IN RISPOSTA AL GENITORE.

di Vincenzo Pascuzzi


Rispondo puntualmente alla e-mail del genitore g.s., così il mosaico o puzzle può cominciare a rilevare il suo disegno. Mi riprometto però di indicare in una prossima nota alcune questioni generali che sono sullo sfondo e costituiscono lo scenario, che è complesso e articolato.
Non ho ancora letto le repliche degli altri docenti.

«gli argomenti principali sulla scuola che ho letto , sono: no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E in questa ultima e-mail la ciliegina sulla torta [cioè il liceo breve a 4 anni].»
Sì e no. L’argomento principale della ml (o delle due ml) è la difesa e la realizzazione di una scuola pubblica statale efficiente come previsto in costituzione: “Ricomincio dal 3. L'art. 3 e l'art. 33 della costituzione e i principi che li hanno ispirati, sono i riferimenti di questo gruppo che ha come obiettivo il rilancio della Scuola della Costituzione, una Buona Scuola per la Repubblica che sia garanzia per il futuro delle giovani generazioni e del paese tutto”.
Il no all’invalsi è un no ai test attuali e forse va rispiegato ma è in funzione della scuola pubblica statale davvero efficiente. La difesa delle cattedre è inscindibile da una scuola efficiente e su questo argomento c’è sensibilità acuita dall’esperienza vissuta a partire dal 2008 con i famigerati tagli di Gelmini (un vero massacro che richiederà forse decenni per essere rimediato).
Il liceo breve è inquietante novità di questi giorni con già importanti e motivati commenti; vedere, ad esempio, “Fritto misto all’italiana” di Franco Labella (1) e il comunicato della Flc Lombardia (2).



«Come possiamo pensare di far uscire i ragazzi un anno prima se c'è crisi e non c'è posto di lavoro.»
C’è sicuramente anche questo aspetto non trascurabile ma che non è prioritario o essenziale, a mio giudizio .

«Ma quale è la cosa importante della scuola? Perché la scuola esiste? Di certo non per dare lavoro agli insegnanti.»
Alle domande viene data risposta valida e condivisa nella frase successiva. Il riferimento al lavoro degli insegnanti inserito in questa risposta, nel senso che una scuola che funzioni e soddisfi ragazzi e genitori implica necessariamente il lavoro professionale degli insegnanti, non si discute. Diverso il caso di una scuola che non funziona e che perciò può implicare lavoro inutile e pretestuoso.

«La scuola esiste perché i ragazzi possano formarsi e avere delle competenze che gli permettano di affrontare nel migliore dei modi il futuro che li attende. La scuola primaria e secondaria di primo grado per affrontare bene la scuola secondaria di secondo grado. La scuola secondaria di secondo grado per affrontare nel migliore dei modi l'università o il mondo del lavoro.»
Perfetto!

«Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi viene spontanea non è certo quante cattedre si possono guadagnare o perdere o se durando un anno in meno si avranno più disoccupati. La domanda da porsi è se 4 anni sono sufficienti per ottenere un risultato positivo nei ragazzi. Una volta risposto a questa domanda ci si può interrogare sul numero di cattedre o su altro.»
A me è venuta spontanea un’altra domanda: “perché questa ipotesi, anzi questa realtà, è comparsa all’improvviso, come un fungo, quando è già in attuazione e senza discussioni e coinvolgimenti?”. Mi sembra strano e sospetto che lo Stato sperimenti – almeno così dice, ma il successo della sperimentazione è annunciato e scontato già in partenza – presso le scuole private paritarie che hanno condizioni di funzionamento privilegiate e particolari, tipo: 20 alunni per classe, super attrezzature, rigidità disciplinare, ecc. e rette annuali di 8 o 9.000 euro.
Singolare che con questa sperimentazione, come con quelle invalsi, non ci sia un soggetto terzo che le verifichi! Lo stesso sperimentatore ne annuncerà il sicuro successo, anzi nemmeno si prenderà cura di questo adempimento formale.
Inoltre, lo stato e il miur da soli non possono separare l’eventuale liceo breve dalla sorte dei docenti che risultassero in esubero. E poi come fidarsi di stato e miur che, nel passaggio da un governo all’altro, avanzano e si rimangiano riforme sbandierate come epocali? Da ultimo vedere il bonus maturità revocato e ripristinato nel volgere di pochi giorni.

«Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non entro nel merito ma di sicura un sistema di valutazione delle scuole serve. Non va bene l'invalsi, ok mi sta bene. Ma serve anche che vi siano delle risposte concrete a come si può valutare la scuola.»
Non è in discussione l’opportunità o la necessità di valutare scuole, docenti, presidi, ecc., ma non si riconosce – come già detto - agli attuali test invalsi questa prerogativa, sia pur limitata a due sole materie. Si deve valutare per migliorare non solo per eventualmente punire o mettere in soggezione o indurre alla didattica finalizzata ai test o quiz. E poi invalsi non ha strutture, né personale, né modalità condivise atte a gestire le prove, né a minimizzare le copiature o cheating. E poi chi controlla l’invalsi? A chi risponde l'invalsi? Chi lo garantisce? Perché non c’è trasparenza? Perché è ancora commissariato? Perché utilizza personale precario anche da decenni? E quanto costano le sue rilevazioni.

«E' difendibile una maestra che dopo 5 anni di inglese in una scuola primaria porta i suoi ragazzi ad un livello tale che al di là di qualche canzoncina in inglese non sanno e non sarebbero in grado di entrare in un negozio a chiedere un Kg di pane.»
Ok. Sembra che tutto o quasi l’inglese insegnato a scuola si trovi in condizioni simili. È questione da porre al miur che deve-dovrebbe provvedere. Mi sembra che proprio il miur, qualche anno, fa abilitò forzosamente le maestre a insegnare l’inglese con meno di 80 ore di corso! Ho letto che in corea del sud vanno negli usa a reclutare docenti di madre lingua. Per infierire sull’invalsi: in 10 anni di attività non ha ancora documentato questa situazione che pure è riconosciuta da molti!

«I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere a spada tratta e senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in percentuale minore ci sono, devono essere aiutati a migliorare. E come non tutti possono fare i cuochi se non hanno la passione e il talento per farlo, alcuni dei docenti che oggi si siedono alle cattedre della scuola, pochi anzi pochissimi è vero, non possiamo certo dire che abbiano la passione e il talento per fare gli insegnanti.»
D’accordo. Però questa osservazione “i bravi docenti che sono tanti” contrapposti “ai pochissimi cattivi docenti” appare reiterata in altri contesti, articoli, occasioni. Per cui – forse errando o inconsapevolmente prevenuto e diffidente – la percepisco diversamente da come è letteralmente scritta. Insomma, vedo che c’è chi pesantemente dà addosso alla categoria con riferimento esagerato ai cattivi docenti e poi quasi per recuperare, per bilanciare, o per consolazione riconosce che sì ci sono i bravi docenti e sono in maggioranza, però …. Mi appare quasi un furbastro, sgradevole, inutile “parlare a nuora perché suocera intenda” o un improprio “lanciare il sasso e nascondere la mano”. Vorrei davvero essere in errore.
Non dimentichiamo che le c.d. riforme Gelmini, a partire dal 2008, sono state precedute e preparate da massicce campagne di disinformazione con slogan tipo “in Italia ci sono troppi docenti” (3) in cui effetti permangono ancora.
Inoltre ora sembra che “E' iniziata la seconda campagna diffamatoria contro i docenti, per predisporre l'opinione pubblica a giustificare e, anzi, postulare l'introduzione dell'orario a 24 ore (siamo lavativi, abbiamo tre mesi di ferie, siamo privilegiati, facciamo il lavoro delle casalinghe e dei falliti) e della retribuzione "premiale" (più soldi a chi lavora anche la notte, a chi lava i cessi della scuola, a chi fa il mastino delatore dei colleghi e il tirapiedi del preside-padrone)... “ (4)

«Quando si mettono i diritti degli insegnati sempre e comunque davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola non stia funzionando come dovrebbe.»
Affermazione non vera da respingere. Né nei fatti, né nelle intenzioni mi risulta che i diritti degli alunni sono “sempre e dovunque” (!) sacrificati a vantaggio dei diritti dei docenti, anzi “La scuola si regge in piedi per il grande lavoro dei docenti” (5) e la situazione dei docenti e di demotivazione stra-motivata e alcuni la denunciano chiaramente(6) (7).
È pacifico che la scuola non sta funzionando come dovrebbe ma ciò non per responsabilità principale dei docenti . Caratteristica dei ministri e dei politici è quella di decidere e operare senza ascoltare la categoria che vive la scuola reale. Ad esempio, è rivelatore cosa scrive un docente sul suo blog: “Voglio illudermi di pensare che queste mie osservazioni, espresse in un semplice blog, possano essere lette da qualcuno dei funzionari ministeriali preposti all’organizzazione degli esami di Stato, il quale ci rifletta sopra. Forse, appunto, è un’illusione, ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare per far sentire la nostra voce, la voce di chi ha vissuto tutta la vita nella scuola e che quindi, senza supponenza, una certe esperienza deve pur averla maturata” (8).

«Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura che sono dalla parte della maggior parte degli insegnati, ma anche con tutta la buona volontà ritengo che diano fondamenta al detto che si impara nonostante i docenti.»
Sicuramente non c’è niente di offensivo! E anch’io spero di non aver offeso nessuno con quanto scritto.
Noto che la frase finale ha assorbito e risente dell’identificazione “scuola = docenti” (con il corollario “scuola va male = colpa dei docenti”) divenuta senso comune, un alibi comodo assolvente o auto-assolvente. Propongo questa variante: “si può imparare anche a scuola” (un po’ come “il vino si anche con l’uva”), dove nella scuola ci sono anche i docenti, ma c’è anche tutto il resto (alunni, genitori, ata, presidi, provveditori, la burocrazia, fino al ministro e al governo; ci sono anche le strutture, le risorse, i programmi o indicazioni, la normativa, gli scrutini, gli esami, ….

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LINK

(1 ) Fritto misto all’italiana
http://profumodiscuola.com.unita.it/scuola/2013/10/26/fritto-misto-allitaliana/
(2) In Lombardia partono i licei brevi. Diploma in 4 anni. Meno tempo scuola, meno istruzione. L’esatto contrario di ciò che chiede l’Europa
http://informazionescuola.it/2013/10/26/comunicato-stampa-in-lombardia-partono-i-licei-brevi-diploma-in-4-anni-meno-tempo-scuola-meno-istruzione-lesatto-contrario-di-cio-che-chiede-leuropa/
(3) Le dieci bugie della Gelmini
http://icdo-nogelmini.blogspot.it/2011/10/10-bugie-di-giuseppe-caliceti.html
(4) Campagna diffamatoria
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=16658 )
(5) Lettera aperta al ministro Carrozza
http://aldodomenicoficara.blogspot.it/2013/10/caro-ministro-la-scuola-si-regge-in.html
(6)  Docente demotivata 2
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49579&action=view&c 
(7) Docente demotivata
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49558&action=view&c
(8) L’esame di Stato: c’è qualcosa da cambiare?
http://profrossi.wordpress.com/2013/10/22/lesame-di-stato-ce-qualcosa-da-cambiare/


Si riporta per completezza di informazione la lettera del genitore G.S.

Scusate se il discorso che segue non è molto articolato, sono semplicemente un genitore con maturità professionale. Non sono abituato a fare grandi discorsi per cui sintetizzo dei concetti. Sono assolutamente d'accordo con valorizzare i docenti per cui quello che dirò non prendetela come un attacco alla categoria. Leggo in questa mailing list e gli argomenti principali sulla scuola che ho letto , correggetemi se sbaglio, sono : no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E in questa ultima email la ciliegina sulla torta. Come possiamo pensare di far uscire i ragazzi un anno prima se c'è crisi e non c'è posto di lavoro. Ma quale è la cosa importante della scuola? Perché la scuola esiste? Di certo non per dare lavoro agli insegnanti. La scuola esiste perché i ragazzi possano formarsi e avere delle competenze che gli permettano di affrontare nel migliore dei modi il futuro che li attende. La scuola primaria e secondaria di primo grado per affrontare bene la scuola secondaria di secondo grado. La scuola secondaria di secondo grado per affrontare nel migliore dei modi l'università o il mondo del lavoro. Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi viene spontanea non è certo quante cattedre si possono guadagnare o perdere o se durando un anno in meno si avranno più disoccupati. La domanda da porsi è se 4 anni sono sufficienti per ottenere un risultato positivo nei ragazzi. Una volta risposto a questa domanda ci si può interrogare sul numero di cattedre o su altro.
Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non entro nel merito ma di sicura un sistema di valutazione delle scuole serve. Non va bene l'invalsi, ok mi sta bene. Ma serve anche che vi siano delle risposte concrete a come si può valutare la scuola. E' difendibile una maestra che dopo 5 anni di inglese in una scuola primaria porta i suoi ragazzi ad un livello tale che al di là di qualche canzoncina in inglese non sanno e non sarebbero in grado di entrare in un negozio a chiedere un Kg di pane.
I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere a spada tratta e senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in percentuale minore ci sono, devono essere aiutati a migliorare. E come non tutti possono fare i cuochi se non hanno la passione e il talento per farlo, alcuni dei docenti che oggi si siedono alle cattedre della scuola, pochi anzi pochissimi è vero, non possiamo certo dire che abbiano la passione e il talento per fare gli insegnanti. (potrei anche fare tanti esempi pratici e reali ma credo che ognuno di noi abbia in mente qualche persona). Quando si mettono i diritti degli insegnati sempre e comunque davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola non stia funzionando come dovrebbe. Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura che sono dalla parte della maggior parte degli insegnati, ma anche con tutta la buona volontà ritengo che diano fondamenta al detto che si impara nonostante i docenti