I sindacati di polizia: «Bollettino di guerra, la Fornero se ne vada»

Mercoledì 14 Novembre 2012 - 18:01

VENEZIA - «E’ ora che il ministro Elsa Fornero vada a casa, per tutti i danni che ha già prodotto, per quelli che ancora, pervicacemente, intende causare, e perché se resta al suo posto non potremo più impedire che il Paese venga messo a ferro e fuoco e che dilaghi la violenza che scoppia ovunque ogni giorno e che, anche oggi, ha lasciato vittime sul campo tanti Poliziotti mandati a fare da bersaglio al posto dei responsabili della rabbia della gente».

Il veneziano Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di Polizia, è furioso dopo gli innumerevoli scontri avvenuti oggi in diverse città d’Italia (molti anche in Veneto) e le varie proteste organizzate contro le “misure anticrisi”. In molti casi ai cortei si sono mescolati gruppi violenti che hanno aggredito selvaggiamente le forze dell’ordine.





«Risultato? Un bollettino di guerra: a Milano 5 agenti feriti; a Padova due; a Torino un agente ferito gravemente, colpito con una mazza da baseball ed un bastone, casco spaccato e ferite al volto e ad un braccio, e altri 3 pure feriti meno gravemente; e poi ancora Roma, Napoli, Brescia e così via… Sembra un bollettino di guerra - aggiunge Maccari - Non è più possibile svolgere il nostro lavoro, è diventato insostenibile a questa condizioni e con questi Governi, che si susseguono di tutti i colori, tecnici e non, ma gettano e lasciano sempre noi nella mischia, a sorbirci le nefaste conseguenze di scelte e decisioni che non siamo noi a prendere, ma che anzi fanno più male a noi che agli altri. Le forze di polizia saranno ogni giorno di più vittime della violenza scatenata dalla crisi, ma non solo non sono sufficientemente attrezzate per resistere, quanto si vuole addirittura peggiorare le condizioni, le modalità e le dotazioni del loro lavoro. E’ necessario cambiare del tutto rotta, e metterci in condizione di fronteggiare giornate deliranti come quella di oggi con le risorse necessarie, con uomini e mezzi sufficienti, e soprattutto che non abbiano sessanta anni, né i primi né i secondi!».

«Il ministro Elsa Fornero in particolare, è responsabile delle più assurde proposte che abbiamo sentito negli ultimi anni. Come accidenti si può pensare che una giornata come quella di oggi si possa gestire con i pochi uomini che resteranno dopo il blocco del turn over, e che avranno un’età improponibile rispetto a compiti come quello svolto dai valorosi colleghi della Celere? L’incompetenza e il menefreghismo di certi governanti – conclude Maccari - non solo è benzina sul fuoco dell’ira di gente provata da privazioni e difficoltà e della violenza di approfittatori e strumentalizzatori senza scrupoli, ma è anche come un martello pneumatico che demolisce la stabilità e la resistenza del Sistema che garantisce la sicurezza dei cittadini. O anche, se si preferisce un’altra metafora, come una mazza da baseball che fa a pezzi il casco di sicurezza di un poliziotto».

E l'altro sindacato, Sap, rincara la dose: «Da Torino a Roma, da Milano a Padova oggi è stata una mattanza di poliziotti e carabinieri feriti, di operatori in divisa che hanno rischiato il linciaggio, di personale che è stato portato in ospedale dopo aver subito attacchi con bombe carta». Lo afferma il segretario nazionale Nicola Tanzi sottolineando che «purtroppo le legittime manifestazioni di dissenso di cittadini, lavoratori e studenti vengono sempre più spesso strumentalizzate dai professionisti del disordine, dagli antagonisti ai centri sociali, dagli autonomi all'ala violenta dei No Tav».

«Senza una forte e ferma risposta dello Stato, della società civile e di tutti coloro che hanno a cuore la democrazia - prosegue Tanzi - corriamo il rischio di vivere uno stato di tensione sociale e guerriglia permanente, dove i primi a farne le spese sono le forze di polizia». Tanzi ricorda che «da tempo il sindacato chiede strumenti normativi di contrasto più efficaci, come il fermo preventivo e il daspo, anche per i violenti che partecipano alle manifestazioni» ed invece «l'unica risposta che il Governo dà alle donne e agli uomini del comparto sicurezza è quella di un continuo taglio delle risorse». «Se non si troveranno soluzioni concrete e urgenti, soprattutto normative - conclude - la mattanza di oggi rischia di essere soltanto l'inizio di una lunga serie. E noi come rappresentanti dei poliziotti non possiamo permetterlo».