Anna Maria Ajello: “Dobbiamo andare oltre i test Invalsi”

20 febbraio 2014

“Andare oltre i test Invalsi” – Ad affermarlo è lo stesso Presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, la neoeletta professoressa Anna Maria Ajello in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Dichiarazioni che sembrano aprire una vera e propria stagione di cambiamenti per il sistema Invalsi, al centro di un acceso dibattito fin dalla sua istituzione, nel 1999: ”Noi siamo esperti che forniscono misurazioni, non valutazioni, la valutazione è il passo successivo – ha affermato il neo Presidente – L’Invalsi deve offrire strumenti alla scuola per valutarsi e in questa ottica dobbiamo andare oltre i test che ci sono e che comunque vogliamo mantenere, per offrire altri strumenti, altri tipi di prove. Tutte le prove, nel loro insieme, porteranno poi alla valutazione complessiva”. E sulle funzioni dell’Istituto, la professoressa Ajello ha voluto precisare: “l’Invalsi offre strumenti, è come un termometro che può misurare la temperatura ma per la diagnosi serve una valutazione medica, adeguata”. Non si tratta certo di una bocciatura di quello che fino a oggi è stato il metodo di valutazione dell’efficienza scolastica, ma solo di un cambio di prospettiva: “Dobbiamo continuare a fare rigorosamente quello che abbiamo fatto finora – prosegue Anna Maria Ajello – e tuttavia dobbiamo fare di più, se per esempio dobbiamo misurare le competenze sulla cittadinanza, e non solo sulla grammatica e sulla matematica, occorrerà studiare prove adeguate. Insomma ci rivolgiamo alla scuola in modo problematico e non autoritario, non siamo i controllori, diamo strumenti. Anche perché quali sono le competenze da misurare e poi valutare lo decide la politica e non l’Invalsi”.



Un approccio nuovo, ma che riattualizza allo stesso tempo tematiche di lungo periodo, così come sottolinea l’ex ministro Luigi Berlinguer: “Prima ancora della valutazione, tabù che abbiamo provato a infrangere perché alla fine degli anni 90 nessuno voleva sentirne parlare, c’è da definire la funzione del docente – afferma l’ex ministro, che prosegue – Vincere le resistenze significa da un lato abbandonare quell’idea della sacralità del professore che dice: “I voti li do io” ma nello stesso tempo dare grande valenza pubblica all’attività educativa. L’insegnante è sottovalutato, non può essere un impiegato civile dello Stato, l’insegnante è come il medico e come il magistrato, la sua è un’alta professione sociale. Se non facciamo questo prima di tutto non risolveremo il problema della valutazione”. Tira un forte di vento di cambiamento sull’Invalsi; ora bisognerà vedere come le associazioni di docenti e quelle di studenti accoglieranno le suggestioni avanzate dalla professoressa Ajello e dal professor Berlinguer per “rivoluzionare” il sistema di valutazione dell’Istruzione italiana.

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