Famoso glottologo e professore ordinario
di Didattica delle lingue all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Paolo Balboni
ha scritto numerosi libri di didattica, e molti insegnanti di lingue si sono
preparati con i suoi manuali: quando si parla di lingua, Balboni è stato il
maestro di molti. Attualmente è anche il dirigente di un gruppo di ricercatori
che collaborano con il Centro di Ricerca sulla Didattica delle Lingue.
Nell’ottobre 2014, durante la settimana
della lingua italiana, il governo italiano ha organizzato una conferenza a Firenze sull'insegnamento
della lingua italiana dal tema
L’italiano nel mondo che cambia. A marzo del 2015, i membri del Parlamento
hanno chiesto una verifica più tecnica e meno politica sullo stesso argomento
per capire meglio come stanno le cose con l’insegnamento e la diffusione
dell’italiano nel mondo. Balboni, che ha partecipato a entrambe le conferenze,
ne ha fornito una sintesi il 26 maggio, nell'intervento all’Istituto Italiano
di Cultura di New York dal titolo Italian Language World-Wide: A Rapidly
Evolving Situation, Where is it Heading? facendo una panoramica sugli obiettivi
e la direzione dell’insegnamento della lingua italiana nel mondo. Il linguista
ha iniziato ricordando il suo intervento del 2014 nella stessa istituzione dal tema
La mente e la motivazione nell’apprendimento dell’italiano , chiarendo
che il nuovo incontro sarebbe stato orientato alla politica più che alla
didattica.
Durante gli ultimi 4 anni si è letto
molto sul numero degli studenti sparsi per il mondo che studiano l’italiano
negli ultimi anni e il professore Balboni ha voluto specificare che non sempre
i dati riportati sono accurati, perché in alcune scuole o università, uno
stesso studente iscritto a più corsi è contato più volte, quindi i dati non
riflettono un numero reale di studenti. Tuttavia esistono dati precisi sugli
studenti che studiano italiano in giro per il mondo, come quelli de la Società
Dante Alighieri, riportati sul Il Sole 24 ore, e quelli del MAE (Ministero
Affari Esteri).
Secondo questi dati, ci sarebbero in
totale 750.000/800.000 studenti d’italiano in tutto il mondo; dati aggiornati e
approfonditi ogni anno da Gli Stati Generali si possono consultare sul sito
internet del Ministero nello studio L'italiano nel mondo che cambia.
Balboni ha proseguito il suo intervento
sullo studio delle lingue nel mondo evidenziando che l’inglese è al primo posto
nella classifica mondiale. Si tratta, però, di un inglese globale e non
formale, definito “globish”; una versione semplificata dell'inglese che usa
solo termini e frasi più comuni e semplici. Un linguaggio in continua
evoluzione, elastico, imbastardito ma con la capacità di adattarsi e cambiare,
e quindi molto diverso dall'inglese britannico. Al secondo posto c’è lo spagnolo,
lingua che ha molto successo anche grazie alle attività dell'Istituto Cervantes
di Madrid: istituzione pubblica aperta nel 1991 per la promozione dello studio
dello spagnolo e per la diffusione della cultura spagnola americana. Ma
dobbiamo anche ricordare che lo spagnolo è la lingua ufficiale di 20 paesi ed è
parlato da circa 4o0 milioni persone in tutto il mondo. “Comunque – ha detto
Balboni – questi paesi non hanno Botticelli, Michelangelo, Leonardo da Vinci,
Verdi, Rossini, Puccini e via di seguito”. Gli studenti che scelgono di
studiare l’italiano sono studenti diversi da quelli che scelgono di studiare lo
spagnolo. Sono generalmente più ambiziosi e vogliono sentirsi diversi dagli
altri. Perciò il compito dei docenti è stimolare la loro passione per l’italiano
e usare un metodo d’insegnamento moderno e comunicativo.
Dobbiamo ricordare che le lingue romanze
non hanno una morfologia semplice e la lingua italiana non è affatto facile con
i suoi numerosissimi tempi verbali e le sue regole grammaticali. I giovani di
oggi sono cresciuti con la tecnologia e imparano in modo diverso dal modo in
cui apprendevamo noi nel passato. I giovani non riescono ad imparare con regole
rigide e sequenziali perché le loro menti sono strutturate per un apprendimento
attivo e informale, sul modello networking dei social media. L’apprendimento
della lingua è un processo di connessione e i docenti devono usare un metodo
s’insegnamento moderno per stimolare e motivare i loro studenti.
La nostra lingua piace all’estero, e sono
molti i fattori che incidono sullo studio dell’italiano. “In questi ultimi
anni, la figura di Papa Francesco – ha detto Balboni – con il suo italiano
parlato in qualunque parte del mondo, ha avuto, e continua ad avere, un effetto
positivo sullo studio dell’italiano nel mondo”. Un Papa che parla italiano
ispira il mondo cattolico a imparare la lingua italiana e la popolarità della
nostra lingua è anche merito di personaggi come lui che motivano e appassionano
gli stranieri a studiare la nostra lingua. Alcuni di questi sono personaggi
della politica, dell’arte, dello sport, della moda, dell’industria, della
gastronomia e del cinema i quali promuovono sia la nostra lingua che la
cultura. Per fare degli esempi Balboni ha fatto alcuni nomi come Pavarotti, Andrea
Bocelli, Paolo Sorrentino, che “con La grande Bellezza ha saputo come vincere
un Oscar anche se non era un film da
Oscar, perché non rappresenta la vera Roma e l’Italia”.
