di Lucio Ficara
Esistono casi di docenti che hanno lavorato una vita, a volte in condizioni di lungo precariato e facendo la spola, in quelle situazioni di pendolarismo cronico, tra il comune di residenza e quello in cui è ubicata la scuola di titolarità , e che hanno acquisito, tuttavia, dopo tanti sforzi e sacrifici, il diritto di vedersi corrisposto il trattamento di fine rapporto. Nel mondo della scuola , la crescente demotivazione che affligge il corpo insegnate, l’aumento ingiustificato dei carichi di lavoro, la crescita continua della burocrazia che a volte sfocia in vera e propria molestia burocratica , sono i motivi principali di un maggior numero di docenti, che sta pensando seriamente di lasciare la scuola, sempre all’interno dei parametri della legge Fornero, ma prima di raggiungere i requisiti massimi per la pensione. Ebbene, bisogna sapere che la legge di stabilità 2014, appena licenziata dal Consiglio dei ministri, prevede una stretta per quanto riguarda la liquidazione del TFR. Di cosa si tratta nello specifico?
Esistono casi di docenti che hanno lavorato una vita, a volte in condizioni di lungo precariato e facendo la spola, in quelle situazioni di pendolarismo cronico, tra il comune di residenza e quello in cui è ubicata la scuola di titolarità , e che hanno acquisito, tuttavia, dopo tanti sforzi e sacrifici, il diritto di vedersi corrisposto il trattamento di fine rapporto. Nel mondo della scuola , la crescente demotivazione che affligge il corpo insegnate, l’aumento ingiustificato dei carichi di lavoro, la crescita continua della burocrazia che a volte sfocia in vera e propria molestia burocratica , sono i motivi principali di un maggior numero di docenti, che sta pensando seriamente di lasciare la scuola, sempre all’interno dei parametri della legge Fornero, ma prima di raggiungere i requisiti massimi per la pensione. Ebbene, bisogna sapere che la legge di stabilità 2014, appena licenziata dal Consiglio dei ministri, prevede una stretta per quanto riguarda la liquidazione del TFR. Di cosa si tratta nello specifico?
Incominciamo con il dire che chi volesse andare in
pensione anticipatamente, pur
rispettando i limiti individuati dalla legge Fornero, oltre alle penalità previste
, dovrà attendere, prima di incassare la buonuscita, almeno 20 mesi. Ma c’è di più, infatti, il blocco
contrattuale e degli scatti di anzianità, penalizzano chi sarebbe dovuto scattare e chi da anni spera
che, prima di andare in pensione, possa essere
rinnovato il contratto della scuola soprattutto per quello che attiene
la parte economica. Per adesso nessuna norma è stata prevista, all’interno
dell’articolato della legge di stabilità, per agevolare l’uscita dalla scuola
di tutto il personale che aveva raggiunto nel 2012 la fatidica quota 96. Invece
nella legge di stabilità ci sarebbe addirittura la cancellazione, con la netta
contrarietà dei sindacati, della norma sulla reformatio in peius dei
trattamenti economici. Questo potrebbe colpire i docenti inidonei, che
essendo trasferiti dal settimo livello della docenza, potrebbero essere
degradati a mansioni di livello inferiore, senza che possano appellarsi al
mantenimento dello stipendio di insegnanti. Mala tempora currunt ! Per chi
vorrebbe andare in pensione anticipatamente, così come, per chi, dichiarato
inidoneo all’insegnamento, verrà trasferito
verso il lavoro amministrativo. Un altro provvedimento che potrebbe
toccare lo stipendio accessorio dei docenti e di tutto il personale della
scuola è la decurtazione del 10% degli straordinari. Nella scuola gli
straordinari si pagano con il FIS, questo potrebbe significare una sforbiciata
del 10% del fondo d’istituto, Questo sarebbe un risparmio di spesa, che si
aggira intorno ai 100milioni di euro. Tra le righe della legge di stabilità, ci
sarebbe la
proposta dell’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni
professionali dei docenti, e il contestuale licenziamento dell’attuale sistema di progressione della
carriera legato all’ anzianità di servizio.