Nel bel Paese culturalmente decadente non vale più il detto: "non vuoi studiare? Vai a lavorare"


 Nell'Unione Europea il 36 per cento dei trentenni (persone tra 30 e 34 anni) ha un diploma superiore. In Italia, la percentuale è intorno al 20 per cento, una delle più basse dell'Unione. L’Italia è fanalino di coda anche per i laureati: nella fascia 30-34 anni solo un quarto ha concluso gli studi universitari. Nel Bel Paese non vale più nemmeno la vecchia regola "non vuoi studiare? Vai a lavorare". Infatti,  nei nostri territori solo il 39 per cento dei giovani diplomati trova lavoro, contro il 72,3 per cento della Germania. Come si fa a cambiare questo trend negativo ? Combattere contro il corpaccione addormentato della scuola è una guerra persa. Si dovrebbe cambiare tutto, e non si riesce. Anzi quando si tenta di cambiare si peggiora la situazione iniziale. Si dovrebbero bocciare tutti, e non si può fare. Inoltre stiamo assistendo al sistema università che arranca per il declino degli iscritti. Un esempio che vale per tutte le altre  criticità: con l’attuazione delle deleghe de La Buona Scuola dal 2018 basterà la media del sei per essere ammessi all'esame di stato. Nel calcolo della media si dovrà considerare anche il voto di condotta, con la conseguente ipotesi: con un 9 per il comportamento si potrà compensare un tre in matematica( al liceo scientifico ) o un tre in greco ( al liceo classico ), ed essere ammessi  all'esame conclusivo ( dove attualmente si registra il 98 per cento di promossi).  Sottovalutare l’importanza dello studio per costruire competenze utili ad una dignitosa vita professionale, impedisce l’inversione di tendenza di un declino culturale inarrestabile.


Aldo Domenico Ficara