SCUOLA RIOTORTO (LI): I GENITORI VOGLIONO LA SETTIMANA CORTA

inviato dalla  Associazione Genitori A.Ge. Toscana  


Genitori sul piede di guerra a Riotorto, dove nonostante la richiesta pressoché unanime di chiudere la scuola elementare di sabato, la Direzione didattica seguita a fare orecchi da mercante, non mettendo neppure le richieste dei genitori all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di circolo.

Il motivo non è quello, banale, di avere il sabato libero per andare a fare la spesa o a passeggio, bensì quello, seriamente documentato, di avere una scuola migliore per i loro figli. Tagli ministeriali vogliono infatti che a scuola non ci siano più compresenze, per cui avendo il tempo scuola articolato su sei giorni, una maestra a rotazione deve coprire il giorno libero delle altre. In questo modo non c’è mai neppure un giorno in cui tutte le maestre siano presenti contemporaneamente e in quella scuola è impossibile fare interventi e progetti che vadano al di là della semplice classe.



 


”Il rammarico di tutta questa storia è che ben 5 mesi di incontri e discussioni con l’impegno da parte dei genitori a trovare soluzioni, la consegna di ben 145 firme di genitori alla Direzione scolastica, sembrano non interessare il sistema di gestione della scuola, che dovrebbe far leva invece sulla partecipazione attiva e sul ruolo propositivo delle famiglie” dichiara Angela Lorenzini, presidente dell’Associazione Genitori Riotorto, recentemente costituitasi all’interno della federazione nazionale A.Ge. proprio per tutelare l’interesse degli alunni e delle famiglie.

Ecco brevemente la storia: a dicembre 2012 si è formato a Riotorto un comitato genitori con l'intento di richiedere una diversa articolazione dell'orario settimanale su 5 giorni (settimana corta) nella scuola primaria, in modo da ottenere un miglioramento dell'organizzazione didattica, come già verificato in molte scuole del territorio. Nel prossimo anno scolastico in un plesso piccolo come quello di Riotorto, in cui le cinque classi saranno tutte a 27 ore, la possibilità di ottenere la presenza dei docenti durante tutto il tempo scuola, distribuito su 5 giorni, potrebbe infatti migliorare notevolmente il servizio.

Inizialmente la scuola ha mostrato interesse verso l’iniziativa affermando che la cosiddetta “settimana corta” poteva essere una buona soluzione per un plesso piccolo come quello di Riotorto e che la diversificazione dell’offerta formativa era cosa gradita e teoricamente avrebbe potuto facilitare l’organizzazione del servizio per i collaboratori scolastici, ma che la riorganizzazione era subordinata al consenso dell’Amministrazione Comunale ad affrontare la spesa.

Di fatto l’unico competente a decidere in merito è il Consiglio di circolo, che non si è ancora pronunciato, nonostante l’orientamento consolidato di molte sentenze indichi chiaramente che si deve procedere a maggioranza delle famiglie. Poiché le famiglie contrarie sono solo tre non dovrebbero sussistere problemi, e invece sono cinque mesi che la vicenda va avanti senza che se ne veda soluzione, nonostante la promessa di interessamento dal parte del sindaco, che ha riconosciuto di avere un conto in sospeso con la comunità riotortese, in attesa da oltre nove anni del nuovo edificio scolastico.

”E’ assodato che la settimana corta in realtà comporta una diminuzione dei costi di gestione a partire dal riscaldamento, fino al servizio di trasporto che, proprio grazie all’utenza mista (primaria e media) ridurrebbe le corse – conclude la presidente Lorenzini- Nell’attuale fase di promozione e realizzazione della corresponsabilità educativa, l’idea sancita dalla legge che le famiglie, in forma individuale o collettiva, possano esercitare il loro ruolo propositivo ed esprimere le loro istanze, contribuendo significativamente e attivamente alla definizione dell’autonomia didattica e culturale della scuola, sembra davvero lontana”.