Quel “profumo di conservatorismo” volto ad agevolare le scuole cattoliche

di Lucio Ficara 03 dicembre 2012     Dopo le pesanti accuse del premier Monti, che tante polemiche hanno sollevato, sul conservatorismo e corporativismo dei docenti delle scuole pubbliche, adesso si solleva un altro caso, che ha il “profumo di conservatorismo”:  quello di mantenere  l’esenzione IMU per le scuole cattoliche. Il ministro dell’istruzione Francesco Profumo si è fatto paladino degli interessi economici delle scuole cattoliche, dimenticandosi  di tutelare, come sarebbe giusto, gli interessi della scuola pubblica. La presenza incombente e predominante del Vaticano, in Italia, è il motivo principale del privilegio, che la politica laica e conservatrice ,  propone al fine di  curare gli interessi  delle scuole con orientamento cattolico.
Quindi mentre la crisi economica morde la scuola pubblica, privandola, per sanare il debito degli scatti di anzianità maturati nel 2011, di un’ingente fetta di fondo d’istituto, pari al 30% rispetto a quanto destinato l’anno scorso, si difendono le scuole cattoliche dal pagare l’imposta municipale unica sulla proprietà degli immobili. Una tassa che paghiamo tutti, eccetto le scuole di orientamento cattolico. Se non è conservatorismo e corporativismo questo, non sapremmo come altro chiamarlo. La scuola pubblica è vilipesa e tradita dal suo ministero dal 2008 fino ad oggi, con un passaggio di testimone, dalla Gelmini a Profumo, che ha colpito per il suo sincronismo e la sua continuità. Ricordiamo, come una ferita aperta e ancora grondante, gli oltre 8 miliardi di euro tagliati dalla voce istruzione con la vituperata legge 133, che hanno devastato la scuola pubblica e generato un impoverimento devastante delle nostre scuole, sia dal punto di vista di risorse economiche che di quelle umane. In questi anni invece le scuole cattoliche non hanno subito tagli ed hanno potuto ricevere, come anche nell’ultima legge di stabilità, congrui finanziamenti. Mentre la scuola pubblica, continua ad essere saccheggiata delle sue risorse, come accade per i  400 milioni di euro decurtati dai fondi di istituto, soldi con i quali si possono finanziare attività fondamentali come i corsi di recupero, corsi ed attività di approfondimento extrascolastiche, sportelli didattici, alle scuole cattoliche viene conservato il privilegio di non pagare l’IMU, come richiesto ufficialmente dalle alte sfere del ricchissimo Vaticano. Uno Stato laico, prima di agevolare il conservatorismo di tradizione cattolica, dovrebbe  rivolgere l’attenzione della sua agenda politica sul salvare la scuola pubblica, che è un patrimonio di tutti noi, cattolici e non.