La scuola e gli ammutinati del Bounty

"Siamo una .... squola fortissimi" - 1

La scuola e gli ammutinati del Bounty

di Vincenzo Pascuzzi - 17 settembre 2012

Nel complesso la nostra scuola non sta bene, la nostra scuola è malata (1). E c'è chi propone, o ipotizza, gli insegnanti come solo soggetto rimasto in grado di riformarla - la scuola - ora dopo che anche gli ultimi ministri hanno palesemente fallito, si sono dimostrati non all'altezza (2) (3). A parte la stranezza di un soggetto collettivo non strutturato che dovrebbe prendere - in prima persona – una sua iniziativa su indicazione e suggerimento di altri, il Miur di viale Trastevere non è certo il Bounty in ritorno da Tahiti. E il ministro Profumo non è certo nella situazione del comandante William Bligh. Perciò non è immaginabile qualcosa di simile a un ammutinamento dei prof che destituisca il ministro, lo abbandoni su una scialuppa e gestisca poi la scuola.


Scartata l'ipotesi di un irrealizzabile ammutinamento, o qualcosa di simile, la questione è: i prof possono fare qualcosa per la scuola e cosa possono fare? Sicuramente denunciare, testimoniare, scrivere, opporsi a cure sbagliate, a pseudo terapie improvvisate e volte a camuffare i sintomi più che a eliminare le cause.

È proprio questo il contributo che intendiamo dare con il presente documento ed alcuni altri successivi, senza alcuna pretesa di esaustività, né di centrare tutti i problemi, né di proporre a tutti soluzioni sempre valide e praticabili. È un avvio di dialogo sulla scuola, che – ricordiamo - il ministro indicò fra le sue intenzioni e prassi auspicate (4), senza peraltro praticarlo almeno finora. Dialogo e confronto avrebbero potuto evitare a Profumo le contestazioni e le levate di scudi i relazione al recente pre-annuncio del concorso a cattedre perciò risulta “incomprensibile il motivo per il quale il Miur, invece di percorrere vie condivise e concertate coi docenti e le loro organizzazioni, anche quelle dei precari, tira dritto lungo la sua strada senza ascoltare né le grida di dolore, né le attese, né i suggerimenti” (5).

Roma, 17 settembre 2012

Vincenzo Pascuzzi

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LINK

(1) La scuola malata e i prof che resistono per passione - 13.8.2012
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/i-prof-innamorati-educazione.aspx
(2) E se i prof prendessero in mano il "governo" delle riforme? - 15.8.2012
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/8/15/SCUOLA-E-se-i-prof-prendessero-in-mano-il-governo-delle-riforme-/2/311883/
(3) Una prof: per cambiare i docenti, coinvolgiamo studenti e famiglie
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/8/28/SCUOLA-Una-prof-per-cambiare-i-docenti-coinvolgiamo-studenti-e-famiglie/314810/
(4) Profumo: “Voglio essere il ministro dell’ascolto e del dialogo, .... " - 17.11.2011 http://www.istruzione.it/web/ministero/cs171111
(5) Un concorso con troppe incognite e conflitti – 26.8.2012
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=39034&action=view

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"Siamo una .... squola fortissimi" - 2

La scuola materna è diritto costituzionale e …. “ce lo chiede l’Europa”.

di Vincenzo Pascuzzi - 17 settembre 2012

Leggiamo sul sito livesicilia.it cosa accade a Palermo: "Ci sono mille bambini iscritti che resteranno a casa e 44 insegnanti a spasso che non possono essere assunte" (1). Chiunque può completare "e mille famiglie che dovranno arrangiarsi e provvedere da sole, e mille mamme (e/o forse qualche papà) che non potranno lavorare". Questa è la situazione emblematica della scuola e dell'economia: una spirale perversa e viziosa che si auto-alimenta.

Forse simili scelte faranno risparmiare al bilancio statale (scritto e formalizzato) 880.000 euro/anno, ma producono una devastazione nel bilancio (non scritto, non formalizzato) più vasto dei cittadini e della intera nazione. Chiunque lo capisce. Mille persone che possono lavorare pagano Irpef sulle retribuzioni e poi Iva sui maggiori acquisti possibili. Si può stimare, tra Irpef e Iva, un importo di 2 o 3 milioni/anno? Cioè almeno tre volte il “risparmio” di 44 insegnanti?

