La scuola prima che risorsa economica, è una risorsa civile




In questo breve articolo si vogliono riportare alcuni pensieri di Norberto Bobbio e Giancarlo Lombardi per stimolare una riflessione sull’importanza della scuola pubblica nelle strategie di sviluppo culturale di una nazione

Bobbio nelle sue riflessioni parla di cittadini e rifiuta il termine “popolo”: «Ciò che sta alla base di uno stato democratico non è il popolo. Sono i singoli cittadini».  Da questo ragionamento si delinea una  prima importante ricaduta: la scelta dei cittadini al posto del popolo è determinante perché il popolo può essere “educato” dai mezzi di comunicazione di massa, mentre  il cittadino presuppone una istituzione, prevista dalla costituzione, che si chiama scuola pubblica! La scuola è lo strumento che la Repubblica dispone per far crescere la democrazia, è l’espressione stessa dell’irrinunciabile vocazione alla democrazia.  La scuola (quella pubblica, della Costituzione) non è, dunque, un «bene negoziabile», una merce: è il luogo della cittadinanza e lo scolaro, lo studente non sono né utenti di un servizio, né clienti, né consumatori.





Per rafforzare il concetto di scuola pubblica è bene citare  Giancarlo Lombardi: «...la scuola prima ancora che fattore decisivo di sviluppo economico, è il luogo di acquisizione sistematica e critica della cultura, luogo in cui si promuove lo sviluppo dalle persona umana.  La scuola, insomma, prima che risorsa economica, è una risorsa civile in quanto sede dei processi di umanizzazione e socializzazione delle nuove generazioni. Ma è altrettanto vero che una scuola di qualità è condizione indispensabile per lo sviluppo economico del Paese.»