Nomine al MIUR: riflessioni su Sottosegretari di Stato e Capi dipartimento




Il fatto

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Maria Chiara Carrozza, ha nominato i nuovi Capi Dipartimento del Miur. A dirigere il Dipartimento per l'Istruzione è stato chiamato il Dottor Luciano Chiappetta, al Dipartimento per l'Università, l'AFAM e per la Ricerca il Professor Marco Mancini, mentre al Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali la Dottoressa Sabrina Bono.

 Le riflessioni riprese da Facebook:
 


 
§ 

Teodosio Orlando Queste nomine provano a mio parere varie cose: 1) La Carrozza ha adottato lo spoils system, per cui anche in presenza di capi dipartimento nel pieno dei loro poteri ha deciso di sostituirli entro 90 giorni dall'insediamento del governo. 2) Il profilo dei Capi dipartimento dovrebbe essere quello di vertici dell'amministrazione, ma in realtà è misto amministrativo-politico. Differiscono dai sottosegretari perché il profilo di questi ultimi è piuttosto politico-amministrativo, ma poi se uno va a vedere bene le cose, scoprirà che spesso a certi livelli le distinzioni politica/amministrazione sono alquanto aleatorie. Del resto, mi pare che solo Chiappetta, dei tre, abbia una carriera tutta interna all'amministrazione. Mancini è un professore universitario che avrebbe potuto benissimo anche ricoprire il ruolo di sottosegretario "tecnico" senza particolari difficoltà. 3) Ma servono davvero tre capi dipartimento e tre sottosegretari al MIUR? Chi pagherà i loro lauti stipendi? Non sarebbe bastato nominarne due di meno, accorpando sotto un'unica figura i due dipartimenti dell'istruzione e conferendo più deleghe a solo due sottosegretari? Ricordo che durante il ministero Gelmini c'era un solo sottosegretario e per un certo periodo un solo capo dipartimento, perché uno era andato in pensione e pure quello dell'università non era stato nominato.


§ 

Max Bruschi 1) Stellacci e Biondi hanno deciso di andare in pensione. A prescindere dal fatto che il Ministro, di qualunque colore, ha il diritto/dovere di scegliere i vertici dell'amministrazione; 2) il profilo è quello corretto, amministrativo. Che poi abbiano un proprio orientamento, che vogliamo fare? Prendere dei monaci? L'importante è che seguano l'amministrazione sulla base delle linee di indirizzo. 3) io ho servito sotto due capidipartimento, sotto l'ufficio legislativo e sotto il gabinetto. Siccome ho visto la situazione dall'interno, nessuno al mondo sarebbe in grado di gestire QUEI tre dipartimenti da solo. Cosentino, da "pensionato", ha continuato a collaborare, ma il numero di obiettivi mancati dopo la sua disparita è imbarazzante. Quanto all'università, in quel caso invece il dipartimento ha poche funzioni, stante l'0elevato grado di autonomia non tanto delle DG, quanto dei soggetti amministrati. Infine, i sottosegretari, stante la Bassanini, mancano TOTALMENTE dei poteri che ha un capodipartimento. Si aggiorni.

 

Teodosio Orlando

Docente di filosofia e storia presso il liceo classico statale "Dante Alighieri" di Roma. È stato docente a contratto (2006-2007) e supervisore del tirocinio presso la Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario dell'Università di Roma Tre (2007-2009). Dottore di ricerca in filosofia (Università di Firenze, 1995) - ex allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa.

 

 

 Bruschi Marco detto Max
 
 
Qualifica
Dirigente di seconda fascia
Amministrazione
MIUR – USR Lombardia