Scuola e Bocciatura: botta e risposta sulla rubrica " i lettori ci scrivono " de La Tecnica della Scuola

Scuola e Bocciatura

Carissimo Ministro Profumo, carissimi Colleghi, carissimi Genitori,

in un periodo così difficile in cui la coesistenza della crisi di valori e la gracilità di quella magnifica "finestra sul mondo" costituita dalla Cultura, vorrei sottolineare un punto nevralgico del nostro sistema scolastico e in particolare delle critiche,spesso, mosse nei riguardi degli alunni italiani:dalle prove Invalsi, ogni anno, emergono quadri sconcertanti riguardanti il livello qualitativo della Nostra scuola.
Molti colleghi, specie delle Superiori, si ritrovano a dover impostare le proprie lezioni a partire dalla "frase minima", dalla differenza tra "verbo e congiunzione"; si vedono costretti a ricominciare dalle"moltiplicazioni e "divisioni" trascurando un Programma che di norma dovrebbe essere un PROSIEGUO, delle conoscenze maturate negli anni pregressi.

Arrivo al dunque e pongo a tutti NOI una riflessione: non sarebbe il caso di insistere nella "ripetizione di un anno scolastico " proprio a partire dalle scuole primarie?
Ripetere un anno scolastico non deve costituire una punizione per l'alunno, piuttosto un momento di ATTESA che potrebbe risultare utile per il suo futuro e quello di una Scuola Italiana con la S maiuscola che porta con sé una straordinaria tradizione che non può essere cancellata dalla paura infondata di traumatizzare un bambino.
Non stiamo esagerando nel "proteggerli" troppo? Noi per primi dovremmo educare i nostri ragazzi a capire che la vita è fatta anche di ostacoli da superare con impegno e determinazione!
Non stiamo forse illudendo i nostri ragazzi, rischiando di immergerli in un mare di debolezze?

Una lettrice

Risposta a "Scuola e Bocciatura"


Rispondo all'intervento su "scuola e bocciatura" riportato il 30 maggio su questa stessa rubrica.
Questo sarebbe solo l'inutile quanto dannoso e improduttivo ritorno al passato. Ad un passato che considerava la scuola come un "setaccio sociale" che lasciava filtrare (guarda caso!) non i davvero meritevoli, bensì gli appartenenti alle classi più agiate per le ragioni facilmente individuabili.
La "Scuola" dovrebbe anzitutto promuovere tutta una serie di interventi volti al recupero, ove ve ne fosse bisogno, dei più deboli e non dedicarsi ai più "bravi" che, comprensibilmente, facilitano il lavoro del docente.
La "Scuola" (con la S maiuscola) è, e deve continuare ad essere di TUTTI e per esserlo deve lavorare quotidianamente sul miglioramento dell'offerta formativa, fondata sul principio di previsione e prevenzione, e non già sull'attuazione di una cernita che divide alunni/studenti in due distinte categorie:i serie "A" e serie "B", questi ultimi consegnati ad una condizione frustrante e potenzialmente lesiva per la delicata psiche del bambino in età evolutiva. Tutti i bambini hanno il diritto (invece!) di avere docenti capaci e competenti; in grado, dunque, di consentire in ugual misura, a tutti gli alunni di una classe, il raggiungimento delle competenze e delle abilità previste dalle indicazioni ministeriali.
Un docente degno del ruolo che ricopre dovrebbe, infatti, percepire una eventuale bocciatura di un proprio alunno, come un autentico fallimento personale e dunque esercitare la necessaria umiltà per rivedere il percorso seguito onde individuare i punti critici e porvi rimedio (strumento questo peraltro contemplato dal bagaglio di competenze essenziali per l'insegnante, che si suole chiamare "verifica in itinere"... semplicemente!) in quanto l'obiettivo più importante per il "maestro" è l'alunno nella sua completezza e totalità.

Cetty Trifirò (doc. di scuola primaria)

Risposta alla risposta: "scuola e bocciatura"

Nella risposta alla risposta dell'articolo "scuola e bocciatura" c'è troppa teoria, la realtà è un'altra.
Un medico che guarisce tutti sarebbe Dio.

Un insegnante