Storia di Paolo, insegnante palermitano espulso dall’Eritrea perché gay e licenziato in tronco dallo Stato Italiano

di Marta Genova  11 Maggio 2013



Paolo Mannina, insegnante palermitano, dallo scorso 6 marzo lavorava come docente di lettere nell'istituto ( italiano) Omnicomprensivo di Asmara con regolare contratto. "Scoperta" la sua omosessualità il governo eritreo lo ha cacciato. Dandogli poche ore per raccogliere la sua roba e tornare in Italia perché "Potenzialmente destabilizzatore dell'ordine morale". Questa è stata la motivazione fornitagli dall'ambasciatore italiano ad Asmara, che aveva avviato delle trattative con le autorità eritree.
A denunciare il fatto è stata l'Associazione radicale Certi Diritti che fa sapere: "La pratica è adesso nelle mani dell'UNAR (Ufficio nazionale Antidiscriminazioni), a cui abbiamo presentato un esposto, e del Ministero degli Interni italiano affinché si intervenga e si costringa il Ministero eritreo a chiarire l'accaduto fornendo le motivazioni ufficiali dell'espulsione".
La Scuola di lingua italiana per Stranieri dell'Università di Palermo, presso cui Paolo ha conseguito un master in Teoria e progettazione didattica dell'italiano come lingua straniera, ha deciso in segno di solidarietà di fargli aprire il prossimo 31 maggio la Summer School "Differenze e identità plurali", organizzata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche in vista del Gay Pride nazionale di Palermo.






Paolo ha corso il rischio si essere portato in carcere. " Rischiavo di essere prelevato dalle autorità militari eritree e sbattuto in carcere e per una settimana ho dovuto vivere nascosto e sempre in compagnia di qualcuno. L'omosessualità in Eritrea è punita con il carcere e io avevo un mandato di espulsione emesso dalle autorità del paese ".
Va sottolineato che nell'accordo tecnico sullo status delle scuole italiana in Asmara e del loro personale non viene menzionato l'orientamento sessuale come elemento per l'attribuzione di un incarico lavorativo presso la scuola italiana in Eritrea.
"Ma la cosa grave è che lo Stato Italiano – ha detto Paolo – preoccupato di salvaguardare la mia columità in Eritrea, visto che rischiavo da 3 a 10 anni di carcere, una volta rimpatriato mi ha lasciato senza lavoro, costringendomi a firmare il mio licenziamento in tronco! Ma il nostro non dovrebbe essere uno Stato di diritto?"
Paolo non ha commesso alcun reato, non ha avuto alcun comportamento scorretto all'interno dell'istituto in cui insegnava, non ha violato alcuna legge, è stato espulso dopo che le autorità eritree sono venute a conoscenza del suo matrimonio con Pablo, avvenuto nel 2008 in spagna. Motivo di orgoglio qui a Palermo, per tutta la comunità gay ed etero che ritiene sacrosanto il diritto ad amare chi si vuole.



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