Ne parlano male, la criticano, cercano di emendarla, ma alla fine la voteranno

di Lucio Ficara 21 luglio 2012   Che la spending review sia una nuova mannaia per la scuola non è una novità, lo abbiamo detto e ridetto. Non si tratta, per il settore della conoscenza,  di razionalizzazione della spesa, ma  di  veri e propri tagli. In questa fase di conversione in legge del decreto 95 del 6 luglio 2012 noto come “spending review” , crescono le critiche verso questo provvedimento ed ad evidenziarle sono i parlamentari del partito democratico.

Tra gli altri il responsabile scuola del PD Francesca Puglisi sottolinea che a causa di questa legge 15.000 precari non vedranno rinnovato il loro contratto a tempo determinato. Infatti oltre 10.000 docenti in esubero, potranno passare “ope legis” ad insegnare in altra classe di concorso anche senza possedere il titolo di abilitazione, sottraendo il posto al precario abilitato. Inoltre 3565 docenti inidonei all’insegnamento per malattia andranno ad sottrarre il posto ad altrettanti amministrativi precari. Ed infine è anche previsto una netta riduzione di personale nelle scuole italiane all’estero. La Puglisi propone in accordo totale con il suo partito di sfruttare questo personale in esubero per rendere effettivo l’organico funzionale delle scuole, previsto nel “decreto semplificazioni”, in modo tale da essere più efficaci anche nella lotta alla dispersione scolastica. Come già detto si sta tentando anche di fare passare gli emendamenti sulla riforma delle pensioni, introducendo la possibilità per il personale scolastico di differire al 31 agosto 2012 il termine previsto dalla riforma del sistema previdenziale, rispetto all’attuale 31 dicembre 2011. Adducendo come motivazione il fatto che nella scuola l’unica finestra possibile per andare in quiescenza è proprio quella del 31 agosto. Questi tentativi di emendare una legge ingiusta e punitiva per la scuola sono veramente apprezzabili, ma purtroppo rimane la certezza che, nonostante le critiche espresse, alla fine anche il PD darà il suo voto per approvarla,  anche nel caso in cui gli emendamenti non dovessero passare.

Lucio Ficara