IL RAPPORTO GIAVAZZI SULLA QUANTIFICAZIONE DEGLI AIUTI STATALI ALL’IMPRENDITORIA ITALIANA, CI SPINGE A UNA PROVOCAZIONE: E SE QUEI SOLDI FOSSERO INVESTITI IN ALTRI IMPIEGHI, MAGARI NELLA SCUOLA?

di Giancarlo Memmo


Nella  rassegna stampa di Radio Radicale del 11 agosto (STAMPA E REGIME), non mi pareva vero ma annunciavano la comparsa del rapporto Giavazzi relativo alla quantificazione degli “aiuti alle imprese”.
Il giornalista e uomo politico, conduttore della rassegna stampa, Marco Taradash, affermava che, tralasciando le controversie metodologiche sui calcoli, si parla di circa 35 miliardi che potrebbero anche raddoppiare se teniamo conto dei benefici fiscali. ...

 

Eccolo qui! 

Quello che non è stato mai possibile sapere nemmeno a potentissimi onorevoli-economisti, forse adesso...con molte reticenze... compare.

Nel “rapporto”, siamo quasi sicuri, non è contabilizzato qualche mancato introito relativo alla vendita di qualche gloriosa azienda automobilistica pubblica e le "spese di bonifica" di qualche altra azienda oppure i "regali fuori mercato" in violazione di Bolkestein ai “poveri” gestori di stabilimenti balneari e tralasciamo per "pietas" gli "aiutini" bancari...comunque sia si può riflettere sulle cifre.

Proviamo a fare un esercizio cognitivo “spanno metrico”, in un contesto di “trade-off” tra investimenti produttivi,magari nella Scuola e nell’Università che ne avrebbero molto bisogno, e rendite di posizione.
Quindi diciamo che:

-gli incentivi fiscali alle cooperative-imprese (indipendentemente dal colore..) ci costano una trentina di miliardi l'anno;
-analoga cifra, si concretizza in aiuti diretti alle stesse imprese, al netto dei benefici fiscali;
-il totale fa circa 70 miliardi di euro annui che lo Stato elargisce a vario titolo alle imprese “private”.

Tanto per non annoiare nessuno parliamo, rapportandoli a POSTI DI LAVORO da 25.000 euro lordi all'anno a tempo indeterminato, rispettivamente di:

-70 miliardi che corrispondono a 2.800.000 posti di lavoro/anno
oppure di
-30 MILIARDI che corrispondono "solo" a 1.200.000 posti di lavoro/anno

A questo punto, possiamo, se volete (tanto lo so che lo volete), dirvi che con gli azzeramenti dei "benefici fiscali" PER UN SOLO ANNO cioè “una tantum”, si potrebbero distribuire "a pioggia" 3.000.000 di euro (!!!!) per ciascuno dei 10.000 PLESSI SCOLASTICI della rete statale delle scuole, immaginate solo per un attimo cosa si potrebbe fare.
In alternativa, i soli 10 MILIARDI di euro che Giavazzi propone di tagliare, potrebbero riportare in quota europea i miseri salari dei docenti e dei lavoratori del comparto Scuola: circa 15.000 euro lordi annui a testa.

Naturalmente il rapporto Giavazzi è pochissimo pubblicizzato e insomma come sempre "se ne sa poco"...comunque volendo, sapendo fare le semplici 4 operazioni, un'idea ce la possiamo fare, nello sfondo contestuale dell’allocazione delle risorse e della storica scelta dell’imprenditoria italiana tra INVESTIMENTI IN IMMOBILI e MANCATI INVESTIMENTI IN FORMAZIONE, RICERCA E SVILUPPO.

Post Scriptum
La cosa secondo me davvero importante, al di la' delle cifre che sono ancora molto oscure e richiederebbero molti approfondimenti:
è che se ne parli, che si possa vedere chiaramente che c'è una parte del Paese che paga sempre e in ogni caso e per tutti!
In effetti c’è una parte del paese per cui valgono astratte teorie neo-liberali, del tipo competi o muori, e un’altra parte, che di solito “curiosamente” indica la strada “unica e corretta” del neo-liberismo agli stessi poveri “travet” da 1.200 euro al mese o ai metalmeccanici con leucemia o, come li chiamava Tobagi, “metal mezzadri”,.. tuttavia si dimentica di dire che “lei” ha bisogno di tanti aiuti di stato, ironia della sorte “per competere” ovviamente…. ma  “competerà” EVENTUALMENTE solo DOPO gli “aiutini”: obviously!!!
E questo, che ne pensi certa sinistra “salottiera”, non è equità, è un'altra cosa.