rapporti tra le nostre Istituzioni - ha detto - ma consolida ulteriormente l’armonioso inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nei percorsi formativi della scuola italiana».


Visto che l’Intesa oltre a prevedere un aggiornamento dei titoli di studio necessari per l’insegnamento, dà la possibilità fino al 2017, agli insegnanti che ancora non ne sono in possesso di acquisirli, il ministro ha sottolineato come le norme oggi firmate siano un «passo molto importante nel procedere dei prossimi anni, in particolare fino al 2017».

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