Caro Ministro, il 30 agosto la aspetto tra noi precari disoccupati

di Alex Corlazzoli | 9 luglio 2012

Caro Ministro Francesco Profumo,
con questa lettera aperta (che ho inviato tramite mail alla sua Segreteria particolare, al Capo della segreteria e al Capo di Gabinetto) vorrei invitarla il 30 agosto all’Ufficio scolastico provinciale di Cremona dove ancora una volta centinaia di persone necessarie alla scuola pubblica, elemosineranno, un posto di lavoro dopo essere state licenziate il 30 giugno.



Da qualche giorno, infatti, io per lo Stato italiano, caro Ministro, sono il numero 1002989 ovvero il numero della mia pratica di disoccupazione. Questa cifra l’ho appeso al petto, proprio come il 124 che è il numero che ho nella graduatoria. Per lo Stato sono sempre un numero. Siamo solo questo noi insegnanti precari che ogni anno ci ritroviamo il 30 agosto a sapere se avremo un posto di lavoro il 1 settembre.
Forse lei non si rende conto caro Ministro ecco perché la invito a condividere con noi questo momento. Non basta, infatti, mostrarsi in tv accanto ai maturandi: venga anche con noi insegnanti precari, perché anche noi facciamo parte della scuola.
Anzi come lei sa e come ha scritto l’ultimo rapporto di Tuttoscuola “la nostra mancata assunzione, nella maggior parte dei casi, dipende dalla non coincidenza tra organico di diritto e organico di fatto. Il primo (di diritto) è quello ufficiale che individua chiaramente posti e classi con determinazione puntuale del personale da utilizzare; il secondo (il fatto) è la situazione vera e reale del fabbisogno di classi e posti con effettiva individuazione all’inizio dell’anno scolastico di tutto il personale per garantire il servizio. E la differenza ogni anno tra diritto e fatto è notevole. Ma, mentre sui posti di diritto, può andare solo il personale titolare (quasi tutto di ruolo), succede che sui posti di fatto in più vadano soltanto i precari. Il costo che la scuola sostiene ogni anno è quello di fatto, non quello di diritto” .
E allora perché, caro Ministro, non infrangere questo tabù e stabilizzare tutto il personale? Forse perché due mesi di disoccupazione, senza certezze per le persone, fanno risparmiare? Perché non è possibile avere a luglio l’organico di fatto e lasciare con il cappio al collo 116.973 persone (dato 2010/2011)?
Signor ministro, chi le scrive, ha ammirato molte sue scelte (dalla “Scuola in chiaro” al prendere in mano le nuove indicazioni per il curriculo) ed è convinto che lei possa fare meglio dei predecessori Gelmini, Fioroni, Moratti ma il suo Ministero non può non fare i conti con noi precari.
Il 30 agosto io la aspetto a Cremona, venga con me e tra i colleghi che arrivano da Palermo e Napoli, con la valigia in mano, senza sapere dove andrà a finire la loro vita. Non abbia vergogna, come l’avevano i ministri che l’hanno preceduta, di dire ai genitori che la scuola italiana è fatta di persone con esistenze precarie.