Il bilancio statale non tiene conto delle conseguenze delle omissioni, dei tagli, dei licenziamenti e considera ogni voce o titolo di spesa (nel caso la scuola materna) non connessa con tutto il resto, quasi come una pianta in vaso, mentre in un bilancio nazionale non formalizzato dovrebbe considerare le conseguenze e le interconnessioni. Se si taglia un albero da frutta per fare legna, poi si rimane senza frutta.

La Regione Toscana deve aver tenuto conto di considerazioni simili e, potendo, è intervenuta per “salvare” 107 sezioni di scuola materna, 215 insegnanti e circa 3.000 bambini (2)

Possibile che Miur e Mef non arrivano a fare queste considerazioni e valutazioni? Al contrario “l'Italia è avara, e la scuola dell'infanzia, al 60% statale, al 40% comunale, è oggi assediata dai tagli d'organico (10mila insegnanti in meno dal 2009 ad oggi) e dalla povertà dei Comuni che non riescono più a mantenere i loro asili” (3). Di conseguenza “Migliaia di piccoli allievi tra i 3 e i 5 anni rischiano di non poter frequentare la scuola dell'infanzia. Le liste d'attesa scoppiano. Sono già oltre trentamila i bambini senza posto. Che resteranno a casa. Davanti alla Tv. O peggio, per strada” (3). A Bologna una mamma si ripromette di mandare la figlia a scuola nell’Ufficio del Sindaco, a Palazzo D’Accursio (4).

Occorre considerare anche altri due aspetti positivi della scuola materna (ora propriamente “scuola dell’infanzia”, dal 1991). Uno, il principale, è che la scuola dell’infanzia costituisce “un aiuto prezioso per sviluppare in modo globale ed equilibrato la personalità dei bambini” (5), e poi “offre una buona base per l'istruzione e la formazione lungo tutto l'arco della vita e contribuisce a ridurre il divario educativo per i bambini a rischio” (6). Pertanto “l’investimento nel segmento che accoglie i bambini dai 3 ai 5 anni costituisce un beneficio per l’intero sistema” (7).

L’altro aspetto è l’allinearsi virtuosamente ai livelli medi europei. Infatti: “La Commissione europea ha proposto un nuovo obiettivo per l'Europa: raggiungere la soglia del 90% di bambini di quattro anni che frequentano una scuola materna entro il 2020” (6).

Roma, 17 settembre 2012

Vincenzo Pascuzzi

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LINK

(1) Orlando: "La scuola materna è un diritto costituzionale"
http://livesicilia.it/2012/08/03/orlando-la-scuola-materna-e-un-diritto-costituzionale
(2) Scuole materne in Toscana: la Regione paga e salva 107 sezioni
http://www.firenzetoday.it/politica/scuole-materne-salvate-toscana-2012-2013.html
(3) Chiedo asilo. Mancano 10mila insegnanti ....
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/28/chiedo-asilo.html
(4) “Manderò mia figlia a scuola nell’ufficio del sindaco”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/04/mandero-mia-figlia-a-scuola-nellufficio-del-sindaco/338904/
(5) L'importanza della Scuola dell'Infanzia
http://www.scuolainfanziapontirolo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5:fondamenti-culturali-e-pedagogici&catid=8&Itemid=111&showall=&limitstart=1
(6) Educazione e assistenza alla prima infanzia
http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/istruzione/assistenza_it.htm
(7) l'importanza strategica della Scuola dell’Infanzia
http://www.andis.it/it/mondo_scuola/Floris_importanza_strategica_della_scuola_della_infanzia_2012.pdf

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"Siamo una .... squola fortissimi" - 3

Scuola, lavoro, famiglia. Gli orfani di giorno.

di Vincenzo Pascuzzi - 17 settembre 2012

Può essere utile e opportuno avviare una riflessione sul rapporto tra scuola, lavoro e famiglia. Vediamo due testimonianze fra loro complementari.

La prima relativa a Christian, sette anni e mezzo, come la racconta una insegnante ora in pensione. “«Mangi da solo?» gli chiesi, e mi rispose di sì, che mangiava quello che la mamma gli aveva lasciato sul tavolo, insalata, mozzarella o prosciutto e un bicchiere di latte freddo perché lei non voleva a nessun costo che accendesse il gas. «E dopo mangiato cosa fai?» continuai a chiedergli. «Leggo i giornalini, faccio i compiti e poi gioco da solo.» Un bambino dickensiano, pensai, che non patisce la fame, che non è costretto a rubare, ma che in qualche modo è stato privato della spensieratezza dell’infanzia, dei giochi con i coetanei, dell’allegria condivisa. La scuola frequentata da Christian non aveva il tempo pieno e iscriverlo in un’altra, più lontana, avrebbe comportato un pericolo maggiore all’andata e al ritorno. Non so più nulla di Christian, perché cambiai casa poco dopo, so però che contro di lui è stata commessa un’ingiustizia” (1) (2).

