Qualche giorno fa si sono letti articoli piuttosto allarmati sulla morte di
un’insegnante di 52 anni a Roma per meningite, nonostante non ci fossero ancora
conferme dalle autorità sanitarie sul tipo di meningite e modalità del decesso.
Il Corriere della Sera, per esempio, ha titolato “Roma, maestra muore di
meningite. Aveva fatto lezione fino a giovedì”, mentre Repubblica ha pubblicato
un articolo con il titolo “Allarme meningite a Roma, muore una maestra”. La
notizia è stata ripresa su molti siti d’informazione, sottolineando soprattutto
le preoccupazioni per gli allievi della maestra, sottoposti a controlli e
profilassi nel timore di nuovi contagi. A tal proposito vediamo cosa è la meningite.
Le meningiti possono essere di due tipi: batteriche e virali, le virali sono
meno gravi delle prime poiché generalmente guariscono senza lasciare traccia.
Le forme di meningite che spaventano sono le meningiti batteriche, queste sono
tre: l’emofilo (anche detto Hib), il meningococco e lo pneumococco. In Italia,
come in tutta l’Europa, il meningococco rappresenta la più importante causa di
meningite nei bambini. I meningococchi sono principalmente due, chiamati B e C.
Il meningococco C, in questi ultimi due anni è il maggior responsabile della
meningite: mentre infatti fino al 2001 il B era il tipo più frequente, dal 2002
il C è raddoppiato, passando dal 20% fino quasi al 50% delle meningiti
meningococciche. Il meningococco si
annida nella gola delle persone contagiate: in circa il 10% delle persone è
presente senza dare alcun problema è soltanto in circa l’1% degli infetti che
si sviluppa la malattia e, tra questi, solo una quota tra l’1 e il 5% rischia
la morte. La maggioranza delle persone,
non è quindi sensibile alla meningite e solo in casi rari questo batterio
diventa aggressivo e può provocare la malattia.
Aldo Domenico
Ficara