Conseguenze di Calunnie e Silenzi... lavorativi !!!

IL Lavoro rende liberi: meditate che questo è stato...

La calunnia è un venticello
Un'auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
Sotto voce sibillando
Va scorrendo, va ronzando,
Nelle orecchie della gente
S'introduce destramente,
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo:
Prende forza a poco a poco,
Scorre già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta,
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
Si propaga si raddoppia
E produce un'esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato
Avvilito, calpestato
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte va a crepar
Rossini - Il Barbiere di Siviglia.

LA CALUNNIA:
non ci sono parole che meglio delle celebre aria possano piegare l’effetto dirompente e malvagio della calunnia.
Calunnia e pettegolezzo sono due delle armi fondamentali del mobbing, sia in quello tra adulti che in quello tra adolescenti. Il loro veleno si insinua a poco a poco nelle menti e nei giudizi dei colleghi e degli amici, prima in modo sottile e subdolo poi con sempre maggiore forza e spudoratezza, fino al punto che la menzogna diventa verità e la verità è considerata menzogna.
La finalità non detta, ma consapevolmente perseguita, è proprio quella di “mandare a crepare il meschino calunniato sotto il pubblico flagello”. Non esiste pettegolezzo innocente, non esiste pettegolezzo fatto senza malignità. Il pettegolezzo è sempre maligno e chi si dedica ad esso trova sempre soddisfazione nella propria azione malvagia.
C’è poi particolare da non dimenticare: il pettegolo non lo è mai a senso unico. Quando sta con Tizio parla male di Caio e quando sta con Caio parla male di Tizio. Per questo suo piacere a sguazzare nel torbido, diventa per il mobber uno dei gregari più facili da controllare ed impiegare a proprio vantaggio.
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IL SILENZIO:
una delle caratteristiche che ricorre nelle situazioni di mobbing è il silenzio nei confronti di quanto sta accadendo. A fronte di tanti pettegolezzi e tante dicerie sulla vittima, il comportamento del mobber e le violenze che la vittima subisce sembrano passare inosservate. Nessuno le vede, nessuno ne parla e, se si prova a chiedere qualcosa in merito, nessuno ha sentito nulla. Questo è il motivo per cui è così difficile provare che il mobbing sia veramente avvenuto: non ci sono testimoni e, ancora una volta, le vittima rischia di passare per esaurita e paranoica.
In quelle situazioni si sente solo parlare bene del mobber e del clima generale. Tutti si dicono contenti o al massimo tacciono. Non c’è mai una voce di dissenso, in realtà questo apparente clima perfetto non è detto rispecchi il generale sentimento, ma è dettata dalla paura di esprimere opinioni discordanti con il pensiero di gruppo e divenire a propria volta degli indesiderati, andando incontro alla stessa sorte che sta subendo il mobbizzato. Per questo si reputa più conveniente tenere per sé le proprie opinioni e tacere.
Quello che si nota però è un ricambio annuale degli insegnati a tempo determinato. In genere, se possono, evitano di tornare in quella scuola, Ritornano invece quegli insegnanti che hanno legato con il mobber e la sua élite e in poco tempo acquisiscono anche loro le stesse modalità di azione e relazione con i colleghi.