1.200 firme illustri per sostenere un documento di critica alla Buona scuola


"L´ultima riforma della scuola è l´apice di un processo pluridecennale che rischia di svuotare sempre più di senso la pratica educativa e che mette in pericolo i fondamenti stessi della scuola pubblica". Comincia così l´appello per la scuola pubblica promosso da sei insegnanti, un docente di Milano Bicocca, Andrea Cerroni, e una ex preside di Roma. Un documento di critica alla Buona scuola, ma non solo, in cui si chiede una moratoria - una pausa di riflessione - sui punti più contestati: i test Invalsi, l´alternanza scuola-lavoro, l´insegnamento delle materie in inglese, l´ennesima riforma dell´esame di Stato. Nato dal basso, in poco tempo è diventato virale, ha conquistato la rete, ma soprattutto mosso intellettuali e accademici.
Firmano Salvatore Settis, Massimo Cacciari, Tomaso Montanari, Umberto Galimberti, Nadia Urbinati, Michela Marzano, Romano Luperini, il filosofo Roberto Esposito, gli storici Giovanni De Luna e Adriano Prosperi, il sociologo Alessandro Dal Lago, i pedagogisti Benedetto Vertecchi, Massimo Baldacci e tanti altri educatori e professori universitari, insegnanti e critici letterari e dell´arte. Un elenco che si allunga a oltre 1.200 firme.
Con l’arrivo del 2018, lo scioglimento delle camere e il prossimo voto politico del 4 marzo, potrebbe invertirsi il trend negativo sulla scuola pubblica