A Cosenza i genitori finanziano i corsi di recupero scolastici

Cosenza, 29 ottobre 2013

Quello a cui stiamo assistendo al liceo scientifico “Fermi” di Cosenza, per l’ennesima volta, è inaccettabile e supera l’assurdo. Nell’ultima riunione del Consiglio di Istituto il DS ha proposto di effettuare corsi di recupero per gli alunni in difficoltà utilizzando gli stessi docenti che al mattino effettuano regolarmente servizio presso il Liceo Scientifico e, verosimilmente, cosa inaudita, con il contributo economico delle famiglie. Si tratta di un’operazione che necessita di una riflessione attenta e puntuale, che potrebbe, se non circostanziata e fermata sul nascere, portare a una deriva privatistica del rapporto alunni/docenti.
E’ superfluo ricordare come nelle scuole pubbliche della Repubblica italiana non esista l’ “intra moenia”, e come sia impossibile e addirittura non previsto da nessuna norma far pagare le famiglie per attività di recupero delle attività curricolari degli studenti che necessitano un supporto didattico al fine di recuperare le lacune che si dovessero presentare nel corso dell’anno scolastico. Tra l’altro, l’O.M. 92/2007 (che recepisce i D.M. 42/2007 e 80/2007) stabilisce che “le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa che ogni istituzione scolastica predispone annualmente”, e soprattutto come ogni contributo delle famiglie sia regolato dalla nota prot. n.312 del 20 marzo 2012 del Capo Dipartimento per l’Istruzione (“ogni contributo delle famiglie deve essere volontario e mai finalizzato all’attività ordinaria”).
Incurante di tutto ciò, la dirigente di questa scuola sta provando a compiere una spericolata operazione dal sapore classista ed escludente, che si accompagna ad una convenzione stipulata con la banca UBI-Carime per finanziare il prestito di una somma con “condizioni agevolatissime” per far fronte alle spese per “corsi di sostegno/studio”. L’invito alle famiglie ad indebitarsi, cioè, per pagare attività promosse dalla scuola rappresenta una lesione dei diritti costituzionalmente sanciti.
L’intera Organizzazione Sindacale FLC-CGIL sia provinciale che regionale esprime la sua più netta e totale contrarietà ad ogni ipotesi del genere ed ha già avviato in ogni ambito le necessarie iniziative utili per bloccare questo progetto, chiaramente illegittimo oltre che discriminatorio, rendendone partecipe l’Ufficio Scolastico Regionale, la Regione Calabria ed il MIUR.
Una forza sindacale quale è la FLC-CGIL, portatrice di una visione del mondo i cui pilastri sono i diritti dei lavoratori, la democrazia sui luoghi di lavoro, l’eguaglianza delle opportunità, l’inclusione sociale, il diritto al sapere libero e critico e ad una qualità formativa elevata per tutti e tutte senza disparità, non farà un passo indietro in questa ulteriore battaglia di civiltà. E non lascerà certo soli lavoratori e lavoratrici esposti anche in questa vertenza, che subiscono quotidianamente attacchi che verranno rispediti puntualmente al mittente.

Gianfranco Trotta​Segretario regionale Flc-Cgil
Pino Assalone​​Segretario provinciale Flc-Cgil




Risposta del liceo scientifico “Fermi” di Cosenza

Il Consiglio d’Istituto del Liceo Scientifico “ Fermi “ di Cosenza ha accolto la proposta della Dirigente Scolastica prof.ssa Michela Bilotta di coinvolgere le famiglie nell’attivazione di interventi di sostegno, recupero e approfondimento, attraverso la loro partecipazione, del tutto volontaria, volta a dare impulso ad attività che solitamente vengono svolte privatamente con notevoli esborsi che pesano sui bilanci familiari molto più di quanto si pensi. La Dirigente Bilotta ha infatti ipotizzato un sistema trasparente di supporto all’apprendimento fondato sulle richieste, da parte delle stesse famiglie, di lezioni di recupero e sostegno, tenute in orario pomeridiano da docenti che abbiano manifestato tale disponibilità, espressamente indicati nella richiesta dei genitori; le famiglie corrisponderebbero alla scuola un contributo non oneroso, notevolmente al di sotto di quanto spenderebbero rivolgendosi privatamente a docenti della disciplina. In tal modo la scuola potrebbe attivare interventi capillari, duraturi e pertanto realmente efficaci per far fronte al problema degli insuccessi scolastici, piuttosto che confidare sugli ormai esigui ed irrilevanti fondi erogati dal Ministero, del tutto insufficienti per interventi di recupero realmente in grado di colmare quelle lacune che spesso inficiano il successo formativo dei nostri allievi.
D’altronde, le stesse fonti normative hanno previsto, come per la sanità, anche per il mondo della scuola, la contribuzione degli utenti; la partecipazione dei docenti all’iniziativa è ampiamente confortata dallo stesso Contratto Nazionale vigente che nell’art. 32 c. 1 recita: “ I docenti, in coerenza con gli obiettivi di ampliamento dell’offerta formativa delle singole istituzioni scolastiche, possono svolgere attività didattiche rivolte al pubblico anche di adulti, nella propria o in altra istituzione scolastica, in relazione alle esigenze formative provenienti dal territorio, con esclusione degli alunni delle proprie classi, per quanto riguarda le materie di insegnamento comprese nel curriculum scolastico e per attività di recupero.”
Invitando i docenti allo svolgimento di lezioni suppletive nella stessa istituzione scolastica, nella direzione della valorizzazione della professionalità docente, lo svolgimento delle attività intra moenia, lungi dal voler conferire agli interventi un’ impostazione “selettiva e classista”, si pone l’obiettivo di orientare il servizio alle istanze degli allievi, attraverso una scelta delle famiglie che non può che intendersi come partecipazione alla vita della comunità scolastica.
La salvaguardia dell’impostazione “pubblicistica” dell’iniziativa è inoltre garantita dalla possibilità di intervento economico da parte della scuola, attraverso i fondi disponibili, per gli allievi per i quali le attività di recupero si rendono indispensabili ma le cui famiglie non possono far fronte alle spese richieste; sarà così scongiurato qualsiasi “trattamento agevolato” e garantita la creazione di pari opportunità per gli studenti.
L’auspicio più grande è che l’iniziativa trovi il riscontro della popolazione scolastica, al di là delle interpretazioni mistificatorie da parte di alcune sigle sindacali, che in questi giorni, ancor prima che venisse comunicata ufficialmente l’iniziativa, si sono già profuse in comunicati stampa denigratori ma che fortunatamente non fanno recedere il Liceo Fermi dall’intento di rispondere alle istanze degli allievi e delle famiglie, non più lasciate da sole a gestire il problema dell’insuccesso scolastico, alla ricerca di lezioni impartite privatamente, in modo sommerso, prassi che richiama l’immagine obsoleta della scuola del passato, immobile ed incapace di far fronte alle esigenze dell’utenza.