Insegnante licenziata per aver sposato la sua compagna

Un’insegnante lesbica impiegata in una scuola cattolica dell’Arkansas è stata licenziata per aver sposato la compagna che frequentava da 14 anni. Così Tippi McCullough si è ritrovata senza lavoro al ritorno dal New Mexico, dove le nozze con Barb Mariani si sono trasformate nella sua condanna professionale.
Durante la trasferta, l’insegnante della Mount Saint Mary Academy di Little Rock ha ricevuto ben due telefonate dall’istituto: una dal segretario che consigliava di non sposarsi al fine di evitare il licenziamento, l’altra direttamente dalla preside che – dopo aver saputo delle avvenute nozze – ha notificato la decisione alla donna.
Ecco il racconto di Mariani:
 

È impossibile credere che la prima chiamata ricevuta appena dopo il matrimonio sia stata quella. Tippi lavora alla Mount St. Mary da 15 anni ed è un’insegnante molto amata. È diventato un giorno triste dopo aver saputo che era stata licenziata per il fatto di aver preso un impegno con la persona che ama.
Sul documento viene citata una clausola di moralità, nella quale rientrano anche il sesso prematrimoniale (si suppone che tutti i colleghi di McCullough non si siano macchiati di tale abominio) e il sostegno alla pratica dell’aborto, qualunque sia la circostanza.
La Human Rights Campaign, tra le più grandi organizzazioni LGBTQ americane, ha definito il comportamento dell’istituto religioso una «discriminazione esplicita e senza senso». Il suo presidente Chad Griffin ha inoltre chiamato in causa la moralità:
Licenziare un’insegnante amata solo perché omosessuale è moralmente inammissibile. Nel momento in cui Papa Francesco chiede alla gerarchia cattolica di mettere da parte il giudizio e le campagne contro le persone LGBT, è vergognoso che questa scuola stia ignorando il messaggio di speranza.
Intanto la preside Diane Wolfe difende la decisione, nonostante tenga a precisare che non si è trattata di una scelta presa esclusivamente da lei.
Non sta a me decidere, giudicare o infrangere i principi della Chiesa. Mi hanno chiamata per rispettare le obbligazioni contrattuali nel ruolo di amministratrice di una scuola cattolica. Non credete che la decisione abbia richiesto coraggio morale per mantenere e far rispettare la Chiesa e le sue direttive?


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