E-Campus, l’università berlusconiana senza libri

si riporta un articolo pubblicato sul sito web Linkiesta ( http://www.linkiesta.it/universita-telematica-e-campus )

di Lidia Baratta

Settembre tempo di test e di inizi. Soprattutto per chi in questi giorni si immatricola all’università. Facendo qualche ricerca per scegliere l’ateneo in cui studiare, capita di imbattersi nell’Università telematica E-Campus, che a fine estate ha anche speso qualche soldino per farsi pubblicità a tutta pagina sui grandi quotidiani nazionali, Corriere della Sera in testa. E-Campus, come molti ricorderanno, non è un’università qualunque. È l’ateneo telematico (non statale) creato da Cepu (Centro europeo preparazione universitaria), voluto a gran voce da Silvio Berlusconi e istituito per decreto grazie alla firma dell’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti nel gennaio del 2006, nonostante il parere contrario del Consiglio universitario nazionale (unico caso in Italia) e del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (oggi Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca).
Dopo otto anni dall’istituzione degli atenei telematici voluta dall’ex sindaca di Milano, in Italia ci sono undici diversi atenei di e-learning riconosciuti dal ministero. Tanto che il ministro Maria Chiara Carrozza ha nominato una commissione incaricata di elaborare proposte per migliorare la qualità dell’offerta.
A leggere gli slogan pubblicitari, E-campus sembra il posto ideale, un vero bengodi per studenti lavoratori, mamme che vogliono realizzare il sogno di una laurea, ma anche per qualche studente che fugge dal sistema universitario “tradizionale”. Quello dei corsi in aula, delle dispense da fotocopiare e del ricevimento una volta a settimana nell’ufficio del professore. All’E-Campus, dimenticate tutto questo. Le parole d’ordine sono “slide” e “piattaforma” e sta tutto in un clic.
L’università del futuro è telematica, semplice e veloce. Al momento dell’iscrizione, che si può fare in qualsiasi momento dell’anno, viene prospettato un piano di studio: calcolando il tempo che si vuole dedicare settimanalmente all’università, la consulente vi preannuncerà più o meno la data della laurea. Salvo intoppi.


