Cinquestellini, primi segnali di rigetto

 di paolo


"Mi chiamo xxx, soldato del M5S, numero di matricola xxx". Stop. Soltanto i due portavoce ufficiali, Roberta Lombardi e Vito Crimi, erano autorizzati a smozzicare qualche parola in più nel solco delle banalità ed ovvietà più scontate "a questo non posso rispondere, non lo so, devo sentire, per favore non me lo chieda, vedremo...", e via a passi lunghi e veloci. Una "grillina" invitata dalla giornalista a non spaventarsi e a rendersi più disponibile ha risposto freddina "non sono spaventata, sono infastidita " .
Infastidita? Ma come, neanche un giorno e siamo già al modello vecchia cariatide che sfugge alle domande, anche quelle meno compromettenti. Ma un pensiero proprio ce l'hanno? 
Chiaro e limpido che le consegne sono state rigidissime perché, con due capi come Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio c'è poco da scherzare: se sgarri, se ti scappa anche una parola in più, la scomunica arriva come un lampo. Tutto quindi deve essere organizzato ed inquadrato quasi militarmente per evitare ogni contagio con il mondo marcio e putrido della partitocrazia e dei media che cercheranno di corrompere la loro purezza di ideali, la loro "mission" di scardinatori e revisionisti del sistema.



 
 
Insomma, il primo approccio non è stato dei migliori, ma si poteva anche giustificare con l'unicità della circostanza, soprattutto per persone non avvezze al ruolo e quindi anche giustamente un po' diffidenti. Meno apprezzabile l'atteggiamento sprezzante da "superiority complex" di chi, fino a prova contraria e a prescindere dal titolo accademico che può produrre, deve ancora dimostrare cosa sa fare realmente.
Al suono della campanella, si fa per dire, sono tutti entrati a gruppi nell'aula parlamentare e si sono schierati negli scranni più alti dell'emiciclo. Una postazione di vedetta, come si conviene ad Osservatori delle Nazioni Unite, disposti per sorvegliare il campo di battaglia. Armati di smartphone, tablet, nonché più tradizionali penne e blocco notes, i super informatizzati figli del web si sono disposti in attesa di registrare anche il minimo sussulto, il più impercettibile segnale di spreco o inefficienza.
E difatti, alla prima giornata andata a vuoto sulla elezione del Presidente della Camera, come prassi inevitabile quando non sussistono accordi preventivi, la capogruppo Roberta Lombardi se ne è uscita con la seguente dichiarazione: "le procedure per eleggere i presidenti delle Camere sono uno spreco assurdo, costeranno 420.000 euro per le spese dei parlamentari, senza considerare i soldi che si spendono per le strutture (?!)". Per le strutture? La prossima allora organizzatela in un camper, come quello di Beppe Grillo.
Poi ha doppiato con un "qui ci sono persone pagate profumatamente che tirano alla diaria". E siamo al primo giorno!
A parte il conteggio, come al solito rimesso alla più ampia discrezionalità, questo tono supponente da maestrina che bacchetta il prossimo in nome di un supposto efficientismo al primo giorno di scuola lascia un po' perplessi. Sa di preparato, di messaggio studiato e suona francamente anche un po' fessacchiotto. L'impressione è che questi signori prelevati dalla società comune, selezionati con criteri "sui generis", senza comunque un percorso politico certo si siano messi in posizione di sparo su tutto e su tutti.

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