La scuola nell'epoca contemporanea descritta in Wikipedia

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La scuola in Italia

Nel 1792, in seguito alla Rivoluzione francese, la scuola venne definita pubblica , obbligatoria e gratuita, infatti sia i maschi che le femmine dovevano accedervi. Inizialmente, essa era divisibile in quattro livelli di istruzione nettamente distinti: elementare, medio-inferiore, medio-superiore (al quale si affiancarono i licei) e universitario. Nel 1810, Gioacchino Murat decretò l'obbligatorietà della scuola primaria italiana...

La scuola in Francia

Classe della scuola primaria francese.

Nel 1947 una commissione scolastica diretta dall'allora ministro Wallon, propone un sistema di scuola comprensiva. Nel 1962, la Francia perde definitivamente la sua colonia più importante: l'Algeria. Questo provoca un'immigrazione di ritorno dei cosiddetti "piedi neri", che vengono subito sfruttati come manodopera a basso costo. Non c'è quindi più lo spazio per figure professionali ambigue e non specializzate, il progetto di scuola comprensiva, di stampo generalista, fallisce. Ma si arriva al 1975, anno in cui il Ministro Haby vara una riforma che, modifica i programmi delle scuole elementari e offre maggiore elasticità ai giovani che vogliono dedicarsi alla formazione professionale. L'ultima importante riforma è del 1992 ed unisce la scuola materna a quella elementare, favorendo un ingresso nella scuola fin dalla tenera età e di conseguenza una maggior facilità per le madri di continuare a lavorare. Il sistema prevede un corso elementare dai 6 agli 11 anni, una scuola media divisa in due bienni (dagli 11 ai 13 e dai 13 ai 15) e poi la scelta fondamentalmente tra un biennio tecnico/professionale ed un biennio/triennio al liceo.

La scuola in Spagna

La fine del periodo franchista consentì un morbido passaggio ad un periodo di riforme economiche e di conseguenza anche legate all'istruzione. Nel 1970 l'obbligatorietà scolastica venne portata a 14 anni, ai quali seguivano o un liceo comprensivo (bachillerato) oppure la formazione professionale. La crisi europea legata allo shock petrolifero, colpisce anche la Spagna dal '75 all'85 facendo crescere la disoccupazione e impedendo il progresso. Nel 1990 con la "Ley Orgánica General del Sistema Educativo (LOGSE)" (Legge Organica Generale del Sistema Educativo) la scuola diventa obbligatoria e gratuita fino a 16 anni (come in Italia) e si investe molto sull'autonomia degli insegnanti e sulla possibilità di associarsi con gli studenti. Inoltre si regolamentano i rapporti tra scuola pubblica e scuola privata. In Spagna la scuola privata riveste un ruolo importante in quanto soddisfa i bisogni del 30% degli studenti. Possiamo dividere la scuola privata spagnola in due grandi tipologie:
  • centri concertados: ottengono finanziamenti dallo Stato per quanto riguarda ad esempio i libri e i contributi per gli insegnanti.
  • scuole senza finanziamenti.
Anche le scuole cattoliche hanno una grande importanza in quanto soddisfano un ulteriore 30% degli studenti, la percentuale sale a 40% se consideriamo solo la formazione professionale, in quanto in alcuni territori solo questa tipologia di scuola è diffusa.



