Iniziamo la nostra analisi sull’importanza
di avere una bella grafia dal significato del termine calligrafia che deriva dal greco
kalos (=bello) e grafia (=scrittura) ed indica l’arte dello scrivere in maniera
elegante e decorativa. E’ un’arte antica e nobile che oggi sta tornando in auge
e vede crescere l’interesse anche da parte di giovani designer. Sull’argomento
il Sole 24 Ore si scrive: “Neurofisiologi francesi e norvegesi hanno dimostrato
come lo scrivere a mano attivi molte più aree cerebrali rispetto alla
digitazione sulla tastiera. Nel primo caso, infatti, gli occhi e i movimenti
della mano assistono e contribuiscono alla graduale creazione della lettera,
cosa che non succede quando si preme un tasto preconfezionato. Le aree
sensoriali si attivano anche in questo secondo caso, ma in misura minore. Lo
studio, apparso su Advances in Haptics, precede la decisione di alcune scuole elementari americane di
insegnare ai bambini prima la tastierizzazione della scrittura manuale. Scelta
che, secondo i ricercatori, non è un bene per lo sviluppo delle abilità visive,
motorie e costruttive”. La
calligrafia richiede impegno e studio nei movimenti, ogni carattere impone
determinate regole da seguire: l’inclinazione della penna, la postura
dell’artista, l’illuminazione, la porzione di foglio su cui si lavora sono
variabili che si devono considerare prima di iniziare a scrivere. Anche Steve
Jobs, fondatore di Apple, nel momento in cui abbandonò gli studi universitari
cominciò a seguire dei corsi di calligrafia. E da questi “obsoleti”
insegnamenti imparò una lezione fondamentale: la bellezza è nel dettaglio,
qualunque cosa nata per scopi funzionali (come la tipografia o il computer) può
avere il suo punto di forza nella precisione e nell’estetica.
Aldo Domenico Ficara