Invalsi, conto alla rovescia per il «terzo uomo»

da Corriere della Sera

SPUNTA UNA CANDIDATURA AL FEMMINILE, ANNAMARIA AJELLO
 
Invalsi, conto alla rovescia per  il  «terzo uomo»

La battaglia per il nuovo presidente: in corsa Checchi (Statale) e Lucisano (Sapienza). Le candidature  entro il 7 gennaio

Valentina Santarpia


Sta per concludersi una settimana decisiva per la commissione nominata dal ministro Maria Chiara Carrozza per scegliere la rosa di candidati tra cui selezionare il nuovo presidente dell’Invalsi. A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature – prevista entro le 23.59 del 7 gennaio– ci sono ancora poche indiscrezioni sui nomi che potrebbero finire sul tavolo della Carrozza. Complici le polemiche scatenate dalla presa di posizione di alcuni commentatori, a partire dall’intervento di Andrea Ichino sul Corriere, il clima intorno al lavoro della commissione si è fatto teso. Al punto che una cordata di accademici e intellettuali ha lanciato una petizione su www.firmiamo.it per chiedere che la nomina del nuovo presidente non sia solo una procedura per occupare una «casella» della pubblica amministrazione, ma rappresenti un’occasione per aprire una fase «costituente» sulla cultura della valutazione nel nostro sistema educativo e sul ruolo che in questo nuovo assetto dovrebbe essere attribuito all’Invalsi e agli altri soggetti del sistema, anche nel confronto con i nostri obblighi internazionali (Ocse, Unione Europea).
Molti dei primi firmatari della petizione , dal dirigente scolastico Damiano Previtali agli ispettori Mariella Spinosi e Giancarlo Cerini, da Paolo Mazzoli -capo segreteria del sottosegretario Rossi Doria- ai sindacalisti Antonio Bettone e Giancarlo Cappello, potrebbero validamente candidarsi per la presidenza: «Ma preferiamo non farlo perché vogliamo continuare a impegnarci nel lavoro quotidiano della scuola», spiega Previtali. Intanto il lavoro della commissione non si preannuncia né semplice né veloce, visto che il bando stilato dalla stessa commissione prevede che il candidato al ruolo ricoperto fino a dicembre da Paolo Sestito debba presentare, oltre al suo curriculum, anche un documento sintetico (al massimo 12mila battute) per spiegare le strategie di sviluppo e intervento che pensa di mettere in campo nel caso in cui assuma la presidenza dell’Invalsi. E poi allegare un massimo di cinque pubblicazioni alla domanda, che i commissari dovranno leggere ed esaminare per poter valutare accuratamente il profilo del possibile capo dell’istituto di valutazione del sistema scolastico.  Un professionista con una «comprovata competenza in materia di valutazione, con uno sguardo anche alle esperienze messe in campo da altri paesi, la conoscenza delle caratteristiche evolutive e istituzionali del sistema italiano di istruzione e formazione». Ma che abbia anche «pregresse esperienze di direzione di strutture ed enti di ricerca, di insegnamento, coordinamento di insegnanti, direzione di scuole, coordinamento di reti di scuole e conoscenza dell’inglese e di altre lingue straniere saranno alcuni dei criteri su cui sarà basata la scelta del Comitato di selezione»: ecco il profilo che cerca il ministro Carrozza.




Dietro le formalità del linguaggio ministeriale, quello che il ministro starebbe cercando è qualcuno che coniughi l’impostazione razionale, di impronta economica, data all’Invalsi da Sestito e dal suo predecessore Piero Cipollone, ad un atteggiamento meno rigido, più pedagogico, più attento alle sfumature della valutazione che ai secchi numeri. In questo senso, Daniele Checchi, ex  Statale, ora docente di Economia, laurea in Bocconi, una lunga militanza di studi sulla scuola e – per di più – moglie sindacalista, potrebbe essere l’uomo giusto, quello della mediazione. Anche se attualmente ricopre già un incarico governativo, perché parte del comitato per la spending review, dalla sua ha le campagne contro messe in atto contro la dispersione scolastica e il lungo lavoro sulla scuola (è stato, tra le molte cose, consulente per il governo Prodi sui temi di scuola e università e consulente per i ministeri dell’Economia e della pubblica Istruzione nella stesura del Libro Bianco di Fioroni). Un altro nome che circola è quello di Pietro Lucisano, professore di pedagogia sperimentale alla Sapienza, sembrerebbe molto benvoluto dalla Carrozza. Ma sono molto accreditati anche Mario Castoldi, formatore e consulente nel settore scolastico presso l’università di Torino, e Annamaria Ajello, docente di Psicologia dell’educazione all’università La Sapienza di Roma, che ammette: «Ci sto pensando». Ma ci sono alcuni candidati che si sarebbero tirati indietro pensando di non avere chance. «Se anche fossi stato interessato, non mi sarei presentato dopo aver visto il chiaro orientamento della commissione», conferma Giuseppe Bertagna, all’epoca una delle menti della riforma Moratti. Il direttore generale dell’Invalsi, Lucrezia Stellacci, smentisce ogni ipotesi di preconfezionamento: «Non c’è alcun candidato forte, il ministro ha intenzione davvero di scegliere serenamente nella rosa. È importante solo che sia una persona che dia la giusta importanza al sistema di valutazione, che faccia dialogare l’Invalsi con la scuola: non deve più essere visto come un istituto esterno, ma come uno strumento di governo e amministrazione della scuola stessa».


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