Scuola : proposte di alto senso etico e civico bollate come conservatorismo

di Lucio Ficara 11 febbraio 2013  Bollare delle sane e pure proposte di alto senso etico e  civico, fatte sulla scuola pubblica e sull’istruzione, come se fossero proposte miopi e di estremo conservatorismo, dimostra l’esistenza, nel nostro Paese,  di un forte cinismo politico, arrogante e prepotente, che ama fare il forte con i deboli e il debole con i forti. Garantire  l’accesso al mondo della conoscenza e della formazione a tutti, investire per lottare contro la dispersione scolastica, costruire scuole sicure e mettere a norma quelle costruite malamente o lasciate andare, senza alcuna manutenzione, all’incuria del tempo, non è “conservatorismo” ma semplicissimo senso civico. Sostenere che il merito, il sistema di valutazione, l’Invalsi e l’indire, la riforma degli organi collegiali, siano le vere priorità della scuola pubblica italiana, nel mentre le risorse umane e finanziarie per garantire l’autonomia scolastica sono ridotte al lumicino, il contratto della scuola è scaduto da oltre 3 anni, i tagli di legislatura fatti all’intero mondo della conoscenza sono stati devastanti , i carichi di lavoro per il personale scolastico è diventato insopportabile al limite dello “stalking burocratico”,  significa una cosa soltanto,  finire di distruggere la scuola, completando il lavoro ottimamente iniziato dalla Gelmini e proseguito in continuità dall’attuale ministro Profumo. Dal fannullismo brunettiano siamo passati alle logiche di conservatorismo di Monti, il minimo comune denominatore tra la lotta al fannullismo di 5 anni fa e l’attuale lotta al conservatorismo di oggi, è quello della disintegrazione del sistema pubblico di istruzione italiano.
Vedere bollare come  valori conservatori, i valori  scritti nella Costituzione italiana come l’art.33 e l’art.34 che ricordiamo affermano : “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”; “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, dispiace moltissimo. Ci dispiace vedere in questa campagna elettorale  una certa Italia, satiricamente definita dal bravo Crozza come “l’Italia dei carini”, un’Italia che potremmo definire  perbenista,  che si indigna a sentire parlare di riforme condivise, che coinvolgano studenti, genitori, docenti, sindacati e che definisce “conservatore” un sindacato moderno, democratico e progressista come è oggi  la CGIL. Dopo il fannullismo che sappiamo bene dove ci ha condotto, non vorremmo assistere alla lotta contro un altro fantasma: “il conservatorismo”. Pensiamo che le priorità per la scuola pubblica siano altre ed abbiano bisogno della condivisione di tutti. Bisogna reperire risorse finanziarie ed umane per i bisogni reali delle singole istituzioni scolastiche, bisogna trovare i soldi per rinnovare i contratti collettivi di lavoro, bisogna rimettere al centro il valore dei patti contrattuali in modo da rinsaldare i rapporti tra il lavoratore e la propria amministrazione, bisogna fare serie politiche contro la dispersione scolastica, bisogna investire in messa in sicurezza delle scuole ed edilizia scolastica, poi ci sarà anche il tempo di  coinvolgere gli attori principali della vita scolastica per fare una legge obiettiva di riforma degli organi collegiali e pensare ad un meccanismo oggettivo e trasparente di valutazione e merito. Chi si sta affrettando a nominare i nuovi consigli di amministrazione di Invalsi e Indire, e contemporaneamente ha premura nell’approvare lo schema di decreto sul Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione, lo sta facendo in nome di un anti-conservatorismo inventato e fortemente demagogico.