I SINDACATONI CHE STANNO SERENI

di Vincenzo Pascuzzi – 14 ottobre 2015
 
 
“Il sindacato o è miope o è connivente” osserva su Facebook Alessandra Fantauzzi. Però, il sindacato potrebbe essere sia miope che connivente, perché le due eventualità non si escludono reciprocamente.
Per inquadrare la situazione attuale e cercare di capirla, conviene forse fare un passo indietro nel tempo, ricordare e riflettere su cosa è accaduto e su cosa invece non è accaduto a partire dal 3.9.2014, quando il governo, con orgoglio e soddisfazione, presentò il suo fascicolo “buona scuola”.
Da allora e almeno fino al 5 maggio 2015 (data dello sciopero riuscitissimo) è sicuramente mancata un’adeguata iniziativa sindacale di proposta e di contrasto. Parliamo dei sindacatoni (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda), fra loro collegati o raccordati con un’intesa o un patto forse solo verbale, perciò episodico, occasionale, ignoto ai docenti: stanno insieme, procedono insieme, poi si vedrà. Non si sa se fra loro hanno concordato una strategia e conseguenti iniziative, azioni, comportamenti per sostenerla. I fatti, meglio i non-fatti, ciò che non è accaduto lasciano intendere che le 5 sigle hanno vissuto alla giornata, hanno operato in ritardo e di rimessa rispetto alle iniziative di governo finalizzate alla riforma.
Purtroppo esiti e risultati confermano. Allo sciopero del 5.5.2015 aderirono dopo esitazioni e ritardi, anche per non rischiare isolamento e compromettere la loro unità a cinque. Poi, dopo la riuscita dello sciopero, errore madornale, imperdonabile è stato quello di fermarsi con le proteste nell’attesa vana di convocazioni governative e di tavoli di trattative.
L’alternativa coraggiosa – e la situazione la imponeva – era quella di dare una scadenza di 3 o 4 giorni al governo e al Miur e poi disdettare tutti gli accordi sindacali della scuola, compresi quelli relativi allo sciopero. I segretari nazionali, a cominciare da Pantaleo-Cgil, dovevano, al limite, accamparsi con tende e pernottare sotto palazzo Chigi, non aspettare convocazioni nei loro comodi uffici.
Adesso, come nota giustamente Reginaldo Palermo l’8.10.2015, “Il primo dato rilevante è che i 5 sindacati del comparto sono fermi, per il momento, sulle manifestazioni regionali e provinciali programmate per sabato 24 ottobre, segno evidente - almeno per ora - della difficoltà di trovare un punto di incontro per uno sciopero unitario richiesto da più di un mese nelle assemblee che si sono svolte e che si stanno svolgendo in centinaia di scuole di tutta Italia.”
Miopia o connivenza, torniamo alla domanda Alessandra Fantauzzi. La mancanza di coraggio potrebbe ben legarsi con orientamenti e vocazioni rinunciatarie e-o conniventi. I 5 sindacatoni temevano e temono ancora un eventuale e possibile successo delle azioni di protesta e sciopero, in quanto non si sentono all’altezza della gestione, non si fidano fra di loro (qualche sigla potrebbe sfilarsi, giocare al ribasso con il governo: pare sia già successo in passato …. ), forse preferiscono il colpevole, deleterio, ma tranquillo tran-tran degli ultimi anni: governo e Miur gli riconoscono la “rappresentatività” formale della categoria cioè una specie di monopolio delle trattative e poi degli accordi, CCNL compreso, e questo gli basta. Chi si contenta gode e siamo in un periodo difficile di crisi che tocca anche le organizzazioni sindacali o sedicenti tali.
Gli scioperi del 13 novembre(Cobas) e del 23 ottobre (Unicobas) sono principalmente ed esplicitamente tentativi per stanare i 5 sindacatoni o almeno per evidenziare le loro scelte o non-scelte. Ma se l’adesione sarà molto bassa rischiano di fare il gioco attendista, rinunciatario e sostanzialmente colluso dei sindacati rappresentativi, dello stesso Miur e del governo.
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Il sindacato o è miope o è connivente
di Alessandra Fantauzzi – 11 ottobre 2015
Ne avrei fatto volentieri a meno ma mi sento di dover dire due parole sull'unità sindacale, invocata da più parti nel mondo della scuola con un'ingenuità quasi commovente.
Ma quale sigla sindacale che avesse a cuore le sorti della scuola pubblica, alla ripresa delle attività didattiche, di fronte ad una legge di riforma approvata a colpi di maggioranza ed emendamenti che uccide la libertà d'insegnamento, frantuma la Scuola della Repubblica, quell'Istituzione garante dell' uguaglianza e della libertà dei cittadini e trasforma le scuole in fondazioni, ossia una riforma che mina le basi per l'esercizio della Democrazia, di fronte ai reiterati attacchi al Diritto di Sciopero, una delle "leve" insieme al "voto", come diceva Don Milani, per cambiare leggi ingiuste, non avrebbe proclamato uno sciopero generale della scuola?
Mi si dirà che ci sono altre questioni che riguardano il mondo del lavoro.....benissimo ma a queste si risponde, proclamando azioni di sciopero, di comparto e generali. e non fra due mesi ma qui ed ora. I luoghi di lavoro e con essi la scuola, avrebbero dovuto trasformarsi vista la violenza e la potenza degli attacchi, in luoghi di mobilitazione permanenti, per discutere, pensare lottare. Adesso, non domani, non fra tre mesi, non fra un anno.
Allora, il sindacato che non si assume questo ruolo di "promozione" del conflitto in tempo utile, che non contribuisce a far crescere il conflitto o è miope o è connivente. Quali altre le ragioni dell'unità?
 
Unicobas anticipa tutti e proclama lo sciopero per il 23 ottobre
di Reginaldo Palermo - 8 Ottobre 2015