Riduzione del ciclo della scuola secondaria superiore a quattro anni anziché cinque

A favore e contro, la parola agli esperti

Il parere di Tullio De Mauro e Luca Serianni
 
Flavio Alivernini
“Accorciare gli anni ma rinnovare i programmi”   
Tullio De Mauro, linguista, già Ministro dell’Istruzione

Che ne pensa delle aperture del Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini sulla riduzione del ciclo della scuola secondaria superiore a quattro anni anziché cinque?
«L’ipotesi di un accorciamento è ragionevole e mi trova d’accordo. Ci sono sistemi scolastici, come in Finlandia, che hanno meno anni di scuola e che sono più funzionali del nostro. La riduzione del periodo di studio va accompagnata, in ogni caso, a un ripensamento della qualità dell’insegnamento perché non si può discutere solamente di architettura delle annualità».
Quali sarebbero i vantaggi per gli studenti?
«Poter uscire dal ciclo triennale universitario un anno prima e quindi immettersi sul mercato del lavoro con un anno di anticipo, in linea con quello che succede negli altri Paesi del mondo. È vero che i nostri giovani fanno fatica a trovare un impiego ma, in ogni caso, prima entrano nel mondo del lavoro meglio è».
Accorciando il ciclo di studi di un anno lo Stato risparmierebbe soldi?
«Questo è un argomento che interessa il Ministro del Tesoro; ma in linea di principio quello che si risparmia si potrebbe investire nell’aggiornamento degli insegnanti di scuola superiore ristrutturando così anche i contenuti dell’insegnamento. Mi auguro che il Ministro dell’Istruzione possa avviare un rinnovamento radicale di tutti i programmi della secondaria superiore perché così com’è non funziona. In conclusione direi che la durata della scuola in anni, a cui noi siamo affezionati e da cui non riusciamo a schiodarci, incide molto meno dell’insegnamento e, quindi, l’ipotesi di un accorciamento è ragionevole ma dev’essere accompagnata da un miglioramento della qualità della formazione».



“No alla riduzione, è il momento in cui si apprende di più”
Luca Serianni, storico della lingua

Che ne pensa di accorciare la scuola secondaria superiore di un anno?
«La proposta non mi trova favorevole».
Perché?
«È sbagliato tagliare l’ultimo segmento di formazione che precede l’ingresso all’università, perché in molte scuole si fa un lavoro eccellente che può dare i migliori frutti con ragazzi più grandi e più maturi; a quell’età aumentano le capacità di apprendimento, semmai si possono rinnovare i programmi».
Non crede sia importante adeguarsi agli standard europei?
«Se guardiamo i risultati della recente indagine sull’istruzione dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che concerne le competenze alfabetiche e matematiche dei paesi dell’area, ci accorgiamo che i risultati non sono assolutamente confortanti (Italia ultima per conoscenze di base, penultima per capacità di calcoli, n.d.r.). Questo ci suggerisce che è meglio tenerli a scuola qualche tempo in più i ragazzi, anziché il contrario».
Qualcuno dice che si risparmierebbero circa tre miliardi di euro tagliando un anno al ciclo della maturità. Che ne pensa?
«I soldi si risparmierebbero anche togliendo un anno dai percorsi precedenti, elementari o medie, non necessariamente alla secondaria superiore. E poi la scuola dovrebbe essere vista come un settore di investimento, se si decide di fare una riforma dovrebbero essere altri gli argomenti che la ispirano, come per esempio la funzionalità».


http://www.lastampa.it/2014/02/27/italia/a-favore-e-contro-la-parola-agli-esperti-SzPFesD92F7WKMTuoKnT4O/pagina.html