SIGNORI PRESIDI ABBIATE IL CORAGGIO DI SOSTENERE IL DIALOGO CON CHI NON VI FA ELOGI SPERTICATI


( commento di un’insegnante al gruppo chiuso FB “Dirigenti Scolastici Italiani “ )

Ecco il mio post che hanno rimosso dalla loro bacheca i Dirigenti Scolastici Italiani
“Invio ancora una volta, la terza, il mio post, inviato già ieri alle 22,04 e alle 23,50 – speriamo che non si dissolva come gli altri due precedenti, per errore. Queste le parole di un'insegnante ( Lorella Serafini )
  che non riesce a farsi sentire dal gruppo chiuso “Dirigenti Scolastici Italiani “. Ma se il gruppo chiuso “Dirigenti Scolastici Italiani “ non sente e non pubblica il commento dell’insegnante, noi di RTS ci prestiamo da amplificatore mediatico, facendo in modo che tutti possano ascoltare:

Signori Presidi, io non firmerò il documento che voi proponete, ma mi sento di commentarlo, dopo averlo letto attentamente e con interesse, dal momento che sono quotidianamente coinvolta nelle questioni della scuola, in trincea, come insegnante. Premetto che per forma mentale io diffido del sistema di comunicazione di FB, scusate questo mio limite. Mi perplime, tra l’altro, il fatto che si possa utilizzare questo sistema per condurre una giusta battaglia. Le lotte, secondo me, si fanno scendendo per le strade, occupando e strappando, perché si tratta di scontri di uomini e donne, che sono fatti di corpi, di idee e che sono con i piedi per terra. Il vostro documento parla di una scuola che non riesce a migliorarsi e ad innovarsi dal momento che ha le sue migliori energie bloccate dalla burocrazia dei legulei d’oggidì. Innanzitutto dico che io ho conosciuto Presidi che facevano bene i burocrati, le circolari, le procedure, le tabelle, e facevano solo quello – forse difensivamente? Io vi chiedo, dal momento che siete un cospicuo numero di Presidi, cosa vuole dire per voi migliorare? verso cosa si deve andare? qual’è la scuola, a livello valoriale, che avete in mente e per la quale vale la pena non solo di vincere un concorso, ma anche di dare le dimissioni tutti quanti, docenti inclusi – lottando insieme – se si è nell’impossibilità di realizzare ciò che si ritiene il solo giusto. Descolarizzatevi Presidi, descolarizziamoci tutti.  Parlate di un’elefantiasi burocratica che riversa su voi oneri e responsabilità, fatiche inenarrabili. Io sono venticinque anni nella scuola ed ho visto il modus operandi di diverse realtà, centrali e periferiche – giuro non mi è mai apparso così totale il coinvolgimento di nessuno dei Presidi che ho avuto. Quest’anno ho avuto un’esperienza significativa in questo senso: la mia Dirigente, purtroppo per motivi di salute, si è dovuta assentare dalla scuola qualche mese. E’ stata egregiamente sostituita dalla vicaria, una collega di sostegno che ha avuto l’incarico di Vicepreside proprio quest’anno e che, senza alcuna formazione, col solo buonsenso, è riuscita a mandare avanti la baracca scolastica. Nessuno è indispensabile, ahimé, siamo tutti sostituibilissimi. Non voglio sollevare polemiche, ma vi chiedo ancora quali sono i valori in cui credete e che vi possono rendere credibili agli occhi degli insegnanti, delle famiglie, degli studenti e della società.  Signori Presidi battetevi per l’assenza di cultura che c’è nella scuola, per l’estinzione di settori della cultura umana, intendo la umanistica, nella mentalità contemporanea. Non fate solo l’apoteosi della cultura informatica, perché rappresenta il nuovo, dimenticando l’uomo che c’è dietro e che sta regredendo moralmente e mentalmente all’età della pietra, anche grazie a FB. Diventeremo tutti dei nani – inventori un giorno,forse. Scusate, ma io la penso così. Del vostro documento posso condividere solo i primi tre punti, ma non la sostanza della rivendicazione – perché la sento “fumosa”, imprecisata. Ciò per me non è una condizione sufficiente perché io possa sentirmi solidale con le vostre richieste, anzi credo che anche la vostra richiesta economica di maggiori emolumenti non sia che il sintomo della cultura della scuola dell’Italietta. Ossequi Presidi, buon proseguimento … la tragedia ha inizio!”.


Lorella Serafini