Un altro esempio sono Dolce e Gabbana
che sanno benissimo che il marchio italiano vende tanto da aver inserito i
colori della bandiera italiana nell’elastico della biancheria intima. Poi ci
sono i giocatori di calcio, sport che ispira i giovani di molti paesi. Il
professore ha anche parlato del primo ministro belga, Elio Di Rupo, figlio
d’immigrati italiani e del sindaco di New York Bill de Blasio: persone che
mostrano passione per lingua e cultura italiane. Con tutta questa popolarità,
cosa manca per il successo della diffusione dell’italiano nel mondo? Balboni
afferma che gli studenti devono sentire la passione nello studio della lingua
altrimenti, dopo aver seguito un corso, cambiano classe. La passione è una
grande motivazione e può trattarsi di passione per una cultura, per una
professione, per il turismo, per lo sport, per la moda, la cucina e via si
seguito.
Sia i docenti che gli studenti devono
quindi avere un obiettivo nell’insegnamento e nell’apprendimento della lingua.
I docenti devono saper esaltare le esperienze e i gusti degli studenti e dirigere la propria attenzione sugli
studenti (focus on the learner) usando un approccio didattico comunicativo e
non tradizionale. Affinché questo sia possibile, continua Balboni, la
formazione di docenti qualificati all’insegnamento dell’italiano è necessaria.
Un docente deve sapere perché insegna l’italiano e chi sono i suoi studenti, ma
soprattutto deve sapere quali sono gli obiettivi, suoi e dei suoi studenti. In
altre parole, un docente deve capire il punto di partenza e deve avere visione
e chiarezza nella missione che porta al traguardo dell’apprendimento
dell’italiano. Nell'esprimere questa idea Balboni ha citato Seneca: “Non c'è
vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.
Nella seconda parte della sua
presentazione, Balboni ha parlato delle potenzialità della musica e delle
canzoni d'autore per l'insegnamento della lingua italiana agli stranieri
informando che quest'anno la settimana della lingua italiana, che si svolge
ogni anno durante la terza settimana di ottobre, avrà come tema: Il linguaggio
della musica, la musica del linguaggio. Il 2015 è stato infatti dichiarato anno
della musica e quindi la promozione dell’italiano nel mondo ha come motto
“l’italiano della musica, la musica dell’italiano”.
Il nostro patrimonio artistico e
culturale rappresenta la cultura italiana e sulla canzone nella didattica
dell’italiano si sono sviluppati vari interessi, i quali hanno reso evidente la
facilitazione dell’apprendimento dell’italiano attraverso la musica e le
canzoni. Ne abbiamo parlato anche in questa rubrica negli articoli: Canta che s’impara e
L’italiano della musica, la musica dell’italiano: imparare cantando con
Cristina Fontanelli .
Sul tema della didattica con l’uso delle
canzoni Balboni ha parlato di Fabio Caon, docente di Didattica della
letteratura e della omunicazione interculturale presso l'Ateneo veneziano.
Fabio Caon ha elaborato il progetto Parole in viaggio nel Laboratorio ITALS
dell'Università Ca' Foscari che ha composto canzoni specifiche per la didattica
dell'italiano raccogliendole poi in un CD-libro. Molte di queste attività si
possono scaricare dal sito Internet del laboratorio ITALS.
Attraverso queste attività didattiche,
gli studenti possono imparare la grammatica, la cultura e la letteratura
italiana con l'ascolto delle canzoni e la lettura del testo.
Anche se sappiamo che l’italiano è la
lingua della musica e dell’opera, quanti conoscono davvero l’opera? L’opera è
raccomandata nella promozione e nell’insegnamento dell’italiano perché aiuta la
diffusione dell’italiano nel mondo, orienta il ruolo della lingua e della
musica alla cultura e alla società e stimola così all’acquisto del “prodotto”
lingua e cultura italiana. Potente strumento di gioia emotiva, la musica
diventa la via attraverso la quale gli studenti d’italiano possono entrare in
contatto con la propria personalità. Uno studente che s’identifica con un
cantante o una canzone impara in modo piacevole sia la lingua sia la
cultura.
L’insegnante, attraverso la canzone,
aiuta a pensare, e sviluppare le proprie risorse interiori. I vantaggi che
offre la canzone, in termini di materiale autentico, sono una risorsa ma è
necessaria un'attenta considerazione da parte dei docenti. Infatti, gli
insegnanti devono selezionare i testi e renderli accessibili e adatti al
livello degli studenti. Un testo deve essere semplificato per favorire la
comprensione e permettere all’apprendente di sviluppare ed esercitare le
abilità comunicative. Balboni ha sottolineato che nonostante abbia le sue
difficoltà e nonostante gli italiani si lamentino sempre dell’economia
italiana, il nostro paese è anche una grande potenza in grado di attirare le
persone che amano la cultura, il paesaggio e il bello.
L’Italia è ottava nella classifica
mondiale dei maggiori paesi esportatori di e terza nella classifica europea.
Bisogna ricordare le tre “F” che rappresentano l’Italia nel mondo: Fashion,
Food, e Ferrari, e soprattutto che l’Italia è una delle principali mete del turismo,
è seconda in Europa e quinta nella classifica mondiale. Perciò in Italia c’è
una ricchezza di qualità che il mondo apprezza moltissimo.
Pezzo pubblicato sul giornale online
"La VOCE di New
York"http://www.lavocedinewyork.com/column/it/una-prof-in-america/237/
Filomena Fuduli Sorrentino ( Per La Voce di New York )