Meglio il mio salumiere ministro al posto di Stefania Giannini

di Vincenzo Pascuzzi – 28 novembre 2014
 
 
Leggiamo della devastazione notturna all’ITES “F. Galiani” di Napoli: “Hanno divelto le lavagne multimediali, rubato 31 computer, rotto fotocopiatrici, porte, sedie. Hanno perfino fatto morire un pesciolino rosso che i ragazzi avevano in classe”: danni per circa 200 mila euro!
Giorgio Israel commentando l’accaduto e il contesto,  indica “ il teppismo “esterno” di bande che, facendosi beffe di sistemi di sorveglianza e sicurezza inesistenti o fragili, entra per rubare computer e attrezzature informatiche, svaligiare l’incasso dei distributori di bevande”.
Leggendo mi è venuto di pensare al mio salumiere, che ha un normale box (saranno 10 o 12 mq) in un mercato rionale, e col quale parlavo solo pochi giorni fa. Gli chiedevo il senso e l’utilità del sistema di videosorveglianza installato e segnalato dai cartelli prescritti. Infatti, l’eventualità di rubacchiare qualche salame o formaggio esposti sul bancone è rara, economicamente minima e non giustificherebbe un impianto di videosorveglianza.  Mi ha spiegato che la videosorveglianza è utile per le ore serali e notturne, quando il box è chiuso, e serve per vedere se un rumore insolito è causato da una scatoletta di tonno caduta oppure da una intrusione furtiva.
Ora che un istituto scolastico che occupa un intero palazzo di 4 piani, con “ 33 classi, una sala insegnanti, sette laboratori, tre palestre, una aula magna, una biblioteca, più gli uffici di segreteria e presidenza” sia meno protetto di un box al mercato rionale, costituisce assurdità inaccettabile con le conseguenze economiche già dette e in più l’interruzione del servizio per 7 o 800 alunni.
Non c’è dubbio che la responsabilità ultima di questo episodio e di altri analoghi (distacco e caduta ricorrente di controsoffitti, ad esempio) ricade sul ministro Giannini, ormai insediata da mesi e che - se non è in grado di provvedere o non trova ascolto nel governo – farebbe bene a rinunciare.
Simili carenze e omissioni ministeriali fanno perdere ulteriormente credibilità sia al piano per l’edilizia scolastica sia a quello per la c.d. buona scuola.