Alle tre di notte in treno sognando un’ora di supplenza

Insegnanti a chiamata. Le nuove frontiere del precariato
Ogni mattina sveglia alle 3 e arrivo a Tiburtina. Sono le insegnanti precarie campane, supplenti delle materne. Sostituiscono un collega che si ammala all’ultimo momento. Se la telefonata non arriva, si torna a casa. Temono che con un rifiuto possano scendere in graduatoria. Firmano contratti di un giorno. Fanno altri lavori per sopravvivere, ma sognano una supplenza annuale. E hanno paura di parlare.
















ROMA - Sono i primi ad arrivare. Alle sette del mattino entrano in ufficio e iniziano a gestire le supplenze del giorno. Qualche ora prima, dalle stazioni di Caserta e Napoli, gruppi di donne salgono sul treno. Scendono a Tiburtina o Termini. Un caffè e l`orecchio teso al cellulare. 'La chiamata può arrivare fino alle 11. Poi non c`è più speranza. A metà mattina hanno già coperto tutti i buchi. E allora ci rassegniamo e torniamo indietro`.
Non è una storia di lavoro a giornata in agricoltura. È quello che avviene ogni mattina alle insegnanti precarie delle scuole romane. Scuola pubblica: nidi, materne ed elementari. Un docente può ammalarsi e lasciare il posto vacante per uno o più giorni. Anche all`ultimo momento. L`ufficio chiama e la supplente copre le ore di buco. Se abita a Roma, deve semplicemente alzarsi prima. Se, invece, viene da fuori non può fare a meno di prendere un treno. Anche se può essere perfettamente inutile. Il primo regionale per Roma parte alle 3 e 57 da Caserta, due ore e mezza di viaggio con cambio a Formia. Il successivo è più comodo, parte alle cinque ed è diretto. Ma arriva alle 8 e 30, quando potrebbe essere troppo tardi. Ovviamente nessuno arriva a fine mese con un lavoro di questo tipo. E il viaggio dalla Campania a Roma costa da solo 20 euro. Così ci si arrangia con altri lavoretti. Perché lo facciamo? 'Per le graduatorie e i punteggi`, ci spiega un`altra docente. Il sogno è la stabilizzazione. Ma la maggior parte si accontenterebbe anche di un incarico annuale.
Tutti lavorano a chiamata
'Questo fenomeno è sempre esistito, ma si è accentuato dal 2008 con i tagli della legge 133`, ci spiega Enrico Grillo, segretario del sindacato di categoria della Cgil casertana. 'Gli incarichi sono stati prima ridotti e poi praticamente annullati. Caserta aveva un esercito di maestre, cancellate dalla riforma Gelmini. L`aumento a 24 ore / cattedra per le medie e superiori comporterà l`espulsione o la mobilità di circa 2500 docenti del territorio`.
'Ogni giorno da città e provincia partono circa 300 persone`, continua Grillo. 'Molte dall`agro aversano. C`è anche chi si è stabilizzato, ma per tutti gli altri le prospettive sono molto scarse. È una questione politica. Al momento la scuola non è considerata un bene prezioso su cui fare investimenti`.
'Tutti i supplenti lavorano a chiamata`, dice a Linkiesta Marcello Ziantoni, responsabile delle risorse umane del Primo Municipio, il centro storico della Capitale. 'C`è una graduatoria per ogni divisione amministrativa di Roma, attivata con un bando pubblico. In base all`ordine di graduatoria le educatrici vengono chiamate`. È vero che la telefonata arriva la mattina stessa? 'In caso di malattia improvvisa. Se si ammala un`educatrice la mattina e ci dice ‘io non posso venire oggi`, non possiamo fare altro che chiamare all`ultimo momento`. Quanto è frequente? 'Diciamo che è normale più che frequente. Non è che capita tutti i giorni, però può capitare. Siamo obbligati ad agire in questo modo`. La sostituzione deve essere immediata, non si possono lasciare da soli i bambini. Nelle superiori non succede per una questione di numeri. Sono meno sia gli alunni che gli istituti.
Risolto anticipatamente
Il compenso è uguale a quello giornaliero di un altro insegnante, non così il contratto. Viene stipulato anche per un giorno. Un accordo surreale su carta intestata del Municipio che recita: 'Gli effetti del presente contratto di lavoro decorrono dal giorno 12 ottobre al giorno 12 ottobre. [...] Il rapporto di lavoro potrà essere risolto anticipatamente, senza obbligo di preavviso, per la mancata assunzione del servizio nel termine assegnato`.
Ci sono le graduatorie pubbliche, è tutto legale e trasparente. Ma le testimoni ci chiedono l`anonimato. Il lavoro precario è soprattutto questo. Paura della ritorsione. 'Ci chiamano anche mezz`ora prima`, ci dice un`altra insegnante. E aggiunge: 'Non mettere il mio nome`. Per vivere fa altri tre lavori. Alla fine del mese ha in tasca meno di mille euro. Un terzo di quello che guadagna serve a pagare l`affitto. Di una stanza. 'Oggi ero in classe con 29 bambini, più un bambino autistico senza insegnante di sostegno. Lavoro alla materna. Questo avviene nel centro storico. Per un anno e mezzo non ho lavorato. Lo scorso anno solo 31 giorni. A volte sono impegnata in un altro lavoro e, se mi chiamano, non posso spostarmi. Mi hanno detto che in questi casi è meglio non rispondere, altrimenti scendiamo in graduatoria. A volte ci chiamano con il numero anonimo e allora stai a lì a pensarci. Rispondo o non rispondo?`.
Antonello Mangano, "Alle tre di notte in treno sognando un’ora di supplenza", Linkiesta.it terrelibere.org, 31 ottobre 2012, http://www.terrelibere.org/alle-tre-di-notte-in-treno-sognando-unora-di-supplenza