Prof sull’orlo di una crisi di Pd

di Claudia Pepe



In tempo di elezioni o di primarie a tutti ma proprio tutti viene in mente la Scuola. Noi insegnanti siamo abituati a tutte quelle promesse, sappiamo che se non parlano di scuola non riescono a fare una campagna elettorale. Dopo, se ne scordano facendoci diventare cittadini minoritari, di serie B, con nessuna incidenza sociale. E tutto questo grazie ai Governi che da vent’anni a questa parte ci hanno mortificato. E all’appello dei politici di mestiere, non poteva certo mancare il probabile nuovo segretario del Pd, Matteo Renzi. Il rottamatore, l’asfaltatore, l’inverso che promette senza spiegare come, una nuova rinascita della Scuola, un nuovo illuminismo, che con la sua genialità (?) partorisce l’ennesimo slogan. La Scuola degli Stati Generali. L’espressione non è delle più felici dato che venne utilizzato ancor prima del rottamatore, da Visalberghi alla fine degli anni 50. Poi si rifecero prima dell’approvazione dei decreti delegati, e poi si rifecero con la sperimentazione della primaria dei moduli  da un Ministro della Pubblica Istruzione che di certo non si può definire riformista. Maria Letizia Moratti. Anche lei voleva cambiare il verso introducendo la famosa primina a poveri bambini di 5 anni e pochi mesi e dopo sappiamo tutti come è andata a finire. Ma vediamo cos’è questo programma rivoluzionario e perché noi professionisti addetti alle cantonate dovremo subirne il fascino. Il programma del probabile nuovo segretario Pd è questo:
1) Un forte investimento sulla scuola e, sulla formazione e l’incentivazione degli insegnanti, sull’edilizia scolastica e sull’upgrade tecnologico della didattica;
2) La valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull’azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull’azione della Ofsted;
Incentivi ai dirigenti scolastici basati sulla valutazione della performance delle strutture loro affidate;
3) Una revisione complessiva delle procedure di selezione e assunzione dei docenti, basata sulle competenze specifiche e sull’effettiva capacità di insegnare;
4) contribuire alla valutazione dei docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di: aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi.
5) La valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale agli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011.





E la chicca finale è la promessa di una campagna d’ascolto, ” comune per comune”, con 5 mila assessori del Pd, anche per via telematica. Un SOS insegnanti praticamente, una via preferenziale per potergli dire o suggerire, tutto quello che nella Scuola italiana non funziona. La sua parola chiave è “semplicità” e su questo non possiamo dargli torto. E’ evidente che lui la fa facile perché non conosce la Scuola, e i suoi punti per scardinarla, sono tutto tranne che un cambiamento di verso: non solo la asfaltano ma la cementificano.
Il prossimo Segretario Pd parla di Invalsi e non sa che L’Invalsi è la fine di un apprendimento critico, divergente, volto a catalogare persone e riempire cervelli che devono guardare la vita e non rispondere a quiz. Ma evidentemente per lui comprare vocali e consonanti, girare ruote e comunicare attraverso stereotipi è molto congeniale. Parla di mix, e di incontri (P.E.I., si chiamano P.E.I.), con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi. Questa è la legge quadro 05/02/1992 n. 104, Signor probabile Segretario del Pd: così si chiamano gli incontri e noi insegnanti li conosciamo bene. Perché li facciamo da almeno 21 anni, ma forse lei era occupato in altre faccende molto lontane dal mondo scolastico.
E continuando col suo programma, lei probabile segretario del Pd, vuole incentivare gli insegnanti sul piano economico da un comitato che assomiglia alla giuria di “Amici” . Una trasmissione che lei ha trovato ideale per mandare messaggi ai ragazzi e l’ha fatto in quel modo un po’ così, vestendosi come uno di loro e poi scivolando incautamente in parole scritte che relegano il destino degli insegnanti ai Dirigenti scolastici. Niente da dire, ha proprio capito tutto della Scuola. Ma perché invece di continuare a mandare editti non risponde alle urla disperate di precari che chiedono alla luce di una legge Europea, la rivendicazione della loro dignità; perché non parla di reintroduzione di una scuola a tempo pieno dove le abilità e le disabilità erano curate con compresenze, laboratori e riuscivano a colmare quella vasta area di dispersione scolastica lasciata in mano a televisioni, a telecomandi e a case vuote. Perché non parla dei finanziamenti dati alle scuole private che si vedono sovvenzionate più delle pubbliche in nome di una Costituzione delegittimata dagli stessi che la mortificano ai piedi di leggi economiche sottoscritte dallo stesso Pd ?
“Faremo una grande iniziativa per la scuola di cui adesso non parlo”, ma, promette, “parleremo con gli insegnanti che fino ad oggi si sono visti arrivare le riforme sulla testa senza poter dire niente”. Così dice il probabile segretario Pd evidentemente estraneo al suo stesso partito, testimone oculare della lenta e ostinata agonia della Scuola Italiana e reo senza alibi di non essersi contrapposto a tremontiane batoste, pensieri gelminiani e Ministri all’odor di Profumo. Perché probabile Segretario del Pd non parla della riduzione degli anni scolastici che Carrozza vuole imporre come modello d’Istruzione facendola passare per un’innovazione illuminata, quando tutti riconosciamo il sapore di un ennesimo taglio di teste e soldi risparmiati a spese del Sapere e della Conoscenza di cui i nostri studenti hanno legittimo diritto? Perché probabile segretario del Pd, non parla dei genitori che aprono il portafogli in continuazione per alimentare la scuola pubblica e dei genitori che ricorrono al TAR per avere gli insegnanti di sostegno per i loro figli qualche volta troppo ingombranti in una Scuola in cui la parola democrazia non viene riconosciuta come prioritaria per la crescita del nostro futuro? Perché non parla di quella minuta schiera di insegnanti a cui all’ultimo momento hanno tolto la pensione dalle mani, e non di quella classe di tutti stranieri e di tutte le età che non vogliono L’Europa a Lampedusa ma vogliono un’Italia più civile?
Perché Sig. Renzi non ci chiarisce il commissariamento del Maggio musicale fiorentino, fiore all’occhiello della cultura italiana ? La sua parola chiave è semplicità, ma per ricostruire quello che tutti hanno selvaggiamente depredato non è cosa facile. Non ci vogliono camicie bianche o giubbotti di pelle. Ci vogliono mani sporche di lavoro e fronti madide di sudore per ricostruire dove avete asfaltato. Solo così potremo riappropriarci di quello che è nostro: la democrazia e una Scuola che la rappresenti.


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