Credere, obbedire, quizzare

Commento all’intervista a Paolo Sestito (Invalsi)


di Vincenzo Pascuzzi – 27 aprile 2013

1) Sembra che i ruoli tra Miur e Invalsi si stiano invertendo per quanto riguarda la valutazione e non solo. Il fornitore (Invalsi) sta dicendo al committente (Miur) di cosa ha bisogno la Scuola, non viceversa. Il titolo redazionale all’intervista è un assist in tal senso. Dovrebbe infatti essere il ministro e il Miur a proporre cambiamenti all’esame di Stato.

2) Sulla carta, Invalsi si occupa di valutazione e merito altrui, ma a lui nessuno lo valuta o controlla. A cominciare dai suoi vertici che sono nominati in via straordinaria, non tramite concorso. Invalsi dice, autocertifica che opera al meglio e bisogna solo fidarsi!






3) Al momento è in una fase pubblicitaria-promozionale, forse un po’ impensierito da chi nutre “molta diffidenza e opposizione verso il suo lavoro”. Perciò ha approntato un opuscolo illustrativo destinato agli studenti - l’80% dei quali ha meno di 13-14 anni - non ai genitori o ai docenti. Anche le interviste rientrano nell’attività promozionale. Invece depliant e interviste dovrebbero essere prerogative del ministero e del ministro in prima persona, con lui il mondo della scuola dovrebbe potersi confrontare e ragionare di valutazione e Invalsi. Si è creata una situazione di rapporti anomala.

4) Invalsi impone le prove a quiz in forza di una legge, interpretata però in modo estensivo, supportato da quei presidi che sperano di essere poi ricambiati dal Miur con l’incarico di veri presidi-manager (che scelgono i docenti, ecc.).

http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/4/27/SCUOLA-Sestito-Invalsi-e-se-cambiassimo-l-esame-di-Stato-/387500/