La seconda di una maestra che riferisce: “uno dei motivi che spinge una donna a scegliere di lavorare nella scuola: la gestione della famiglia. Il contratto della scuola tutela appieno la maternità in tutte le sue fasi, dall' interdizione all' astensione post-parto, alle assenze facoltative e prevede la concessione di periodi per assistere familiari bisognosi di cure. L' impiego da insegnante permette di poter seguire con tranquillità i propri figli nei pomeriggi liberi e durante tutti quei periodi in cui il calendario scolastico prevede la sospensione delle lezioni. Viceversa una lavoratrice madre del settore privato… ” (3).

Attualmente Stato, governo, partiti e sindacati ignorano completamente o quasi la situazione e il problema delle famiglie sole e con figli in età scolare. Se entrambi i genitori lavorano solo un po’ lontano da casa possono risultare assenti dalla famiglia anche per 11 e più ore al giorno! Le abitazioni risultano non presidiate anche al pomeriggio. Infatti non tutti possono permettersi baby sitter o tate, che pure aiutano e costituiscono una soluzione parziale. Ancora soluzione parziale è, o sarebbe, quella di ricorrere a strutture di qualità per la prima infanzia, peraltro non disponibili o non sufficienti. E c’è chi si chiede se “non sarebbe più opportuno prevedere misure che invece consentano alla madre, pur senza arrivare a un rapporto totalizzante, di seguire veramente da vicino lo sviluppo del suo bambino nei primi anni di vita senza che ciò comporti penalizzazioni in termini di carriera lavorativa” (4).

Risale al 1923 – e allora fu una conquista - l’orario lavorativo giornaliero di 8 ore, destinato essenzialmente agli uomini (5). Pochissime erano allora le donne che lavoravano fuori casa, La maggior parte aveva prole numerosa e presidiava la casa e la famiglia. Numerosi anche gli zii e le zie, c’era un vicinato più partecipe, prossimo e solidale.

Meno mobilità, distanze ravvicinate e minori tempi di percorrenza casa-lavoro per gli uomini. Lo stabilimento Fiat del Lingotto cominciò a produrre proprio nel 1923!

La struttura e l’organizzazione della famiglia (quando c’è) da allora è cambiata: equivalenza, o quasi, dei ruoli fra i coniugi o compagni, meno figli - solo uno o due, tasso di fertilità all’1,29 (6) - , disoccupazione diffusa, retribuzioni basse, condizioni di lavoro disagiate e incerte.

Risale al 1817 lo slogan di Robert Owen “Eight hours labour, Eight hours recreation, Eight hours rest” (7). Va verificato in relazione ai cambiamenti intervenuti e alle nuove esigenze: donne che lavorano, mobilità e tempi di percorrenza, poter presidiare le abitazioni dei ragazzi che vanno a scuola.

Roma, 17 settembre 2012

Vincenzo Pascuzzi

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LINK

(1) Christian e il tempo pieno [orfano di giorno]
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20100821064713
(2) Pensiamo al dopo Gelmini: la scuola e gli “orfani di giorno” – 26.11.2010
http://www.scuolaoggi.org/archivio/pensiamo_al_dopo_gelmini_la_scuola_e_gli_%E2%80%9Corfani_di_giorno%E2%80%9D
(3) Il mestiere di maestra e il welfare che non c' è
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/06/il-mestiere-di-maestra-il-welfare-che.html
(4) "Vale" più il lavoro o l'educazione di un figlio?
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/8/22/SCUOLA-Vale-piu-il-lavoro-o-l-educazione-di-un-figlio-/313315/
(5) 10 marzo 1923: in Italia viene approvata la giornata lavorativa di 8 ore
http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/684-10-marzo-1923-in-italia-viene-approvata-la-giornata-lavorativa-di-8-ore
(6) Italia agli ultimi posti per fertilità con 1,29 figli per donna
http://donneriv.blogspot.it/2008/04/italia-agli-ultimi-posti-per-fertilit.html
(7) How many working hours in a day?
http://robinharpe.com/career/how-many-working-hours-in-a-day/