Visita a INVALSI per approfondire le criticità

Una delegazione del M5S composta dai deputati Maria Marzana, Silvia Chimienti e Luigi Gallo si è recata a Frascati in visita alla sede dell'ente di ricerca INVALSI. Molti i temi affrontati, come la questione relativa all'efficacia delle prove nazionali di valutazione, le problematiche inerenti alla standardizzazione dei test e il coinvolgimento dei docenti nella loro elaborazione. I vertici dell'Ente si sono mostrati accoglienti e disponibili a rispondere, durante un lungo colloquio, a tutte le domande poste.
Inoltre, i Deputati del M5S hanno espresso perplessità circa la tendenza attuale alla personalizzazione della didattica, che mal si concilia con le prove INVALSI, e sul peso che esse hanno assunto all'interno dell'esame di stato di terza media.
"Condividiamo la necessità di dotarsi di un sistema nazionale di valutazione realmente efficace - spiegano I Deputati - che individui i parametri per stanziare le risorse utili a mettere in atto interventi mirati al miglioramento delle scuole italiane.




Riteniamo non condivisibile - aggiungono - l'affermazione secondo cui l'INVALSI è nato in seguito ad un'imposizione dall'alto e che esso rappresenterebbe l'unico modo per accedere ai finanziamenti europei. Il M5S, infatti, mette in discussione le indicazioni dell'Europa anche quando si parla di scuola e di valutazione: troviamo inconcepibile che si auspichi una competizione tra le scuole in un'ottica imprenditoriale e riteniamo che l'obiettivo delle valutazioni nazionali debba essere opposto a quello della presunta premialità degli istituti migliori. Riteniamo inoltre che sia fondamentale una partecipazione quanto più possibilmente ampia del personale docente italiano alla stesura delle prove. Abbiamo rilevato anche - concludono i deputati - una sproporzione delle competenze tra i ricercatori dell'Ente: molti sono econometristi ed esperti in statistica, ma c'è una totale assenza di pedagogisti di specializzati in didattica".
Infine, i Deputati del M5S hanno potuto confrontarsi con il personale collaboratore dell'Ente, che vive in una condizione di precariato da oltre dieci anni e che rivendica la stipula di contratti a tempo indeterminato. In questo caso, invece, sarebbe doveroso rispettare le direttive europee in materia di divieto di abuso sui contratti a termine.


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