La "diaria" e la retromarcia dei grillini

di Claudia Daconto


Anche questa volta non ci siamo fatti capire, ma per favore, non ci metta in cattiva luce pure lei”. Elena Fattori, 45 anni, senatrice 5Stelle genzanese, madre di tre figli piccoli, al telefono con Panorama.it, è tra le poche ad ammettere, sconsolata, che “sì, le intenzioni erano e restano buone, ma ci sono dei nodi che dobbiamo ancora sciogliere”.
Già perché sulla storia della restituzione della “diaria” - che in realtà riguarda anche le altre indennità aggiuntive: spese di esercizio mandato, trasporti, telefono, per un totale di circa 8.400 euro netti al mese – i grillini stanno rischiando l'ennesimo autogol. Al punto che ieri il portavoce Vito Crimi si è dovuto affrettare a pubblicare un video in cui assicura: "Manterremo le promesse" .
Un secondo dopo il risultato del sondaggio con cui la maggioranza dei parlamentari ha optato per una soluzione soft (no alla restituzione totale dell'importo ma solo di quanto avanzato sottratte le spese rendicontate), attivisti, militanti e simpatizzanti si erano infatti già scatenati contro quello che appare loro come un voltafaccia, un tradimento, un passo indietro.






Ma come? Avevate detto che vi bastavano 2.500 euro netti e adesso già ci ripensate? - è il tenore dei messaggi postati sulle bacheche Facebook di deputati e senatori - Siete come tutti gli altri!”.
La verità è che la discussione interna al Movimento sul tema “quanto restituiamo” non nasce oggi ma risale già a diverse settimane fa quando qualcuno, spaventato dalle conseguenze di un eventuale rinuncia, proponeva di far fare a Beppe Grillo in persona una rettifica immediata sull'argomento.
Come ricostruisce la Fattori, dopo aver firmato, da futuri parlamentari, il regolamento che prevede il dimezzamento dell'indennità di mandato da 10mila a 5mila euro lordi, i neo eletti avevano valutato anche cosa fare di tutto il resto: diaria, spese per collaboratori e attività politica, rimborsi per taxi e telefono. Fino a decidere, con il sondaggio, di spendere quanto ci sarà da spendere, rendicontare tutto e restituire il resto ma solo su base volontaria.
Se fosse stato obbligatorio restituire tutto – spiega la Fattori - io personalmente con 2.500 euro netti al mese non ce l'avrei potuta fare.  Viaggio avanti e indietro da Genzano quasi ogni giorno spendendo circa 200 euro al mese di benzina. Resto fuori fino alle 22 e dovrò pagare, appena mio marito finisce le ferie, la badante per i miei genitori, entrambi invalidi, e la baby sitter dei miei tre figli. Non solo: a fine anno c'è il conguaglio Irpef e l'imponibile sarebbe comunque altissimo anche se dovessimo rinunciare a una parte di stipendio. Infine: i contributi versati ai parlamentari non sono ricongiungibili con quelli dell'Inps e finiscono in un fondo a parte, ma se la legislatura non arriva al termine andranno perduti”.
Perplessità condivise dal collega deputato Filippo Gallinella: “Abito in una traversa di via del Tritone, divido la casa con un collega e spendiamo 1.500 euro diviso due. Quindi sono 750 euro più le spese che ancora non so quantificare perché le bollette non sono ancora arrivate. Il treno ce lo abbiamo gratis e qui a Roma mi sposto o in metropolitana (35 euro al mese l'abbonamento) o in taxi. A pranzo mangio alla mensa della Camera (circa 10 euro a pasto). Per la cena cerco di fare la spesa, ma qui è più difficile trovare i discount e pago senz'altro di più. Per restituire l'avanzo si pone però il problema delle tasse. E' ovvio che se l'imponibile è calcolato su 100.000 euro, anche se ne spendessi 60mila e ne restituissi 40mila, mi tasserebbero comunque su 100.000 euro. C'è allo studio l'idea di fare donazioni a onlus con possibilità di sgravio al 100%. Ma stiamo aspettando ancora delle delucidazioni”.
Anche Mario Giarruso, senatore catanese, si presta a farsi fare due conti in tasca: 1.600 euro d'affitto al mese per un appartamento che ha dovuto in parte arredare spendendo qualche centinaia di euro da Ikea; 10 euro a pasto alla Camera più le cene fuori casa, per non parlare dei trasporti, “Roma è carissima – si lamenta – ma un conto preciso di quanto potrò davvero spendere ancora non me lo sono fatto”.
Ci è riuscita, invece, la riminese Giulia Sarti: “In un mese saranno circa 4mila euro, 1.200 di affitto per la casa e il resto tra mangiare e spostamenti. La vita fuori casa è un salasso. Non saprei quantificare esattamente per cosa spendo ma so che restituirò quello che mi resterà dei circa 8mila euro netti di diaria, spese per l'esercizio del mandato, trasporti e telefono sottratti i 2.800 euro lordi per lo stipendio del collaboratore a cui non è possibile in alcun modo rinunciare. Però riconosco che le esigenze di una ragazza di 26 anni sono diverse da quelle di chi ha famiglia, quindi immagino che molti di noi non saranno in grado di restituire quasi nulla”.
Nicola Morra, senatore catanzarese, impegnato in Aula, ci invia un sms: "Appena terminerò di rendicontare per gli ultimi giorni di aprile le farò sapere tutto in analitico. Ancora non ho preso casa. Sono ospite dai miei nei pressi delle Fosse Ardeatine. A costo zero. E naturalmente, fino a quando non troverò una sistemazione, nulla prenderò per la casa. In più l'assistente personale è arrivato ad aprile per cui per marzo restituirò ciò che sarà possibile restituire. Ps: Comunque le posso assicurare che ho speso ben di meno di quanto lo Stato mi ha dato. E naturalmente restituirò”.
Per una via di mezzo si schiera il 29enne infermiere pesarese, Andrea Cecconi: “Sono per una soluzione di buon senso. Dell’indennità abbiamo bisogno, ma solo della parte che è effettivamente necessaria alle nostre esigenze. E naturalmente deve essere tutto rendicontato. Quello che non è necessario va restituito".
Cioè quanto? Se 1.500 euro ne spende al mese per l'alloggio, 600 per il vitto, 150 per i trasporti e 50 per il telefono, alla fine gli avanzerebbero 4.500 euro che, giura, restituirà. E l’assistente? "Su questo devo ancora decidere".
Gianluca Vacca invia a Panorama.it una rendicontazione ancora più dettagliata: 4.550 euro la cifra che anche lui intende restituire ogni mese allo Stato oltre i 3.187 dell'indennità parlamentare.


http://news.panorama.it/politica/Taglio-diaria-grillini