Il dramma sociale dell’analfabetismo funzionale ha distrutto la scuola pubblica italiana



Tullio De Mauro, il più noto linguista italiano, ministro anche della Pubblica Istruzione, diceva che più del 50 per cento degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) è capace di una comprensione appena basilare.  Questo
più del 50% “, che altri sostengono sia pari al 70%, sono  gli analfabeti “funzionali”, ovvero  persone che si trovano in un'area posizionata al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura o nell'ascolto di un testo di media difficoltà. Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto.  Tentiamo di identificare la categoria degli analfabeti “funzionali”. Lanalfabeta funzionale ha più di 55 anni, è poco istruito e svolge professioni non qualificate. Oppure è un giovanissimo che sta a casa dei genitori senza lavorare né studiare. O, ancora, proviene da famiglie dove sono presenti meno di 25 libri. Il problema ( il dramma sociale )  è quello che queste persone votano, sono tante e possono determinare l’esito di una tornata elettorale a vantaggio del populismo più becero. Quel populismo che negli ultimi lustri ha praticamente distrutto gli assi portanti della scuola pubblica statale italiana. 

Aldo Domenico Ficara