Come potrebbe cambiare il reclutamento degli insegnanti nel post Renzi


Al tempo del governo Renzi in Parlamento all’interno del Partito Democratico girava  un’idea che sembrava aver convinto il Ministero dell’Istruzione riguardo alla sua fattibilità. Nel dettaglio, nella fase transitoria ci sarebbero stati una serie di concorsi riservati a tutti precari, anche per chi non è abilitato, con le seguenti differenze:
·        per chi si trova nella seconda fascia il concorso sarà più snello, poiché si tratterà probabilmente di un solo colloquio orale;
·        per gli insegnanti della terza fascia, invece, ci sarebbero dei test e una forte valutazione del servizio svolto fino ad ora.

Tuttavia, mentre il concorso per gli insegnanti della seconda fascia darebbe automaticamente accesso al ruolo (dopo il classico anno di prova), quello per i docenti della terza fascia darebbe accesso al tirocinio triennale previsto dalla riforma. Oggi Renzi non c’è più,  ed è probabile che si possa decidere di avviare un nuovo ciclo di TFA nel 2017,  anche se questo dovrebbe essere l’ultimo. In queste ultime settimane si sta aprendo una nuova strada per le modalità di formazione e di reclutamento insegnanti nel 2017: le lauree magistrali abilitanti. Il futuro docente dovrà infatti frequentare un corso di laurea magistrale abilitante, di durata biennale, in coerenza con le discipline che si intendono insegnare. Terminato il corso magistrale abilitante, si potrà accedere al concorso nazionale per il reclutamento dei futuri docenti. Superato il concorso nazionale, il futuro docente dovrà affrontare un tirocinio, un percorso formativo di durata triennale retribuito, con il quale apprenderà nozioni di didattica, psicologia e pedagogia, il primo anno di tirocinio, e pratica, gli ultimi due anni. Una novità considerevole riguarda la possibilità di partecipare al tirocinio anche a coloro che non hanno superato il concorso nazionale, ma ciò sarà possibile solo a pagamento.

 

Aldo Domenico Ficara