Da un articolo de Il Fatto Quotidiano ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/23/dirigenti-pubblici-pagato-capo-della-polizia-manganelli-621mila-euro-lanno/193320/ ) si
apprende che:
Il capo della polizia è il
dirigente pubblico italiano più pagato, con uno stipendio annuo di 621.253,75
euro. Nella “classifica” del reddito, dietro al capo della polizia si trova il
Ragioniere generale dello Stato, con 562.331,86 euro, seguito dal Capo
dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, con 543.954,42 euro. In quarta
posizione si trova il capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia, con
536.906,98 euro. Segue il Capo di stato maggiore della Difesa, il generale con
482.019,26 euro. Sesto, il direttore dei Monopoli di Stato con 481.214,86 euro,
settimo il Capo di stato maggiore dell’Esercito, , con 481.021,78 euro. Subito
dopo un altro militare, il Capo di Stato maggiore della Marina, con 481.006,65
euro. Il nono posto registra un ex aequo tra il presidente dell’AgCom, e il numero
uno dell’Antitrust, con 475.643,38 euro. Chiude la top ten, a pochi centesimi
di distanza, il presidente dell’Autorita’ dell’Energia, che ha ricevuto 475.643
euro.
Dall’undicesimo posto in poi, nella classifica dei dirigenti pubblici
meglio pagati si trovano il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri (462.642,56
euro), il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica (460.052,83 euro), il
segretario generale (412.560 euro), i componenti dell’autorità dell’energia con
una retribuzione di 396.379 euro. A breve distanza si trovano i membri
dell’Antitrust e dell’AgCom con 396.369,44 euro, e poi il direttore generale
della Consob, con 395mila euro (“più la gratifica annuale”) e ancora i
componenti dell’autorità di vigilanza sulla Borsa, con 322mila euro.
Un Prof di scuola superiore con i suoi
20mila euro annui rappresenta un reddito che va dalla trentesima parte rispetto
al capo della polizia, alla sedicesima parte rispetto al reddito dei componenti
dell’autorità di vigilanza sulla Borsa. La scuola e tutti i professori
guardano, analizzano e riflettono sulla democrazia retributiva del nostro
Paese.
Aldo Domenico Ficara