Una riflessione in punta di piedi e un pò di ironia, su un articolo del preside Zen dal titolo "Si torna a scuola, dove si offrono servizi e non posti di lavoro: per questo servono i migliori docenti", di Giancarlo Memmo
Si
torna a scuola, dove si offrono servizi e non posti di lavoro: per questo
servono i migliori docenti
Gianni
Zen Sabato, 03 Settembre 2016
In blu l’articolo e in rosso
i miei commenti, buona lettura ;-)
Mi pare che il
titolo si commenti da solo. E’ proprio
la visione direi antropologica che non sta in piedi, infatti si adombra
surrettiziamente la questione della “negatività” dei “posti di lavoro” perché
nella società moderna globalizzata bisogna vergognarsi solo a parlarne di posti
di lavoro, è una cosa superata…superata dalla scuola che offre “servizi” come
l’estetista e la SPA.
Francamente non vale
la pena nemmeno spiegare l’importanza della scuola come luogo di incontro delle
culture, come luogo di cultura, la necessità di investire nella scuola e nel
capitale sociale, il suo imprescindibile ruolo sociale e, come direbbe
l’economista Bagnai…gnente qui siamo a Marchionne che da Londra ci detta le
linee guida, siamo ai migliori per i migliori. Il preside Zen è fermo ai
sistemi competitivi, dove vince il migliore e si esprimono le migliori forze e ....gnente
inefficienze degli equilibri competitivi..gnente Nash tutto Hayek. Siamo ai
servizi misurabili e contendibili…..come le banche?
Vorrei lanciare un appello ai
presidi e ai docenti, in vista del nuovo anno scolastico.
Che, al di là delle note
difficoltà logistiche, di gestione degli organici e quant’altro, sia riportata
l’attenzione sul vero fulcro della vita delle scuole, cioè la qualità formativa
del “servizio” agli studenti, alle loro famiglie, al nostro sistema Paese.
Ma la qualità
formativa non dipende anche dagli investimenti?...no gnente e forse è meglio
così perché poi se no bisogna tirare fuori
il merito da 200 euro netti “annui”…. che è meglio di gnente.
Perché sono gli studenti il
cuore della scuola, non i presidi o i docenti o il personale di segreteria.
Sono gli studenti.
Meglio, sono le loro nuove
domande formative, sono le preoccupazioni educative delle famiglie, sono le
prospettive di futuro di questi ragazzi, e quindi anche nostro. Perché sono
loro il nostro presente e futuro.
Le nuove domande
formative!????...gnente siamo al job act e alla disoccupazione che diminuisce
in un quadro di occupazione stabile, cioè senza dire che, nel gioco delle “tre
carte”, aumentano gli inoccupati neet…il problema della necessità di formare
cittadini e di una società veramente democratica e dello stato di diritto non è
pervenuto, non c’è e non interessa.
La scuola non può più essere
considerata solo come luogo creativo di posti di lavoro, ma come un “servizio”.
Ed in ragione di questo “servizio” è giusto ed è bene che siano scelti i
migliori presidi ed i migliori docenti, perché i nostri studenti hanno diritto
ad incontrare, nella loro vita, docenti-maestri, non docenti qualsiasi, che li
aiuteranno a scoprire se stessi e le implicazioni del loro futuro.
Ovviamente il
preside Zen è della categoria degli eccezionali, trovo stucchevole la retorica
della scuola come “luogo creativo di posti di lavoro”. Le affermazioni, oltre a
basarsi sul “sentito dire” della pancia della società, tanto per intenderci
quella formata e che sceglie grazie alle informazioni e ai contenitori del
mainstream, sono anche errate perché nella vita di tutti gli individui quello
che conta è l’esposizione alle “diversità” che permettono di maturare la
capacità di affrontare e superare i problemi, la resilienza non nasce mai dalla
società dei “migliori”! Comunque fa gnente non si può pretendere.
Quindi, giá nei collegi dei
docenti, si parta non dalle questioni logicistico-burocratiche, ma dalla
domanda se la scuola oggi sia ancora in grado di corrispondere alle domande di
speranza, sul come possa innovarsi oltre le tante e troppe materie, oltre le
tecnologie, oltre le vecchie autoreferenze della “libertà di insegnamento”
ancora pensata come maschera dell’individualismo didattico.
