Piano di formazione. Il Miur conosce un solo spartito economico!


di Gianfranco Scialpi
 
 
Si legge in una riflessione (Piano della formazione. Si attendono i chiarimenti dal Miur ) di P. Almirante su Tecnicadellascuola.it
“Nella maggior parte delle regioni, infatti, le attività stanno prendendo avvio, seppure fra molte difficoltà. La principale, secondo le notizie che ci arrivano anche dai nostri  lettori, riguarda il problema dei formatori: in molti casi le scuole polo hanno dato vita a veri e propri “bandi di concorso” che però stanno andando pressoché deserti.”
La probabile risposta a questo disinteresse da parte dei docenti è nella riproposizione del d.I 326/95, ( 
v. 3.3 gli standard di costi  del  Documento di lavoro per lo sviluppo del Piano di formazione docenti 2016-2019. Questioni operative )  che propone compensi “fuori tempo” e assolutamente poco attenti alla complessità della sequenza preparazione dei contenuti- esposizione- verifica e valutazione degli stessi da parte dei discenti. A meno che non si propongano presentazioni caratterizzate da diapositive ( slide, per chi non mi capisce ) con tanto testo incollato e letto dal relatore. E chi frequenta corsi di formazione anche universitari, può confermare ( anche ) la presenza di  questa modalità  al “risparmio cognitivo” In questo caso i compensi sono superiori all’impegno.
Ma quali sono i compensi previsti dal Decreto di ventidue anni fa ?  Eccoli:  fino a   41,32 € lordi per ogni ora di docenza e  fino a 25,82€ lordi  “per l’assistenza tutoriale, per il coordinamento dei lavori di gruppo delle esercitazioni previste dal progetto formativo” Il Decreto presenta una trappola che attira l’attenzione di molti DSGA: “fino a” Questa determinazione favorisce il compenso lordo a ribasso attuato in questi anni da molti Istituti  scolastici.
Detto questo, necessario per inquadrare la mia riflessione, siamo alle solite! Il Miur non poteva proporre incarichi a costo zero o quasi , come ha fatto con gli AD o il Team d’Innovazione e i membri delle commissioni per il Concorso scuola 2016 . Sarebbe stato troppo! Quindi ha pensato bene di riesumare un Decreto di ventidue anni fa, come se il tempo e il costo della vita si fossero fermati! Siamo di fronte allo stesso spartito, alla stessa sceneggiatura! Proporre incarichi a costo zero, o contenuto, nell’ambito della  ” moderazione salariale”  ( Dlvo 29/1993 ).
Mi auguro che i miei colleghi mantengano questa posizione verso quest’approccio ministeriale irrispettoso della nostra funzione. Sarebbe un bel segnale, nel quale si esprime che la formazione che non può essere una variabile dipendente da fattori economici, declinati nella “moderazione salariale” . E questo vale, quando siamo promotori di processi formativi verso gli studenti, ma anche quando coinvolgono  i docenti. Questo significa anche accettare la possibilità di essere valutati e quindi riconosciuti come soggetti certificati di formazione. Ne gioverebbe tutta la scuola! Mi chiedo, però: ai piani alti della politica e dell’amministrazione questo interessa?