La scuola in Gran Bretagna

Il sistema scolastico inglese è fin dalle sue origini basato sul principio di sussidiarietà e sulla decentralizzazione delle decisioni. I Boards, istituiti a seguito dell'Education Act del 1870 la fine del '800 erano dei consigli locali che furono il motore per la nascita di un sistema scolastico nazionale. Nel 1918 vengono istituite le LEA, gruppi locali formati da insegnanti, imprenditori, genitori, studenti con indipendenza finanziaria e formativa: la ricerca di insegnanti, la sinergia tra il mondo del lavoro e la scuola erano tutti compiti delegati a queste unità che dovevano sottostare solo ad alcune regole basilari. L'obbligo scolastico per tutti era fino a 16anni. Nel Primo Dopoguerra il Partito Laburista si impossessa delle Sunday School, storicamente in mano agli evangelisti e responsabili del processo di alfabetizzazione (e coscientizzazione secondo alcuni storici) delle masse operaie. Nel 1938 il governo propone un sistema tripartito: Grammar School (Licei), Technical School (Istituti Tecnici) e Modern School (Istituti Professionali) ai quali si affianca la Public School che, malgrado il nome, è la scuola privata d'élite per eccellenza. Nel 1944 questa divisione viene confermata e l'obbligo va alzato a 16 anni. Nel secondo dopoguerra, per iniziativa delle LEA territoriali che sostenevano che una buona educazione potesse portare al progresso dell'intera società, si propose di estendere le Grammar School a tutti gli studenti. Questi istituti però, erano in grado di rispondere a poco più del 5% della domanda. Per cui venne creata la Comprehensive School, che risponderà al 90% delle richieste. Nel 1964 viene istituito il Ministero dell'Istruzione che fino agli anni ottanta avrà il solo ruolo di coordinamento. La crisi europea coglie impreparata la Gran Bretagna, causa la pesante mancanza di figure professionali ben definite. La scuola comprensiva per tutti aveva inaspettatamente acuito le differenze sociali: coloro che finivano il liceo e provenivano da un ceto basso non avevano mezzi per continuare gli studi, al contrario dei figli dei ricchi e si ritrovano senza vere e proprie competenze. Il lungo governo Thatcher sviluppò una politica di accentramento del potere decisionale, aumentò il rapporto tra scuola e lavoro, realizzando scuole tecniche e professionali. L'istruzione di base rimane comunque buona per tutti.

La scuola in Svezia

Il sistema nordico, il più progressista in Europa, è ritenuto da molti il modello ideale e il più adatto ad affrontare le nuove sfide della globalizzazione. Esso si basa su di un sistema comprensivo che vede tutti gli studenti seguire lo stesso identico percorso formativo fino a 16 anni. La scuola e l'università svedese hanno dalla loro un forte rapporto con il mondo del lavoro, soprattutto con le aziende del territorio che dettano le regole del mercato e dell'istruzione, investe molto fin dai primi anni sulla manualità, su visite all'azienda e gli stage. Vi è una forte componente di integrazione di coloro che hanno lasciato il percorso formativo per andare a lavorare, fino a 25 anni possono frequentare gli istituti assieme ai loro compagni molto più piccoli e l'ente locale si occupa di domandare periodicamente se sono interessati a continuare gli studi. Alcune aziende importanti hanno sponsorizzato degli istituti a numero chiuso in cui è possibile entrare facilitando subito l'ingresso nel mondo del lavoro. Ovviamente questo è il sistema che va per la maggiore, ma anche in Svezia, come in tutti gli altri paesi, ci sono scuole più generaliste e università non-professionalizzanti.

La scuola in Germania

Nella scuola tedesca il percorso formativo ha tre grandi bivi: la Hauptschule (basicamente tecnica) , la Realschule (scuola tecnica/professionale) e il Gymnasium (liceo). L'alternanza scuola/lavoro nella Realschule è coadiuvata dai sindacati e dalle aziende, consentendo un'entrata nel mondo del lavoro in modo maturo ed una buona integrazione formativa degli immigrati. Una caratteristica del sistema tedesco, che in linea di massima appare molto armonico e non crea grandi divisioni tra i due sistemi per quanto riguarda la cultura generale, è che la scelta sulla scuola da frequentare e di conseguenza sul futuro della propria vita viene fatta, nella maggior parte dei Länder, a 10 anni, quindi piuttosto presto nel confronto internazionale. Questa caratteristica è discussa da decenni, ma non è mai stata modificata sostanzialmente.