PROFUMO. Il «più qualificato dei rettori» candidato a Torino

di Roberto Ciccarelli – il Manifesto – 4 gennaio 2013 – pag. 2

Il «più qualificato dei rettori» ha trovato una nuova casa. Mario Monti ha invitato personalmente Francesco Profumo a candidarsi come capolista in un collegio di Torino. L'ex ministro dell'Istruzione che ha lasciato il suo incarico con un taglio di 300 milioni di euro al fondo per gli atenei non ha ancora confermato la notizia, mentre Renato Balduzzi, ex ministro della Sanità nativo di Alessandria, ha confermato la sua candidatura all'agenzia Asca. Entrambi sono pronti a guarnire il vassoio del Rotary club che l'ex rettore della Bocconi sta componendo secondo uno schema a tre punte: l'Udc di Casini, il plenipotenziario della comunità di Sant'Egidio e ex ministro Riccardi e il capo della Ferrari Montezemolo.






Come il suo mentore Monti, anche Profumo è salito in politica dopo avere fatto parlare di sé nelle vacanze natalizie. Per giorni ha occupato i pensieri di Bersani che alla fine è stato costretto a smentire la ricandidatura dei ministri «tecnici». Il nome di Profumo in una lista Pd avrebbe scatenato reazioni imprevedibili da parte del mondo universitario e della scuola scottato dal suo governo approssimativo, confusionario, velleitario. Per Profumo è una nuova delusione. Nel 2010 aveva provato a farsi eleggere a sindaco di Torino in una coalizione sostenuta dal Pd. La sua inarrestabile avanzata fu respinta d'autorità da Chiamparino.

Monti ha rimediato all'imbarazzo democrat permettendo a Profumo di cambiare pelle. Da «tecnico» che non avrebbe fatto riforme nella scuola e nell'università «perchè negli anni precedenti ce ne sono state troppe», l'ex rettore del Politecnico di Torino si è riscoperto esponente della «società civile» di Monti. Profumo è ordinario di ingegneria, membro Cda di Unicredit private Bank, del comitato consultivo divisionale di Unicredit private Banking e dell'Advisory Board di Innogest Fund e di Reply. Nella sua dichiarazione dei redditi del 2011 ha denunciato 227.512 euro, è titolare di un pacchetto azionario con investimenti, tra gli altri, in Intesa San Paolo, Monte dei Paschi, Enel e Finmeccanica. Insomma è l'uomo giusto per rappresentare gli interessi della società civile in Parlamento al punto da avere convinto Enrico Bondi, il recruiter ufficiale delle liste Monti, a dirottare su un altro collegio del Nord Andrea Olivero, l'ex presidente delle Acli originario di Cuneo.

Dei suoi 13 mesi passati a Viale Trastevere sarebbe ingiusto ricordare solo i 23 milioni di euro stanziati per fornire un tablet agli insegnanti, invece di dirottarli sull'edilizia scolastica più fatiscente d'Europa. Non parliamo del «concorsone» della scuola, spacciato come l'avvento della cultura del merito e il ritorno al concorso pubblico, che è servito solo a cancellare i diritti acquisiti da 136 mila precari. Pochi ricorderanno invece il conflitto di interessi scatenato da Profumo quando, per due mesi e mezzo, mantenne il doppio incarico da ministro dell'Istruzione e da presidente del Cnr. Invece di dimettersi dal Cnr al momento della nomina da ministro, fece appello all'Antitrust. Oppure quando Profumo, da ministro, fece ricorso contro lo statuto votato dal Politecnico quando ricopriva l'incarico di rettore. Un vero esponente della società civile. Pardon, delle corporazioni che amano passare da una poltrona all'altra, senza mai saltare un giro.

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