Quando telefoni al numero verde per chiedere delle informazioni sulle iscrizioni, risponderà una gentilissima operatrice telefonica che chiede il tuo numero di telefono per fissare un appuntamento (telefonico). Dopo poche ore, la telefonata è puntuale e arriva da Novedrate, Como, dove E-Campus ha la sua sede principale nell’ex sede di IBM (oltre a quella di via del Tritone a Roma e quella di viale Principe Umberto a Messina). Più di 23mila metri quadri immersi nel verde, alle porte del paesino lombardo famoso per essere stato citato in ‘O scarrafone di Pino Daniele e nelle parodie sui bauscia brianzoli (il Marco Ranzani di Cantù) di Radio deejay.
Ma come si studia in una università telematica? Alla base di tutto c’è una «piattaforma», alla quale si accede con una procedura di identificazione con username e password. «Dalla piattaforma si scaricano le slide delle lezioni del docente, ma non ci sono videolezioni», spiega al telefono la consulente. In pratica: il docente lo vedi solo il giorno dell’esame. A meno che tu non voglia partecipare «ai seminari in sede che i docenti tengono il giorno prima dell’esame», come recita la sinuosa pubblicità sui giornali. Per tutto il resto ci sono i tutor, gli stessi di Cepu, per lo più ricercatori a tempo determinato, «con i quali si mantengono rapporti frequenti, non necessariamente di persona, magari per telefono o via email. Ti mandano le prove d’esame precedenti, ti danno consigli su come studiare». E il gioco è fatto. Dei libri, nemmeno l’ombra.
L’università ha ben cinque facoltà: giurisprudenza, psicologia, economia, lettere e ingegneria. Più un offerta formativa post laurea. Con tanto di lauree triennali e specialistiche. Come una normale università offline. E anche la laurea, ovviamente, ha lo stesso valore legale di quella conquistata seguendo le lezioni e studiando sui libri.
E gli esami? Per quelli c’è sempre tempo. E sede. «Ci sono le sessioni ogni mese e mezzo, ma ci si può mettere d’accordo su un’altra data in base alle esigenze dello studente. E si possono fare in qualsiasi sede, sia a Novedrate, sia nelle altre due sedi». Sempre in base alle esigenze dello studente. «Ah, e non c’è il salto di sessione come nelle università statali». Quindi se si viene bocciati, si può rifare la prova anche nella stessa sessione. Niente male, tanto che, come racconta uno studente, «si può arrivare anche a 12 esami in un anno». Ma, assicurano tutti, «c’è da studiare, non è come si pensa». Gli studenti che vogliono fermarsi per la notte, nel giorno dell’esame, possono prendere in affitto delle camere: il costo, comprensivo di colazione, pranzo e cena, è di 75 euro per la camera standard, 90 per la suite (la suite all’università?).
Il percorso fino alla laurea è piuttosto “solitario”. E i costi elevatissimi. Le tasse variano in base al numero di incontri con il tutor. Dodici incontri: 3mila e 900 euro. Servizio con tutor in presenza 96 ore per anno: 11mila euro. Fino ai 26mila e cento euro per il “Servizio tutor in presenza college a Novedrate - due semestri con residenzialità”.
Sì, perché - potrà sembrare un paradosso - l’università telematica offre anche la possibilità di abitare (fisicamente) nel residence (270 alloggi) ricavato nella vecchia sede IBM. Per essere “studenti a tempo pieno” nel campus di Novedrate. L’ateneo telematico a distanza si trasforma così in un’università tradizionale, addirittura residenziale. Dove gli studenti, anche residenti, potranno scaricare le slide dei professori che vedranno solo in sede d’esame o al massimo qualche giorno prima. Mistero del Cepu.
«Costi molto elevati e pochi servizi in cambio ma la cosa positiva è che se studi riesci a dare un esame al mese, proprio l’unica cosa», scrive uno studente sulla pagina Facebook dell’ateneo. Molti ringraziano l’ateneo per avergli permesso di coronare il sogno di una vita. Ma in tanti “lamentano” la difficoltà degli esami, tanto che qualcuno avanza l’ipotesi che questo sia «il gioco dell’università che consiste nel bocciare il più possibile per far rimanere iscritti gli studenti più anni del previsto per incassare ogni anno le “sontuose” cifre di iscrizione». E c’è addirittura chi ha dedicato un blog all’ateneo di Mr. Cepu, dal titolo eloquente “E-Campus. Il Grande Bluff”, dove si trovano lamentele di ogni tipo: slide incomprensibili, tutor assenti, richiesta di impegno eccessiva rispetto a quanto prospettato all’inizio e tasse troppo elevate per i (pochi) servizi offerti.
Alle spalle dell’ateneo c’è l’omonima “Fondazione e-Campus per l’università e la ricerca”, il cui presidente onorario è proprio Mr. Cepu, Francesco Polidori, prima amico di Antonio di Pietro - che per la Cepu prestò la sua immagine per le sue campagne pubblicitarie e svolse conferenze di Tecnica processuale - diventato poi amico di Silvio Berlusconi, tanto che avrebbe “abbuonato” le rette universitarie Cepu delle olgettine. Silvio, in cambio, nel 2010 visitò il campus di Novedrate, evento per il quale furono convocati tutti gli studenti iscritti.
Dietro Polidori, c’è la Cesd (Corsi editati schede dispense) srl, proprietaria, tra gli altri, dei marchi Cepu, Grandi Scuole e Scuola Radio Elettra, che - a bilancio 2012 - ha più di 80 milioni di debiti. Ed è la Cesd stessa che recluta e forma i tutor destinati a seguire, online o in presenza, gli “studenti telematici” di E-Campus.
Nel febbraio 2011 il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario aveva passato l’ateneo di Mr. Cepu ai raggi X (tra poco ci sarà una seconda valutazione, assicurano dall’ex Comitato, oggi Anvur). Il risultato portava alla luce più ombre che luci (qui il documento completo). La critica maggior riguardava il personale docente, quasi tutto incredibilmente precario. Alla data dell’8 febbraio 2011 nella banca dati ministeriale dei docenti universitari per l’Università E-Campus risultavano 57 nominativi, di cui 1 professore straordinario, 4 professori staordinari a tempo determinato, 1 ricercatore non confermato e 51 ricercatori a tempo determinato. Gli ispettori segnalavano inoltre che «risultavano in servizio alcuni professori straordinari a tempo determinato, tra i quali nessuno risulta aver conseguito idoneità nelle procedure comparative per professori ordinari (fonte: banca dati ministeriale), la cui qualifica è stata pertanto attribuita in base alla riconosciuta (dall’ateneo) elevata qualificazione scientifica e professionale». E tra i docenti a contratto comparivano anche Marcello Dell’Utri e Vittorio Sgarbi.
Facendo la stessa ricerca oggi, su un totale di 77 docenti, quelli straordinari a tempo determinato sono 20, i ricercatori a tempo determinato 51. Ci sono poi uno straordinario, un ordinario, un associato e un ricercatore non confermato. Proprio sui ricercatori gli ispettori del Cnvsu avevano avuto qualcosa da dire: «Da piano finanziario presentato per gli anni 2011-2015, appare che la quota stanziata per le retribuzioni dei ricercatori sia decisamente inferiore a quanto stabilito per le retribuzioni di analoghe posizioni nelle università statali anche se, per gli atenei non statali, tali prescrizioni non sono vincolanti».
Ma quanti sono gli studenti di E-Campus? All’anagrafe studenti al 2012 risultano iscritti 4.743 studenti, la maggior parte dei quali iscritti al corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche (1.171). Tra di loro ci sono alcuni fortunati, che meritano, in virtù di convenzioni stipulate dall’Università, alcuni sconticini del 10 e 20 per cento sulla retta universitaria: si va dalla convenzione con l’Associazione italiana calciatori di Vicenza a quella con l’Accademia della scherma di Fermo, dall’Associazione stampa romana fino al lontano Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Paola, in provincia di Cosenza. E c’è anche una palestra del circuito Virgin di Corsico. Ti iscrivi al corso di aerobica, hai diritto a uno sconto del 20% sulla retta annuale. Prendere o lasciare.


@lidiabaratta