L’INVALSI A RIMORCHIO DI PAPA FRANCESCO?!

di Vincenzo Pascuzzi – 22 giugno 2014 *


1) Retorica ed enfasi.
Come negli anni passati, praticamente tutti passeranno l’esame di terza media, essendo l’esame stesso poco più di una formalità. E sono gli stessi risultati a confermare che l’esame più che “un ostacolo che richiede impegno, costanza e anche sacrificio” è solo un utile …. bau-bau per un po’ più di studio organizzato e di applicazione. Perciò è solo in parte vero che “a 13 anni per la prima volta i nostri ragazzi sono chiamati a misurarsi …. “. Del resto, essendo ancora scuola dell’obbligo, è giusto e coerente che sia così. Tranne il fatto che trovo anacronistica e contraddittoria la possibilità di bocciatura, basterebbe limitarsi ad indicare i veri voti finali (di scrutinio o di esame) invece di doverne poi ritoccare alcuni per “concedere” la promozione formale.
2) Il papa.
Una forzatura indebita, così mi appare il richiamo a papa Bergoglio riferito alla scuola, all’esame di terza media comprensivo di prova Invalsi. Un tentativo di accaparrarsi una presunta sponsorizzazione per rafforzare argomentazioni forse deboli e discutibili. Per la cronaca, anche Luigi Berlinguer – su questo stesso sito – aveva tentato lo stesso espediente per sostenere la “sua personale campagna contro l’insegnamento trasmissivo” ed era stato criticato.
3) Si copia.
Quest’anno, in contemporanea con la nuova presidenza, critiche e proteste contro i test hanno inciso più che in passato e forse Invalsi e Miur qualche domanda cominciano a porsela. L’Invalsi è anche lui sotto esame, tanto che un articolo del Corriere titola “L’Invalsi supera la prova Invalsi: ….”. e spiega che “dall’analisi di 35mila tweet” risulta – tra l’altro – che diminuisce “dall’88,6% dello scorso anno al 54,6% del 2014 la percentuale di quanti ritengono (o confessano …) che durante i test Invalsi si copi”!
4) In terza media.
Da diverse parti sono arrivate proposte e richieste serie e concordi a modificare i test Invalsi, a confrontarsi, fino a sospendere le prove. In particolare, i test in terza media contribuiscono impropriamente a determinare e alterare, il voto finale, appaiono come assurdità e contraddizione.
Scrive Giulia Sponza: “Questa prova continua a far paura, ad essere temuta, specialmente perché apre una serie di incognite circa la valutazione …. “.
Forse Invalsi considera la sua presenza in terza media come una testa di ponte per la conquista dell’esame di maturità (ora esame di Stato), per l’incremento del suo ruolo e l’amplificazione della sua importanza. Ma tutto ciò sottotraccia, “aumma aumma”, quasi di contrabbando.
Al ministro Giannini era stato prospettata l’ipotesi di rasserenare il clima rendendo i test di terza media facoltativi, con tempi più distesi e non penalizzanti la votazione finale.
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