Oggi scrivere nel web articoli in difesa
dei diritti del corpo docente complica la vita comunicativa, perché si è
bersaglio di ben oleati sistemi, vere e proprie macchine da guerra della
comunicazione, che impediscono o
rallentano la condivisione dell’informazione. Il riferimento è ai sindacati
gialli, ad alcune associazioni del mondo scolastico dalle non ben chiare mission e anche ad altri sindacati troppo spesso
indaffarati in beghe di potere interno o intersindacale. Il corpo docente
invece, abituato da tempo a vessazioni
di ogni tipo, ha assimilato gli
anticorpi della assuefazione a ogni azione provocatoria e raramente reagisce in modo convincente. Tralasciando le
provocazioni dirette che ogni giorno gli insegnanti devono subire dalle
circolari o dai rimproveri ingiustificati del preside sceriffo di turno,
evidenziamo le provocazioni dell’opinione pubblica, indottrinata da una stampa
sottomessa al potere dirigenziale, fondate sullo stereotipo del docente
fannullone, le provocazioni politiche tutte incentrate su tagli di posti e di
diritti acquisiti, le provocazioni delle famiglie che talvolta mal sopportano
giudizi valutativi non corrisposti. Il mix di provocazioni, condizionamenti e
vessazioni che inducono alla prudenza, alla sottomissione incondizionata, alla
demotivazione professionale, determina l’assenza di una sempre più necessaria solidarietà
lavorativa tra insegnanti. In altre parole ogni docente, per non sprofondare
negli abissi della mortificazione professionale, cerca di percorrere strade personalizzate che
indeboliscono l’intera categoria professionale. A conferma di quanto detto qualche anno fa si parlava di istituire l’ordine
dei docenti, oggi miseramente caduto nel dimenticatoio a tutto vantaggio di chi
vuole disporre a suo piacimento di una categoria di lavoratori che non deve
avere punti di riferimento, difese normative e veri appoggi politico sindacali.
Alcuni docenti volenterosi da qualche anno si spendono nei social network
organizzando interessanti pagine
tematiche, dove sono raccolte informazioni sul mondo della scuola. Un lavoro
sicuramente meritorio che potrebbe meglio esprimere tutte le sue potenzialità.
Si
dovrebbe fare con decisione un passo in avanti, condividere le forze di visibilità,
unire gli intenti per interfacciarsi con il mondo politico ed economico dei
decisori, creare piattaforme propositive riguardanti la scuola del futuro, promuovere
in accordo con i sindacati di base manifestazioni di protesta e azioni di alta
qualità comunicativa verso l’opinione pubblica. Oggi, infatti, pensare a uno sciopero ad oltranza per la
difesa dei propri diritti è un’utopia, perché
forse a molti docenti non importa nulla, nemmeno essere difesi da una politica di tagli
indiscriminati, che il più delle volte tocca il collega e non se stessi, e che talvolta permette, a chi rimane in piedi, di conquistare piccoli privilegi che fanno dimenticare i torti collettivi subiti.
Aldo Domenico Ficara