di Lucio Ficara
È
questione di punti di vista, ma per qualcuno la categoria dei docenti gode di
privilegi insostenibili e non è pagata poco. A fare queste dichiarazioni è una deputata del
gruppo parlamentare di Scelta Civica, l’on. Ilaria Capua. Le sue dichiarazioni
rilasciate in un’intervista a Tuttoscuola, non sono da considerarsi estemporanee
e prive di conseguenze, in quanto la parlamentare del gruppo di Monti è
anche vicepresidente della VII Commissione cultura, scienza e istruzione. La
Capua che più che di scienze umane, pedagogia e scuola, è esperta di scienze
veterinarie ed è anche specializzata in igiene e salute animale, probabilmente
non conosce bene le problematiche del mondo della scuola e non è aggiornata su
i grandi sacrifici che i docenti fanno per mantenere in piedi il nostro
scassatissimo sistema scolastico. Ma veniamo ad analizzare il punto di vista
dell’on. Capua sul lavoro degli insegnanti. Per la vicepresidente della VII
Commissione della Camera dei Deputati, il corpo docente gode del privilegio di
essere profondamente sottoutilizzato, infatti sempre secondo l’on. Capua, i
professori lavorano 18 ore a settimana ed hanno persino un giorno libero, questo , conclude la
deputata di Scelta Civica, oggigiorno non
lo può fare nessun lavoratore, ed è quindi insostenibile.
A questo punto di vista, vogliamo
contrapporne un altro, che arriva da chi la scuola la fa e la vive quotidianamente.
Infatti se dovessimo descrivere la settimana di lavoro di un insegnante, quella
reale e non quella vista dai politici, scopriremmo un’altra realtà che non ha
nulla a che vedere con quanto asserito dall’on. Capua. Dire che i professori
lavorano soltanto 18 ore settimanali, che poi sarebbero 24 ore per le scuole
primarie e 25 per l’infanzia, è assolutamente una sciocchezza, volta a
deformare la realtà. Si tratta del classico tentativo stereotipato, che ogni tanto esce fuori con le
dichiarazioni di qualche politico, di descrive
il docente come un fannullone, che lavora solo per 18 ore settimanali ed ha
anche il giorno libero settimanale, il calendario scolastico lo impegna solo per 200 giorni l’anno, mentre durante gli
altri 160 giorni è in vacanza, uno stereotipo che giustifica il fatto che il
docente è pagato proporzionalmente al suo scarso utilizzo. Secondo questo
impianto di ragionamento ne consegue che i docenti non sono pagati poco, ma
proporzionalmente al loro esiguo impiego temporale. Ma la realtà dice un’altra
cosa che è scritta anche sul contratto di lavoro dei docenti. Infatti gli
impegni dei docenti non si esauriscono con le 25, 24 , 18 ore settimanali di
lezione per 35 settimane l’anno, ma proseguono anche con latri compiti loro
assegnati. Troviamo infatti l’art. 29,
comma 3 del CCNL scuola, che prevede fino a 40 ore annue di riunioni del
collegio docenti e incontri quadrimestrali scuola- famiglia ed fino ad altre 40
ore di attività collegiali di consigli di classe. Nello stesso articolo e al
difuori delle 80 ore appena menzionate ci sono anche gli scrutini del primo e
del secondo quadrimestre, che sono obbligatori e non hanno, per evidenti
motivi, un limite massimo di orario ed ancora c’è un’ ulteriore ora, i cui
criteri di espletazione sono decisi dal Consiglio d’Istituto, per l’incontro scuola-
famiglia antimeridiano. Sempre nell’articolo 28 al comma 2 sono previste un
altro bel numero di ore di servizio che i docenti devono concedere ai bisogni
dei propri allievi: si tratta della preparazione delle lezioni ed esercitazioni
e dalla correzione degli elaborati. Un docente che ha in media almeno 100
alunni, deve correggere 100 elaborati scritti al mese, che portano via ore ed
ore di lavoro. Il docente di oggi è chiamato a svolgere un lavoro immane, anche
quello di sopperire alle deficienze organizzative e strutturali delle scuole.
Il docente di oggi, non svolge soltanto lezioni frontali, ma svolge lezioni
interattive che deve preparare con cura, lezioni di tipo laboratoriale, in cui
l’alunno diventa protagonista, il docente di oggi è anche psicologo,
riferimento dei giovani, educatore, il docente di oggi programma, riprogramma,
valuta e rivaluta, organizza le strategie didattiche e studia varie metodologie
di apprendimento, il docente di oggi è in perenne formazione (art.64 del
contratto), il docente di oggi non si limita a fornire contenuti, ma si applica
a insegnare metodi di studio, a formare competenze con cui l’allievo si possa
disimpegnare nella sua azione di studio. Insomma bisogna dire che c’è anche un
altro punto di vista oltre a quello dell’on. Capua vicepresidente della VII
Commissione scienza e istruzione.