Professori inidonei: oltre il danno anche la beffa

di Lucio Ficara 22 luglio 2012     L’orologio della storia torna indietro di 38 anni. Infatti tanti anni sono passati dall’introduzione , attraverso i decreti delegati del 1974, di una norma di grande civiltà come l’art.113. Si tratta di quella norma che tutela sia il personale docente malato, sia l'utenza potenzialmente danneggiata da questi. Erano anni di importanti conquiste civili e di rispetto della persona. In particolare i professori ammalati, che non erano in grado di assolvere i  delicati compiti dell’insegnate, venivano , a loro richiesta, sottoposti  a visita collegiale per l'accertamento dell'inidoneità e/o l'utilizzazione in altri compiti.
Se la Commissione medica dell’ASL  certificava l’inidoneità all’insegnamento, ma l’idoneità a svolgere altre mansioni amministrative, questi docenti, mantenendo  lo stipendio da docente, venivano collocati a ricoprire ruoli a carattere burocratico (nelle biblioteche  delle scuole, nei provveditorati agli studi, nei laboratori delle scuole, in segreterie scolastiche etc…..). Quanti sono questi docenti inidonei che ancora oggi sono in servizio? Sono 3565 professori ,che è vero mantengono la classe stipendiale da docenti ma offrono un contributo di 36 ore di servizio settimanale piuttosto che 25 o 18 ore. Adesso con la spending review questi docenti verranno declassati di livello e da professori passeranno ad essere applicati di segreteria, con , forse, relativo inquadramento stipendiale. Oltre il danno cagionato dalla beffarda natura che li ha resi fragili nella salute, adesso arriva la beffa della disumana politica ,che non guarda in faccia nessuno, nemmeno la “malattia”. Quindi dal primo settembre 2012, i professori inidonei perderanno l’orpello di dottori abilitati all’insegnamento e si troveranno classificati a livelli stipendiali inferiori. Il loro declassamento stipendiale non è certo che avvenga subito, anche se nessuno ha dato garanzie del contrario, ma comunque vada, con i contratti futuri si troveranno a perdere soldi. Bisogna proprio dirlo: ” oltre il danno  anche la beffa!”.  Le domande che si stanno ponendo i quasi 4000 docenti inidonei sono tante, ma non hanno ancora ricevuto delle risposte definitive: Quale sarà la loro sede definitiva? Quale sarà il loro stipendio a partire dal primo settembre prossimo? Quali prospettive di carriera si prevedono per loro? Bisogna ricordare per onore di senso civico e per rimettere le lancette del tempo nella giusta posizione, che queste persone non sono delle zavorre per il nostro Stato, ma semplicemente dei professori che sono stati più sfortunati di molti altri, e quindi meritano l’attenzione e la considerazione dovuta.

Lucio Ficara