Napoleone con le
questioni “logistico-burocratiche” ci vinceva le guerre, ma pazienza ha perso a
Waterloo (anche se tecnicamente ha vinto). Ah concetto interessante quello della
“libertà di insegnamento” che è la “maschera dell’individualismo didattico”,
che immaginiamo che già solo per il fatto di essere poco standard e poco
misurabile sia sicuramente una cosa negativa. Quindi per esempio la libertà di
concepire figli potrebbe essere la maschera dell’egoismo inefficiente, la
libertà di scegliere chi votare potrebbe essere la maschera del cattivo
utilizzo del diritto di voto, il diritto alla conservazione del posto di lavoro
in caso di malattia potrebbe essere un espediente per non lavorare….gnente
andrebbero rimossi come la superata “libertà dell’insegnamento”. Sono concetti
astorici e estratti dalla realtà sociale per immergerli in un bagno di
“liberismo didattico”…immaginario e ascientifico come quello economico, utili per
servire i potentati “culturali” e “filantropici” alla Soros. Ma tant’è…
E le riunioni tra docenti
pongano al centro il bene degli studenti e le nuove domande di motivazione,
sapendo che i ragazzi, per le “sudate carte”, cioè per la “fatica del
concetto”, hanno necessità di cogliere il senso, il valore di ciò che viene
loro proposto. E questo senso è un loro diritto, prima delle tante nozioni o
gestioni orarie.
Anche qui il solito
attacco gratuito ai docenti che sono, se lasciati in autonomia, dei creatori di
posti di lavoro nozionistici e interessati all’orario, poi però ci alziamo in
volo di astrazione sulla “fatica del concetto” che deve essere necessariamente
collegato al “senso” e al “valore” di ciò che viene proposto. Mi chiedo per
esempio quale sarebbe il senso e il valore che dovrebbero avere i ragazzi in un
mercato del lavoro come questo da 300 euri a “tutele crescenti” ? quale sarebbe
il senso e il valore che devono avere i ragazzi nei crolli sismici di “mafia
capitale”? Quale motivazione deve trasmettere il personale docente che è stato
umiliato economicamente e socialmente?...gnente nun je afacciamo siamo
precipitati.
I ragazzi l'hanno capito:
l’istruzione è un diritto sacrosanto, ma la promozione è un impegno ed una
responsabilità tutta loro, non un atto dovuto.
La domanda
motivazionale “che me ne faccio del pezzo di carta?”....qui non può essere
messa..il perchè è chiaro nelle righe successive.
Come, per noi che lavoriamo
nelle scuola, il lavoro è un diritto, ma il posto di lavoro ce lo dobbiamo
meritare ogni giorno, al di là di contratti e convenzioni.
E gnente la
retribuzione è un diritto ma il pagamento dipende dalla Merkel. E’ lo stesso
paradigma dei “diritti soggettivi” dei disabili, degli esodati, dei malati del
sistema sanitario “universalistico”: diritti che sono degradati ad interessi
legittimi” naturalmente nei limiti del “pareggio di bilancio” obbligatorio del
“nuovo” art. 81 della Costituzione. Insomma siamo nell’era dei diritti
universali…che ci possiamo permettere. La comica tragica dell’ordo liberismo
che entra a Scuola tramite la “cosmesi” dei diritti.
Ai genitori, infine, è giusto
chiedere: non stressate troppo i vostri figli, ma lasciateli anche, qualche
volta, sbagliare. Perché sbagliando si impara. E fidatevi dei vostri
insegnanti, i quali sono, per la gran parte, in gamba e sensibili.
Gli insegnanti
tranne pochissimi, perché curiosamente la nostra competizione è a imbuto, cioè e’solo
teoricamente stretta dai “migliori”, ma poi si sbraga all’90% di eccellenze,
come per i presidi e…gnente fidatevi dei vostri medici perché sono in gamba e
sensibili…..forse anche preparati, forse anche la parte migliore della società,
forse anche professionalmente corretti e con un’etica impeccabile…rigorosamente
da orientare all’efficienza del
servizio…. quindi questa medicina non gliela diamo perché costa troppo e con
quello che risparmiamo con lei, che tanto è spacciata e poco socialmente
“performante”, aiuteremo altri pazienti più meritevoli. Insieme al turismo
sanitario in India a recuperare medicinali “universalistici”, prepariamoci al
turismo “didattico-scolastico” in cerca di “diritto allo studio”….gnente la
logica è questa, peccato!
Ritorniamo, dunque, al cuore
pulsante della scuola.
E..gnente c’è stato
un infarto con la 107, ma andiamo avanti.
P.S.
E… gnente.. quando
tornate a casa date un bacio ai vostri
bambini e dovete volere bene sempre alla mamma.
L’articolo originale del
preside Zen lo trovate qui:
Mentre la mia replica su la Tecnica, la trovate qui:
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